Capitolo 5 - Fabrizio De André

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...o resterai dove un attimi vale un altro senza chiederti come mai? Continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai?

Per me una persona eccezionale é quella che si interroga di continuo laddove gli altri vanno avanti come pecore.

Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane, ora sappiamo che é un delitto non rubare quando si ha fame.

Essere sé stessi é una virtù esclusiva dei bambini, dei matti e dei solitari.

Mentre lui le insegnava a fare l'amore, lei gli insegnava ad amare.

Si sa che la gente da buoni consigli sentendosi come Gesù nel tempio, si sa che la gente da buoni consigli se non può dare cattivo esempio.

Ama e ridi se amor risponde, piangi forte se non ti sente, dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.

Passerà anche questa stazione senza far male, passerà anche questa pioggia sottile come passa il dolore.

Poi, d'improvviso, mi sciolse le mani e le mie braccia divennero ali.

Le nuvole vanno, vengono, ritornano e magari si fermano tanti giorni che non vedi più il sole e le stelle e ti sembra di non riconoscere più il posto dove stai.

La solitudine non consiste  nello stare soli, ma piuttosto nel non sapersi tenere compagnia. Chi non sa tenersi compagnia difficilmente la sa tenere agli altri.

Questo nostro mondo é diviso in vincitori e vinti. Dove i primi sono tre e i secondi tre miliardi. Come si può essere ottimisti?

Non era il cuore, non era il cuore, non le bastava quell'orrore, voleva un'altra prova del suo cieco amore.

Quando la morte mi chiamerà
Nessuno al mondo si accorgerà
Che un uomo é morto senza parlare
Senza sapere la verità
Che un uomo é morto senza pregare
Fuggendo il peso della pietà

E adesso imparo un sacco di cose in mezzo agli altri vestiti uguali, tranne  qual é il crimine giusto per non passare da criminali.

Primavera non bussa, lei entra sicura,
Come il fumo lei penetra in ogni fessura,
Ha le labbra di carne, i capelli di grano,
Che paura, che voglia che ti prenda per mano.
Che paura, che voglia che ti porti lontano.

Da bambino volevo guarire i ciliegi,
Quando rossi di frutta li vedevo feriti,
La salute per me li aveva lasciati,
Con i fiori di neve che li avevan perduti.
Un sogno, fu un sogno, ma non durò poco,
Per questo giurai che avrei fatto il dottore,.
E non per Dio ma nemmeno per gioco:
Perché i ciliegi tornassero in fiore,
Perché i ciliegi tornassero in fiore.

E adesso aspetterò domani, per avere nostalgia.
Signora libertà, signorina fantasia.
Così preziosa come il vino, così gratis come la tristezza.
Con la tua nuvola di dubbi e di tristezza.

Ti hi trovata lungo il fiume,
Che suonavi una foglia di fiore.
Che cantavi parole leggere, parole d'amore.
Ho assaggiato le tue labbra di miele rosso rosso,
Ti ho detto dimmi quello che vuoi, io quel che posso.

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