Quel Bar - OS

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Il suono della campanella sancì la fine di quel giovedì e ufficialmente l'inizio delle vacanze natalizie. All'interno della quarta B il clima era di totale euforia, un'atmosfera che solo l'idea di non fare lezioni per 15 giorni poteva creare.
A interrompere le urla e le risate fu Matteo, il quale attirò l'attenzione di tutti i suoi compagni con un sonoro
"Aho regà che cazzo, m'ascoltate un secondo?"
finalmente nell'aula ritornò la calma che permise al ragazzo di parlare con un tono di voce normale
"Propongo di festeggiare questa temporanea libertà con una bella sbronza a Trastevere stasera, ci state?"
ripresero all'istante urla di approvazione. Anche in mezzo a tutto quel caos Simone aveva occhi solo per Manuel, che a pochi passi da lui stava ridendo e contribuendo al casino. Non poteva smettere di pensare che fosse ancora più bello senza la perenne preoccupazione che gli attanagliava il viso lo scorso anno. Sembrava finalmente il semplice diciassettenne che era, con quel sorriso enorme e la leggera barba a contornargli il viso.
Forse sentendosi osservato si girò nella sua direzione e dopo poco lo raggiunse.
"Simò, stasera ti passo a prendere io per andare al locale che non vorrei ti schiantassi di nuovo contro la monnezza dopo qualche shot di troppo"
"Per quanto hai intenzione di sfottermi per sta storia?"
"Più o meno fino a quando campi"
Giura che vorrebbe almeno fingersi offeso per la presa per il culo. Ma quando Manuel lo guardava con quel mezzo sorriso e quello sguardo luminoso, che sembrava rivolgesse a poche persone scelte, si scioglieva come neve al sole.
Doveva decisamente farsi passare i sentimenti che provava per l'altro, perché la cosa stava sfuggendo di mano.

Era finalmente arrivata sera e Simone era carico per la serata, avrebbe sfruttato il locale pieno di ragazzi e l'alcool per cercare di non pensare a Manuel. Con quell'idea in testa decise che non si sarebbe messo i soliti maglioni, così neutri, ma optò per una camicia nera, lasciata deliberatamente con qualche bottone aperto di troppo.
Mentre si spruzzava un po' di profumo sentì il telefono squillare e ,sapendo che era Manuel che lo avvisava che era sotto, lo prese al volo, si infilò il cappotto e scese.
Il ragazzo era lì che lo aspettava, solita giacca e felpa, non c'era nulla di diverso in lui, se non lo sguardo che gli rivolse una volta uscito dal portone. Lo scrutò dalla testa ai piedi e deglutì leggermente, poi, resosi conto che l'altro lo stava fissando, distolse lo sguardo e allungò il braccio per passargli il casco.
"Che è sto cambiamento di outfit? tutto sto impegno per i soliti 4 coglioni della nostra classe"
Simone si lasciò scappare una leggera risata "non è sicuramente per loro, ma chissà, magari stasera potrebbe esserci qualcuno di interessante"
Gli sembrò di vedere un cambio di espressione in Manuel, la mascella che si irrigidiva leggermente, ma forse era lui che si faceva troppe illusioni, d'altronde sotto al casco non è che si vedesse granché.
"Se vabbè sali daje, che stiamo già in ritardo"

Il locale era accogliente, le luci soffuse e la musica non troppo alta. Si sistemarono al
tavolo e Simone riuscì a sedersi tra Laura e Aureliano, a distanza di sicurezza da Manuel, che lo guardava con uno sguardo confuso qualche posto più in là.
Stavolta però Simone era convinto della sua decisione, era arrivato il momento di sradicarsi dalla tela in cui il ragazzo più grande lo aveva intrappolato. Era consapevole che la cosa non si sarebbe mai potuta evolvere, Manuel gli aveva fatto capire più volte che con lui aveva solo giocato, e lui ancora a starci sotto nonostante tutto.
Iniziò a sfogliare sovrappensiero la lista dei cocktail, senza fare realmente caso a quello che stava leggendo fino a quando una voce lo riportò alla realtà
"E tu invece cosa vuoi?" a porgli quella domanda era stato un ragazzo alto, con una matassa di ricci biondo cenere e degli occhi così azzurri da sembrare quasi irreali.
Il ragazzo, che realizzò essere il cameriere, lo stava scrutando in attesa, ma nel mentre i suoi occhi si soffermarono un po' troppo spesso sul petto lasciato scoperto dalla camicia aperta. Questo particolare non passò inosservato a Manuel che aveva già inquadrato il sorrisetto che adornava la faccia del biondino ed il quale non gli piaceva per nulla.
Anche a Simone non erano sfuggiti gli sguardi del cameriere, ma soprattutto aveva notato come Manuel continuasse ad alternare gli sguardi tra lui e il l'altro ragazzo, come a voler tenere sotto controllo l'evoluzione della situazione.
Simone, pertanto cercò di sfoggiare il suo miglior sorriso ammiccante e mantenne fisso lo sguardo del cameriere che stava reggendo il block notes in attesa.
"Non saprei, non avevo ancora scelto, tu cosa mi consigli?"
"Qualcosa di abbastanza forte da farti sciogliere e tornare a casa con me stasera finito il turno"
Simone non si aspettava una risposta così diretta, davanti a tutti i suoi compagni per di più. Non potè fare altro che arrossire e farsi sfuggire una leggera risata, mentre il cameriere con un ultimo sorrisetto iniziò ad allontanarsi.
Dopo qualche passo si girò e facendogli un occhiolino gli disse
"Comunque mi chiamo Samuele e ti porto un quattro bianchi maracuja"
Una volta che fu fuori dalla portata d'orecchio Laura gli si butta addosso e con un urletto eccitato esclamò
"Porca troia Simo, è un bono pazzesco, ma hai visto che occhi, ma poi quella frase?" trovando subito supporto dai mormorii di approvazione delle altre compagne.
Il momento viene subito interrotto da un telefono sbattuto con fin troppa forza sul tavolo. Si gira verso l'origine del rumore e trova Manuel che lo guarda fisso negli occhi troppo serio per una serata fuori con gli amici
"Stai a giocà simò? non dirmi che potresti starci con uno come quello, perché fattelo dire pare proprio un cojone"
Lo faceva infuriare che fosse proprio lui a sentenziare con chi dovesse stare o no, lui che non si era fatto problemi a dargli speranza quella notte, consapevole dei suoi sentimenti, per per poi rifiutarlo subito dopo come se fosse l'ultimo dei coglioni.
"Anche se fosse, non deve essere mica l'amore della mia vita, ma una notte con lui ce la passerei" e lo guardò dritto negli occhi con un sorriso strafottente, per poi tornare a rivolgere le sue attenzioni agli altri
"Ma ragazze, il quattro bianchi cosa sarebbe?"

Quel Bar - OS SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora