CAPITOLO SEI

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Finalmente ce l'ho fatta. Ho raggiunto il mio obiettivo. Nella sala inizia un mormorio che presto si trasforma in grida accese. La mia scelta ha creato molto scompiglio, infatti, anche gli Abneganti che sono sempre silenziosi iniziano a bisbigliare, mentre gli Eruditi si esibiscono in commenti di compiacimento. Soltanto grazie all'intervento di Marcus, il frastuono si blocca «Silenzio, per favore!».
Mi posiziono dietro gli Eruditi e subito viene annunciato il nome di mia sorella «Beatrice Prior». La guardo e, con un lieve cenno del capo, la incito ad andare avanti, oltre che a prendere la decisione giusta. È terrorizzata. La vedo afferrare il coltello, incidersi un taglio sulla mano sinistra e stendere il braccio. Il sangue gocciola sul tappeto tra la vasca degli Abneganti e quella degli Intrepidi. È tremendamente indecisa. Non sa se scegliere la famiglia o la libertà ma, alla fine, una goccia del suo sangue sfrigola fra i carboni ardenti. Mia sorella adesso è un'Intrepida.
Va a posizionarsi dietro i suoi nuovi compagni, che sono tutti più alti e più grossi di lei. Come farà la mia sorellina a sopportare la pressione e le difficoltà che l'attendono in questa fazione? Sembra così piccola, così fragile, così indifesa. Però come me, non si sentiva al proprio posto, ed ammiro il suo coraggio. Ha deciso di pensare al suo futuro e non soltanto alla famiglia.
Sono proprio gli Intrepidi ad uscire per primi e con loro, adesso, anche Beatrice. La osservo un'ultima volta, la osservo mentre si volta verso i nostri genitori, i quali hanno reazioni opposte: mio padre la fulmina con lo sguardo, mentre mia madre le sorride. Strano. Osservo mia sorella andare incontro alla felicità, alla vita che, probabilmente, ha sempre desiderato. Forse è l'ultima volta che la vedo, o forse no. Lei non si gira a guardarmi, ma va bene così. Preferisco ricordarmela in questo modo: in corsa verso la libertà.
Dopodiché, dò un'occhiata intorno e, quando mi volto, un ragazzo con abiti da Candido mi si para davanti; anche lui è un trasfazione come me. «A quanto pare la tua scelta ha creato molto scompiglio.» mi dice «Mi dispiace per i tuoi genitori, dato che, oggi hanno perso due figli. Almeno ai miei resta ancora mio fratello.» Ecco qui la franchezza dei Candidi in tutto il suo splendore! Non hanno proprio tatto, ed essendo abituati fin da sempre a dire il vero, nemmeno quand'è necessario mentono. Ora che ci penso, non ho nemmeno salutato, o almeno guardato, i miei genitori. Riesco ad immaginare quale reazione hanno avuto, quindi, forse è meglio se non mi sono girato. «Ciao anche a te comunque» dico al ragazzo. «Oh scusami, non mi sono presentato, io sono Gregory, Gregory Smith. Ma ti supplico, chiamami Greg. Gregory sembra proprio un nome da criceto, non trovi?» mi dice il mio nuovo compagno tutto d'un fiato. «Oh beh, a me sembra soltanto un normalissimo nome. Comunque io sono Caleb Prior». Mentre parlo lo osservo: è pochi centimetri più basso di me, con capelli castano chiaro ed occhi dello stesso colore. «So già chi sei. Con un padre come il tuo, chi potrebbe non conoscerti? Quanto vorrei che anche i miei gestissero il governo!» esclama in tono entusiasta lui. Veramente a me non importa proprio nulla dell'impiego dei miei genitori; anzi, preferirei svolgessero un altro lavoro, perché essendo coinvolti in questa attività, sono maggiormente soggetti alle critiche. Inoltre, tutti sanno che gli Eruditi vogliono rovesciare gli Abneganti, ai quali in questo momento è assegnata la gestione del governo. Vogliono impossessarsi del potere, cosa che mi sembra giusta dal momento che, la mia nuova fazione perseguita la ragione e, di conseguenza, sarebbe più adatta nello gestire la situazione. Quindi, vorrei non andare contro i miei genitori ma, se sarà necessario, lo farò. Rivolgo allora la mia teoria anche a Greg, perché non credo ci sia nulla di male e poi, sento in cuor mio di potermi fidare di lui. È davvero un ragazzo simpatico ed intelligente che, anche con la sua velocità nel parlare, riesce a portare avanti teorie sensate. Continuiamo poi, a parlare del più e del meno: della nostra infanzia, della nostra ormai vecchia fazione, e del perché abbiamo scelto di abbandonarla. «Diversamente da tutti i miei amici e familiari, io amavo studiare e leggere, oltre che intraprendere conversazioni accese e portare fino in fondo delle teorie importanti. Quindi, ho deciso di perseguire i miei obbiettivi e di lasciare, a malincuore, la mia famiglia.» mi confida lui. Siamo nella stessa situazione. Non mi ero reso conto che, mentre parlavamo, avevamo già abbandonato il Centro. Mi sono limitato soltanto a camminare e in un batter d'ali siamo già arrivati al quartier generale degli Eruditi. La sede della mia nuova fazione, della mia nuova casa.

The Divergent series: CalebDove le storie prendono vita. Scoprilo ora