18 parte

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kaelyn pov's
sento qualcosa...
anzi qualcuno, a farmi i grattini sul mio braccio,
così dal farmi rabbrividire.
spalanco appena appena gli occhi e inizio a strofinarli, mi stiracchio, e tiro su il viso cercando di trovare i suoi occhi...
li incrocio e vedo che è sveglio da molto più tempo di me, ed ha un sorriso da spiazzarmi...
come ogni fottutissima volta.
"e da tanto che mi stai guardando e che stai facendo questa cosa sul mio braccio?" chiedo maliziosa.
si, sono una stronza, lo ammetto.
ma sicuro anche lui avrebbe fatto la stessa cosa se mi avrebbe vista così...
tanto vale che l'abbia fatto io.
"sinceramente si...
e più o meno dalle sette che ti guardo dormire beatamente con un sorriso da ebete." ammette il moro davanti a me sorridendo timidamente.
posso leggere la sincerità nei suoi occhi, dai suoi occhi posso leggergli tutto...
posso vedere quando sta male, quando è sincero, quando è arrabbiato ma vuole tenerlo nascosto, quando è felice, quando è in ansia, insomma qualsiasi cosa...
i suoi occhi parlano, sempre, soprattutto quando è con me.
quando sta con me posso leggergli tutto, posso percepire tutto...
solo guardando i suoi occhi.
lui è così...
lui è una persona che preferisce parlare con lo sguardo, che stare lì a parlare a vanvera.
siamo così simili, ma allo stesso tempo così diversi.
*driiiin driiiin*
il telefono squilla rovinando questo momento così bello e intenso.
"chi è che ti cerca alle dieci del mattino?" chiede neymar incuriosito.
prendo il telefono sul comodino, lo afferrò con gesto rapido e leggo lo schermo 'ciofeca della mia vita'.
"cazzo!" sbotto mentre mi alzo di colpo.
"ma si può sapere chi è?" chiede neymar insistente sperando che io gli dica qualcosa.
"e ayaka." deglutisco mentre cerco di rispondere al telefono.
"rispondi! magari è importante." quasi urla dicendo queste parole.
"cosa sto facendo secondo te?" dico con tono altrettanto alto e faccia ovvia.
finalmente riesco a rispondere, dopo le urla di me e neymar di prima mattina.
"buongiorno ayaka" parlo cercando di mantenere la calma.
"ma si può sapere dove stra cazzo sei? tra meno di un'ora ci sono gli allenamenti e tu non ci sei." sbotta ayaka nervosa dall'altro capo del telefono e posso sentire che sta urlando.
"tra poco arrivo, stiamo aspettando solo gigio che sai com'è fatto lui...sempre ritardatario." rispondo vaga cercando lo sguardo di neymar in preda all'ansia.
"okay...allora ci vediamo dopo e sii puntuale." mi raccomanda ayaka per l'ennesima volta.
"certo, portami solo il borsone ad allenamento comunque ci vediamo dopo." proferisco l'ultima parola staccando la chiamata.
la mia ansia era ormai alle stelle, non facevo altro che pensare ad ayaka da ieri...
ho fatto una cosa che lei mi aveva raccomandata di non fare, soprattutto se quella persona era neymar...
io non so cosa lei abbia contro neymar, ma una cosa la so...
ha sempre detto che per me lui è troppo poco e che potrà avere tutta la bellezza che vuole, ma è antipatico, uno sciupa femmine,
uno da non prendere alla leggera, uno che può lacerarti e aprirti ogni singola ferita più nascosta, farti amare per poi portarti sulla via del non provare più nulla...
mi ha sempre detto che io per lui sono troppo, che lui non mi merita e che soprattutto non merita le mie lacrime, come quelle che mi ha fatto versare perché mi prendeva per il culo, lei ha sempre
detto che non merita il mio cuore qualsiasi situazione sia...
e certe volte mi maledisco da sola perché non l'ascolto mai quando serve...
spero solo che ayaka mi perdoni.
mi ristendo sul letto mantenendo la coperta sul mio petto, ed inizio a sospirare torturando i miei capelli, girandoli e rigirandoli sul mio dito.
"hey! non fare così, ti rovinerai tutti i capelli...insomma guarda che belli." parla il moro di fianco a me...
mentre toglie il mio dito dalla ciocca che stavo torturando...
con una delicatezza che mi spiazza, mi fa strano vedere come un ragazzo come lui...
che prima mi odiava, mi insultava, che mi lacerava dentro...
ora e il ragazzo che mi ha portato via la verginità, facendomi ricredere nell'amore, risvegliando ogni mio singolo sentimento, portandomi ad amare qualsiasi mio difetto o pregio, facendomi amare ogni parte di me stessa...
solo perchè attraverso i suoi occhi sembro bella anch'io.
"sono solo capelli ney." faccio spallucce.
"no, non sono solo capelli...io amo i tuoi capelli, non voglio che si rovinino solo perché tu fai i capricci." sbotta mettendo il broncio.
a questo scena sorrido, senza nemmeno accorgermene.
"comunque che ti ha detto ayaka?" aggiunge il ragazzo seduto al mio fianco.
"che non devo far tardi agli allenamenti, ed essere puntuale...
il problema? che io sono qui con te e ieri gli abbiamo detto che io ero con gigio e la sua ragazza." gli rispondo mettendomi le mani nei capelli quasi sul punto di una crisi di nervi.
"oi, stai tranquilla andrà tutto bene dopo chiamerò gigio personalmente e ti farò venir a prendere, devi solo star tranquilla." mi rassicura continuando ad accarezzarmi i capelli.
"comunque..." parlo di punto in bianco.
"cosa?" chiede stranito neymar vedendo la mia faccia.
"ecco...allora...io..." deglutisco.
"tu...cosa kae?" richiede neymar cercando di capire cosa voglio dirgli.
"tra meno di un'ora ho allenamento, non ho il mio intimo per allenarmi, la tuta di allenamento e tanto meno vestiti da mettermi" abbasso lo sguardo dopo aver detto tutto ciò, la mia ansia mi si legge in pieno volto.
di punto in bianco sento due dita sollevarmi il mento.
"non preoccuparti...ho già pensato a tutto, nella mia cabina armadio ci sono i jeans di mia sorella che ha lasciato qui un po' di tempo fa e ti do una mia maglietta che non si capisca troppo che sia mia." dice l'ultima frase ridendo, così dal travolgere anche me.
"sei bellissima quando ridi...starei ad ascoltare la tua risata per ore infinite." ammette mentre mi guarda negli occhi intensamente, così intensamente dal farmi arrossire per l'ennesima volta.
"penso lo stesso della tua." confesso con un coraggio disumano.
mi stampa un bacio casto sulle labbra, posso sentire ogni sua singola emozione attraverso a questo bacio, posso sentire il suo cuore battere incessantemente, il tremolio delle sue mani sul mio viso e il suo sorriso che vuole spuntare...
lo amo anche se cerco di nasconderlo.
"comunque vado a farmi la doccia se no arriverò in ritardo agli allenamenti" dico mentre mi stacco dal bacio.
mi alzo dal letto e mi metto seduta così dal stiracchiarmi meglio, mi alzo in piedi ed un dolore al mio basso ventre mi fa accasciare su me stessa.
"kaelyn? che hai? tutto apposto?" si preoccupa neymar alzandosi di colpo.
"si ma no...insomma...fa male." deglutisco diventando rossa dalla vergogna.
mi guardo in torno cercando di non incrociare il sua sguardo, finché non ricade su uno specchio...
e noto che sono ancora nuda, la mia vergogna sta salendo ancora di più...
come anche la mia ansia.
sento il suo sguardo su di me e che mi sta squadrando come fa sempre, ho il cuore in gola ad ogni parte che sta guardando del mio corpo.
"aspetta fammi vedere una cosa." dice mentre con un passo svelto si alza dal letto.
noto che è nudo anche lui, non voglio passare per quella maniaca...
che guarda solo quella cosa ma è impossibile, il suo corpo e stato costruito da dio, dalle sue braccia, al suo viso e il suo sorriso, alle sue spalle e alla sua carnagione, sembra che questo corpo sia stato scolpito, come anche il suo carattere...
siamo così diversi ma allo stesso tempo simili e tutto così strano, mi fa provare cose strane...
mi porta sulle nuvole facendomi toccare il cielo con un dito, ma anche saper farmi toccare le pene dell'inferno, ed e davvero tutto così strano.
"kaelyn hai sanguinato parecchio, significa che la tua verginità è stata portata via ed e per questo che insomma ti fa male." afferma mentre si gratta la nuca facendo un sorriso imbarazzato.
"ma se hai bisogno andiamo da una ginecologa così ti prescrive qualcosa." aggiunge sorridendo cercando di rassicurarmi.
"stai tranquillo posso farcela." lo rassicurò sfoggiando un sorriso.
cerco di rimettermi in sesto, senza far sembrare che questo dolore sia qualcosa di allucinante, mi guardo in torno ed inizio a coprirmi con le mani.
"ney...mi passeresti...insomma...i pantaloni e la felpa?" chiedo imbarazzata per l'ennesima volta.
noto che si alza dal letto...
e sta camminando nella mia direzione, ma in mano non ha ne pantaloni e nemmeno la felpa, la situazione sta diventando sempre più elettrica e sto letteralmente per cadere a terra, tra il dolore e la mia ansia...
non so cosa sia peggio.
siamo faccia a faccia...
ma nessuno dice nulla, l'unica cosa che riusciamo a fare e guardarci negli occhi cercando di capirci, sento la sua mano calda e tatuata accarezzarmi la guancia e distinto abbasso lo sguardo dall'imbarazzo.
"sono stato il primo a vederti nuda, a portarti via la verginità e il primo che ti ha dato il primo bacio...
e ti vergogni di stare nuda in casa mia? kaelyn colin, tu non hai capito che con me non devi vergognarti di nulla, non devi aver paura di dirmi ciò che ti tormenta oppure ti mette ansia perché sono qua per questo...
e solo per te.
e non mi da fastidio se tu stai nuda in casa mia, tu sei l'unica che non mi darebbe fastidio nemmeno se dormisse nel mio letto ogni schifoso giorno della mia vita, non mi darebbe nemmeno fastidio che tu mi tormenta giorno e notte facendomi impazzire, tu non mi dai fastidio e tanto meno tu debba preoccuparti di questo.
perché tu sia vestita, che in pigiama, nuda, con l'influenza, in post serata oppure semplicemente in quei giorni dove ti senti insicura ed impotente...
io ti vedrò con la stessa bellezza di sempre, ma ora vai hai un allenamento e una partita da vincere." mi parla deciso,
guardandomi negli occhi e con tono dolce facendomi sentire al sicuro.
"ney...io non so cosa dir..."
"non dire nulla, vai solo a farti la doccia perché sta sera voglio vederti splendere in quel campo da calcio." mi incoraggia facendomi sorridere.
"grazie...per tutto." riesco solo a dire per poi rubargli un'altro bacio.
mi stacco ed inizio a correre in bagno per metterci meno tempo possibile così dall'arrivare agli allenamenti in tempo, almeno ayaka non dubiterà di nulla.
