La Sala Riunioni stasera sembra un pacco regalo.
L'albero di Natale campeggia al centro dell'ampio spazio. Festoni rossi e dorati rallegrano le pareti spoglie. A lato, in tovagliato sgargiante, ecco un buffet che nemmeno in un hotel lusso: Gamberone alla Wellington e Tortino di Cernia su crema di Porri per convincere lo stomaco; Calamarata con crema di zucca e baccalà, che, si sa, stimola i sensi; Aragosta in gelatina, guarnita di insalata russa e gamberetti scottati, dedicata agli amanti del cenone; Capitone fritto a tocchetti, per gli inquilini con la passione per la tradizione; Panettone ricoperto di croccante cioccolato bianco e torte della casa – di Gino, per la precisione. Le bevande si riposano, in compagnia di bicchieri e piatti di carta rigorosamente dorati, dietro al buffet: lambrusco nostrano, Bianco di Custoza doc, cremant de bourgogne rose di rara armonia (dice Sante), Coca Cola Zero e aranciata.
Di fronte alle cibarie è stato collocato un pc portatile, collegato a casse KRK V6S4, patrimonio personale del programmatore, il quale, stasera – come è facile dedurre – si dedicherà al dj set.
In sostanza tutto è pronto per il Cenone del Condominio.
Si prevede la partecipazione di almeno una cinquantina di persone, una più una meno, che, per l'occasione, hanno versato venticinque euro pro capite – non senza qualche canchero.
Giulia e Raul, tirati come due schiaccianoci, giocano agli indiani augh sotto al buffet e lo fanno dondolare pericolosamente.
La Giustina l'han parcheggiata proprio all'ingresso, così può sparare i numeri del Lotto su chi entra nel salone e, bisogna dirlo, si diverte come pochi.
Sante, in rispetto della tradizione, gira a vuoto con il cavaturaccioli in mano e la pettorina plastificata della Festa dell'Unità 1989.
Mentre la musica inonda di delizia l'ambiente e i partecipanti, fa il suo ingresso la maestra Baroncini. Gino, che, già da mezzora, slumava la porta in evidente stato confusionale, rimane di sasso dinnanzi alla beltà della Nilde. Onde biondo platino, acconciate "a schiaffo", tubino nero attillato, con braccia avvolte in tessuto ricamato trasparente e tacco non dodici, di più. Agli occhi di Gino sembra una valchiria. A braccetto con lei, ma naturalmente nel mondo fisico nessuno lo vede, incede Fausto, tutto avvolto nel gessato del funerale, con l'aggiunta di un cappello alla Borsalino, sagomato a falda più o meno larga.
"Fausto, ti dispiacerebbe lasciarmi in pace almeno la sera dell'ultimo dell'anno?" borbotta sottovoce la Nilde, all'ingresso del salone.
"Mia cara, non posso! Lo sai che alla mezzanotte dell'ultimo dell'anno tutti i fantasmi del mondo possono ritornare in vita, anche solo per pochi secondi".
"E che te ne fai di pochi secondi?".
"Ma come, Nilduccia mia! Ma per baciarti!".
"Per l'amor del cielo! Baciavi da cani anche da vivo!" e, così dicendo, la Baroncini si intrufola come una pantera tra la gioiosa folla danzante.
Gino annusa l'aria, sembra un cane molecolare. Riconoscerebbe il profumo della Nilde tra milioni di persone. E poi non è difficile trovarla, in quanto la maestra, tacchi compresi, fa uno e ottantacinque circa e lo schiaffo platino spunta sopra tutte le teste danzanti.
Sgattaiola come un bloodhound tra i corpi che si agitano a ritmo
"Eccola! Che stile! E che donna..." sospira tra sé e sé, avvicinandosi di nascosto.
"Ciao, Nilde...".
"Ciao, Gino! Ma che fai? Hai la sciatica? Cammini strano".
