Dean inspirò cercando quanto più ossigeno riuscisse a trovare,intorno a lui era pece e l'aria era pesante,viziata di terra e morte.
Cercò furiosamente nelle tasche dei jeans fino a trovare l'accendino,poi lo accese per farsi un poco di luce.Non capì subito dove si trovasse,salvo che fosse in uno spazio piccolo e di legno.
Con la gola secca provò a chiedere aiuto,ma poche parole riuscirono difficilmente ad arrampicarsi su per la sua gola:"Aiuto...aiu-"
Picchiò con il palmo il "soffitto" della scatola dove si trovava e da una fessura gli cadde della terra in faccia.Continuò a spingere sulla superficie fino a che questa crollò e lui fu sotterrato da un'onda di terra umida.Con le mani e le unghie scavò per raggiungere la superficie,e una volta che il busto fu fuori si riempì i polmoni di aria pulita,per poi trascinarsi a fatica lontano dalla tomba.Si concesse un momento per riprendere fiato,il cielo azzurro sopra di lui e il sole caldo sulla pelle a confermargli che era vivo,di nuovo.
Con il corpo dolorante e il fiato ancora pesante si alzò,lentamente,e si guardò in giro.Intorno a lui un cerchio di alberi crollati,la sua tomba centro della circonferenza.
Si mise in marcia,era stanco e disidratato e doveva trovare al più presto un posto per ripararsi dal calore.Camminò per un periodo di tempo indefinito su una strada trovata casualmente,fino a quando arrivò ad una stazione di servizio.
Non sembrava esserci nessuno.Si avvicinò alla porta,bussò e si sforzò per far uscire parole graffiate dalla bocca:"C'è qualcuno?"
Nessuno rispose e niente all'interno si mosse,così Dean si arrotolò la camicia intorno alla mano e ruppe il vetro della porta.
Una volta dentro si affrettò verso i frigoriferi e prese una delle tante bottiglie d'acqua,in fretta e furia l'aprì,la gola secca che urlava dentro di lui.Bevve velocemente,quasi ne finì il contenuto,la bocca nuovamente fresca e i polmoni che sembravano respirare un po' più facilmente.Si guardò intorno per esaminare l'ambiente,a pochi passi da lui vide una pila di giornali.Ne prese uno:"Settembre..." disse tra se' e se' in tono scioccato.
Si avvicinò ad un lavandino,mise da parte la camicia e fece scorrere l'acqua.Si passò le mani bagnate sul viso e si guardò allo specchio.
Nulla sembrava essere cambiato.Era sempre lui.
La faccia,i capelli,il corpo.
Si tirò su la maglia,i flashback degli artigli dei mastini infernali che gli squarciavano la carne dietro agli occhi.
Continuò ad osservarsi,qualcosa di diverso effettivamente c'era.Tutte le sue cicatrici,i suoi segni,la sua storia,tutto il passato che prima gli segnava il corpo era scomparso.
Solo due racconti erano rimasti sulla sua pelle,uno futuro,ancora da scrivere,e uno passato che vedeva il suo inizio a Lowrence,Kansas,il 24 Gennaio 1979.Dean era un bambino vivace,intelligente,con occhi tanto vispi quanto verdi.Era buono,gentile ed aveva una famiglia che lo amava.
Gli piaceva stare sveglio fino a tardi con suo padre per poi addormentarsi in braccio a lui,davanti alla TV.
Gli piacevano i tost di sua madre,rigorosamente senza crosta,e le carezze affettuose in testa che riceveva ogni mattina,ma soprattutto gli piaceva essere un fratello maggiore.Adorava il suo fratellino,aveva aiutato a scegliere il suo nome ed era sempre entusiasta di poter aiutare ad accudirlo e proteggerlo.
Insomma,la vita di Dean sembrava perfetta,una vita che prospettava null'altro che buona sorte e un futuro luminoso.Se non fosse stato per un particolare,un dettaglio che all'epoca sembrava superfluo.
Dean era nato nel copro sbagliato.
Lui era un maschio,diceva e lottava sempre affinchè la gente se lo ricordasse,perchè smettessero di chiamarlo 'principessa','figliola','***'.
Ma nessuno sembrava dare peso alle sue parole,come polvere che viene spazzata via con indifferenza,che rimane nell'aria a galleggiare,per finire a posarsi sulla stessa mensola di sempre ed essere spostata il giorno dopo.E quello dopo ancora.E così via in un loop infinito.
Suo padre gli aveva spiegato che lui non era un maschio e non sarebbe cresciuto come tale,semplicemente non era nato in quel modo e non lo sarebbe certo diventato per magia.Nonostante questo,Dean continuava a sperare,in cuor suo,che un giorno sarebbe potuto essere anche fuori quello che già era dentro.Perciò si ritrovava spesso la sera,una volta messo a letto e spento le luci,a guardare fuori dalla finestra e pregare quegli angeli che sua madre tanto elogiava,quelli che avrebbero dovuto vegliare su di lui,di permettergli di essere...normale.
I giorni di Dean quindi passavano e così i mesi,fino alla sera in cui tutta la sua vita venne stravolta.
Aveva quattro anni.
Era buio e aveva da poco dato la buonanotte a Sam,quando un improvviso calore lo aveva destato dal dormiveglia,il pianto di Sammy e le urla mozzate di suo padre lo avevano fatto alzare preoccupato,per ritrovarsi davanti un muro di fiamme e John che gli mollava il fratello in braccio,gridandogli di uscire.
Così aveva fatto,da bravo figlio aveva ubbidito e aveva salvato se' stesso e il suo fratellino,ma allo stesso tempo aveva perso sua madre e,anche se non fisicamente,suo padre.
Da quella sera Dean non era più stato un bambino,era stato costretto a diventare un saldato,un protettore e un sostegno per la sua famiglia,così aveva messo da parte il suo malessere e se ne era dimenticato.Se apposta o per sbaglio non era importante,l'importante era essere un buon soldato e proteggere Sammy.
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|| Scars 'n' burns || Trans!Dean OS
Fanfiction[ In un mondo in cui nulla è diverso dal canon di spn,tranne per il fatto che Dean è un uomo trans. ] Una oneshot che racconta come immagino potrebbe essere stata la storia di Dean,senza intenti ad una storia romantica o tentativi di descrivere l'es...