"kae se vuoi uno spazzolino nella scatolina vicino al lavandino ci sono quelli nuovi di riserva." mi urla neymar dall'altra stanza.
annuisco e tiro fuori lo spazzolino, lavo i denti molto velocemente e risciacquo, mi fiondo in doccia dato che sono già nuda, inizio ad insaponarmi per bene per poi risciacquarmi con l'acqua fresca, esco dalla doccia e inizio ad asciugarmi per bene per poi legarmi l'asciugamano in torno al corpo, metto il deodorante, e faccio per uscire...
finché il mio sguardo non si ferma su uno specchio del bagno dove sono ormai riflessa...
noto che sono diversa, i miei occhi sono diversi...
il mio corpo e come se fosse "cresciuto" mi fa davvero strano vedermi così, non so nemmeno che fare...
spero solo nessuno se ne accorga.
scuoto la testa dai miei pensieri e riprendo a camminare per uscire da questo bagno immenso, apro la porta ed esco e noto che neymar ha preso i pantaloni con una stampa sopra di girasoli.
"ney...io..." cerco di parlare trattenendo le risate per i pantaloni.
"so cosa stai pensando, ma sono stupendi li ho pure io." si difende mentre io sono ormai bordeaux per via di trattenere le risate.
"ti prego neymar dimmi che è uno sponsor." chiedo mentre cerco di ricompormi.
"no, non lo è." alza gli occhi al cielo.
"neymar io non-" non riesco a finire la frase che inizio a ridere senza un freno, una risata così rumorosa che si poteva sentire fino al campo da calcio.
"guarda che questo è stile, a proposito vestiti o se no sta sera niente partita." parla mentre cerca di fare una sorta di minaccia.
"si, ma manca l'intimo, sai non è proprio il top mettere i pantaloni senza mutandine." parlo di mia volta cercando di non essere troppo diretta com'è di mio solito fare.
"aspettami qua." riesce solo a dire per poi correre via uscendo dalla porta.
sento i suoi passi allontanarsi sempre di più, ed io sono qua ancora mezza nuda con solo l'asciugamano in torno al mio corpo, sento che i suoi passi si stanno avvicinando di nuovo ma sta volta molto più velocemente.
"eccomi qua di nuovo." mi dice con un sorriso a trentadue denti.
"ho trovato questo di intimo che avevo regalato a mia sorella, solo che a lei sta stretto quindi...credo che per te sia perfetto." aggiunge sorridendo timidamente e grattandosi la nuca.
l'unica cosa che riesco a fare e sorridergli, e da ieri notte che si prende cura di me, mi da suoi pigiami oppure semplicemente mi riempie di attenzioni, credo che se non ci fosse lui a farmi fare cose a me ormai vietate da me stessa, non mi starei godendo a pieno la vita.
"allora...? che ci fai qui ferma? vestiti su! veloce." mi incita neymar convincendomi a vestirmi.
sotto agli occhi di neymar lascio andare l'asciugamano legato intorno al mio corpo, così dal farlo cadere a terra, sento il suo sguardo caldo su di me, che ormai è sua abitudine fare quando è con me.
certe volte mi chiedo se la smetterà mai di guardarmi così...
magari domani la smetterà, ed inizierà a trattarmi come due anni fa, farà come se io per lui forse non sono più nulla...
e sarà meglio così da una parte.
io e lui siamo così diversi...
anche se allo stesso tempo siamo simili, siamo due lame affilate ed aguzze pronte a tagliare in qualsiasi momento...
così dal farci male entrambi, ed ogni giorno sempre di più.
noi non abbiamo destino, noi non siamo stati scritti nel futuro de l'un l'altra, noi non siamo come quelle favole che finiscono con e vissero per sempre felici e contenti non potremmo mai esserlo...
noi non potremmo mai essere veramente felici.
entrambi siamo così testardi e cocciuti, con un passato in amore a dir poco orribile...
certo! non dico che non ci possiamo amare ma...
non sarà mai quell'amore pazzo l'uno per l'altra, certe ferite e paranoie si rifaranno vive e continueranno a far male, con la paura che una delle due persone si possa stufare arrivando così alla rottura della storia.
per quanto io possa amarlo, per quanto io lo voglia mio, per quanto io ci tenga a lui...
sono costretta a lasciarlo andare, magari tra di noi ci sarà solo sesso se vorrà...
e forse mi potrà pure andare bene...
ma l'ultima cosa che voglio e vederlo soffrire...
per l'ennesima volta! e per la stessa cosa...
ma sono sicura, anzi ne sono più che certa...
che in qualsiasi posto lui sia...
oppure io sia...
lui avrà sempre una parte di me legata al suo cuore, anche se lui non lo saprà mai...
ma lui rimarrà sempre la parte più bella di me.