"Ah,..ehm..no no...ballavo" risponde lui tutto rosso in faccia come un palloncino che sta per scoppiare.
"Senti Nilde, che ne pensi di ...cioè...vorresti ballare con me?".
La Baroncini, stanca di Fausto che continua a sussurrarle sconcerie nell'orecchio, accetta immediatamente.
"La festa è proprio venuta bene" riflette Sante, osservando la calca al buffet.
"Ormai è mezzanotte, è il momento di preparare bicchieri e rosè" ordina a Mr. Rick, che, carico come una molla, muove l'anca a tempo.
"Veh, Rick, ma li hai visti Gino e la Baroncia? Guarda lui come si struscia!" commenta allegramente Sante.
"Mio caro Sante, già tempi addietro indovinai l'amor che passione fa ardere..." e sospira anche lui, che è un inguaribile romantico.
"Nilde, balli come una libellula. Sembri Olivia Newton John. Sei meravigliosa" fa Gino alla maestra.
"Grazie, Gino! Te la firmo anche senza complimenti la petizione!" e, così dicendo, la Baroncini scoppia a ridere.
Accanto a loro Fausto - che con l'appropinquarsi della mezzanotte, sta recuperando la forma materiale sempre più – pesta un piede al povero Gino adorante, il quale sospetta che sia stata la Nilduccia e sopporta con amore e dedizione.
"10! 9! 8! 7! 6!..." urlano tutti insieme nel countdown tradizionale.
"5! 4! 3! 2! 1!....Buon anno!!!".
I tappi esplodono e la schiuma vola in aria festaiola. Baci, abbracci, pacche sulle spalle ricordano a ognuno che, alla fin fine, siamo tutti uguali e siamo tutti nella stessa barca.
Fausto, improvvisamente, si ritrova di carne ed ossa. Si volta verso la Nilduccia cara, che ancora danza con Gino e fa per baciarla, ma...una milf inguainata sulla sessantina lo afferra per la vita e gli scocca il bacio più carnale che abbia mai ricevuto in vita – e non-vita – sua. Tramortito dalla passione della sdora, non riesce a liberarsi e gli tocca soccombere.
Nello stesso momento Gino afferra la Baroncini per vita, la stringe forte da verace maschio italiano e la bacia.
La Nilde, impietrita, crede che Fausto si sia impossessato del corpo di Gino, ma si ravvede immediatamente, in quanto Fausto non ha mai baciato così bene.
Che forza maschia!...che passione!...che virtuosismi! , ragiona, cominciando a cedere al gesto improvviso.
Gino stacca le labbra dolorosamente: avrebbe continuato a baciarla per ore. Ha gli occhi brillanti e le guanciotte lievemente rosee. La guarda, ardente, e ancora la stringe.
"Nilde...io...credo di am...", ma lei lo zittisce, posandogli un dito sulle labbra.
"Balliamo, Gino".
I due ritrovano il ritmo delle danze e, avvinghiati come sardine, si perdono nella calca.
Fausto, nel frattempo, ha perso la corporeità. La situazione, dal di fuori, è piuttosto strana. Proprio al centro della pista da ballo, una donna in gonna e top leopardato bacia l'aria, le braccia arrotondate come se stessero cingendo un compagno. Nessuno può vedere il marito della maestra Baroncini che, dobbiamo dirlo, alquanto arrapato, ricambia lo sbaciucchio.
Sante guarda la Giustina, sua moglie, la quale, a sua volta, gli rivolge un bel sorriso.
"Buon anno, Giusta!".
Foto cottonbro da Pexels
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In mezzo al nulla
Ficción GeneralUn condominio, i suoi inquilini, storie allegre e storie tristi in racconti brevi, da leggere ad alta voce. Il pensatore sulla tazza, di mattina presto, riflette sul nulla. Un racconto breve da leggere ad alta voce e da ascoltare in un istante. Mi t...