"a che pensi?" mi chiede neymar di punto in bianco spiazzandomi.
come cazzo ha fatto a capire che io stavo pensando a qualcosa? soprattutto il fatto su di "noi"?
"alla partita." mento spudoratamente, ma soprattutto a me stessa, per l'ennesima volta.
"ascoltami..." parla mentre si avvicina.
"tu sei bravissima, sei forte, tu sei...kaelyn colin.
cazzo! ti sei subita i miei schifosi insulti per due anni di fila...
e vuoi dirmi che una partita ti mette ansia? kaelyn...
fai assist e dribbling da sogno, con un tocco così delicato che sinceramente nemmeno io so dove tu riesca a tirare fuori...
magari non farai goal, ma assist, passaggi divini, colpi di testa, cross...
io so che puoi farcela.
sono con te questa sera e ti guarderò dagli spalti va bene? e ricorda che tu sei forte." mi da un bacio in fronte per poi abbracciarmi.
posso sentire ogni singolo battito del suo cuore vicino al mio capo, ogni singola emozione che ha messo in queste parole, lui è così e capace di stupirti ogni giorno di più, lasciarti a bocca aperta senza che nemmeno te ne accorga.
mi hai fottuto.
"grazie ancora di tutto ney." gli dico mentre ci stacchiamo dall'abbraccio.
"non devi sono qui per questo." mi sorride dolcemente così dal rassicurarmi.
"comunque mi servirebbe una maglietta, potrei anche andare in reggiseno tanto sto bene lo stesso." aggiungo dicendo l'ultima frase vantandomi.
"ed io dovrei picchiare tutti così velocemente? no, oggi non ho voglia...quindi vieni andiamo a prendere la maglietta." mi prende per mano portandomi nella sua cabina armadio.
"scegli fra tutte quelle che vuoi." fa un gesto con la mano, aprendo ogni singolo cassetto facendo
vedere delle magliette.
"senti questa cabina armadio e enorme, il triplo della mia che già la mia e grande...quindi dammi una mano a trovare qualcosa perché ci metterò anche tutto il giorno a trovare una maglietta." dico in preda ad una crisi di nervi.
"secondo me..." si accarezza la barba, mentre fissa ogni scaffale dove ci sono magliette sue.
"ci sta bene questa" aggiunge mentre prende una maglietta.
e bianca con topolino sopra nero, non ci sta benissimo perché ho pur sempre dei pantaloni a girasole, ma neanche così male.
mi infilo la maglietta in un baleno, mi lego i capelli facendo una coda bella alta, così in allenamento i capelli non mi daranno fastidio, prendo le estremità della maglietta e la lego dietro, così che sembri sia una maglietta un po' più "femminile" o almeno questo è l'intento.
*driiiin driiiin*
sento il telefono squillare nella camera da letto, ed inizio a correre per vedere chi fosse.
'gigiolone' leggo sullo schermo, stacco il telefono dal caricabatterie, e con un gesto molto rapido rispondo alla chiamata.
"kae sto qua sotto, fai veloce a scendere o ci perdiamo l'allenamento." mi parla dall'altro capo del telefono, posso sentire la sua felicità in questa chiamata.
adoro questo ragazzo, si prende cura di tutto il gruppo...
un po' come un papà, facendoci ragionare prima di fare qualche stronzata, su quanto dobbiamo bere in una serata, insomma lui è così...
e il nostro paparino, ed un'altra sua caratteristica che adoro molto e il fatto che sorride sempre, qualsiasi cosa succeda...
che sia bella oppure brutta, il suo sorriso non si spegne mai, lo adoro.
"certo infilo solo le scarpe e scendo, ci vediamo giù." gli dico mentre la mia euforia prende il sopravvento.
stacco la chiamata e corro da neymar.
"gigio e qui e ho solo i tacchi di ieri." mi metto una mano in fronte per quanto io sia stupida.
"ho detto a gigio di mettere un paio di air force bianche in macchina, così che quando saresti salita in macchina per andare ad allenamento ti togliessi quei tacchi che odi molto." a l'ultima frase inizia a ridere, ed e peggio di me.
lo guardò ridere e non smetterò mai di pensare...
a quanto la sua risata può essere bella e unica, a quanto può essere contagiosa, a quanto io possa amare lui è queste sue dannate attenzioni che mi da sempre.
"allora...io vado." cerco di sorridere debolmente.
"guarda che ci vediamo dopo ad allenamento, sta sera alla partita e qua a casa mia così in caso di vincita faremo un pigiama party." mi rassicura dandomi un bacio fra i capelli, per poi lasciarmene un'altro sulle labbra.
"adesso vai...devi spaccare tutto sta sera." mi gira di spalle dandomi una leggera spinta.
"va bene vado." sorrido mentre esco dalla porta, inseguita da lui.
scendiamo le scale, e in un battito di ciglia ci ritroviamo davanti alla porta.
"fai il bravo mi raccomando." gli dico mentre accarezzo una sua guancia.
"pure tu." mi dice tra un sorriso e l'altro.
apre la porta e sto per uscire...
finché neymar non mi tira per un braccio.
"un ultimo bacio."
mi avvicina a se sempre di più...
finché non mi ritrovo incollata di nuovo tra le sue labbra, un bacio dolce e pieno d'amore, come se volessimo che nessuno dei due si allontani, come se ora già ci mancassimo, come se noi fossimo fatti l'uno per l'altra.
lo sento sorridere sulle mie labbra...
e credo non ci sia sensazione migliore di questa, sento il cuore torcersi nel petto...
come se volesse esplodere da un momento all'altro, come se solo lui può comandare queste mie emozioni.
sento il clacson di gigio, il ciò mi riporta alla realtà e mi ricorda che sta sera ho una partita.
ci stacchiamo da questo bacio così perfetto e unico per noi...
ed iniziamo a sorriderci come due bambini.
"credo sia ora che io vada." mormorò abbassando lo sguardo.
"ci vediamo dopo tanto." mi consola il moro davanti a me abbracciandomi.
"se continuiamo così rimarrò a casa tua per sempre, ma ho allenamento quindi mi sa che la cosa non è fattibile." ribatto mentre cerco di trattenere le risate che vogliono uscire.
ci stacchiamo entrambi dall'abbraccio...
con dei sorrisi a trentadue denti, mi volto ed inizio a correre per arrivare alla macchina di gigio, ed aprire lo sportello.
lo vedo li sul ciglio della porta che continua a guardarmi...
e uno sguardo quasi di gelosia, come se gli desse fastidio che all'allenamento non mi ci porti lui.
allungo la mano e lo saluto.

spazio autrice
mi scuso già se ci saranno errori grammaticali.
come state? tutto bene? spero di si.
scusate l'assenza di questo periodo, ma ci ho messo una settimana a continuare la storia...
tra la scuola e casa non trovo il tempo, spero di essermi fatta perdonare dato che domani uscirà un'altro capitolo prometto.
e nulla vi voglio bene❤️

𝑜 𝑓𝑜𝑟𝑠𝑒 𝑒𝑟𝑖 𝑡𝑢 𝑐𝑖𝑜̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑣𝑜𝑙𝑒𝑣𝑜...||neymar junior||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora