M'ARREVUOT 'O COR' E POI TE NE VAI

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fine luglio. fa 'nu caldo e' pazz.

la napoli del 1956 è un pugno sul muso che ti grida tu vuo' fà l'americano. e tu che gli rispondi?
oh, napule.
napoli è una botta di neorealismo e delirio. di fanatismo aristocratico che si mescola alla povertà di strada.
la guerra è finita, le canzoni escono scalpitando dagli studi di registrazione con la stessa velocità di un babà che viene portato via dal bancone di Gambrinus nel centro.
sono gli anni di Carosone, di Aurelio Fierro, di Modugno, Peppino di Capri.
il blues fa l'amore col jazz e ancora con lo swing e il boogie-woogie. orgia di cacofonie.
le botteghe di moda attraggono signorine e signori, finalmente.
però.

però la fame c'è sempre.
quella striscia sotto le porte e non chiede permesso, no. e chi la tiene sotto il tavolo o nel letto con sé, quando la sera fa troppo caldo per prendere sonno e lo stomaco fa male, è costretto a chiedere aiuto alla Camorra. e che cos'è? come lo spieghi a un bambino che tira il vestito perché vuole del pane? a tal proposito, potresti citargli uno statuto del '42 a firma di un certo Francesco Scorticelli, il quale parlava della Camorra come "bella società riformata". che bella società! pensi che il bambino lo comprenderebbe?

suvvia, che napoli è buona. lei abbraccia le persone e loro ricambiano, che tanto non possono far altro. gli affari loschi rimangono dove devono rimanere, che il centro storico ha da rimanere intatto, immacolato. che gli aliscafi e i traghetti hanno urgenza di salpare e far divertire i turisti. che i localetti notturni, i teatri, le botteghe, i musei non hanno mica tempo da perdere con la povertà del sottosuolo. le fecce le lasciamo lì, sotto le suole, a nutrirsi di scorze. per le strade c'è sempre profumo di pane croccante e le gonne lunghe sono sporche di briciole sugli orli. se lo fai notare a una fanciulla, quella ti risponde 'ca nun ce ne fotte niente. poi ride con grazia e se va.
cose 'e pazzi!

camminano a passo svelto, jeongguk e taehyung.
camminano camminano e fanno quasi ribaltare il caffè corretto che gianni ha tra le mani e quello sbraita: «uagliù! aropp ce l'iva pavà vuie a 'o barbiere, si careva 'o cafè!» (ragazzi! dopo dovevate pagarglielo voi, il caffè del barbiere, se cadeva!) ma loro non lo sentono, ché stanno lontano.
stanno tra le braccia di via Chiaia.
claustrofobica, quella li mescola con le altre genti. ogni passo è n'impresa, il respiro s'azzecca a 'e magliette.

jeongguk tiene l'orlo di quella di taehyung per non perdersi. è un bravo ragazzo, lui. non esce molto. i suoi genitori non vorrebbero che stesse con taehyung, adesso. però non si sente tanto di star trasgredento le regole, se pensa che sta a via Chiaia e non da qualche altra parte. come i quartieri spagnoli, ad esempio. un brivido gli cammina al centro della schiena.
eppure fa caldo. così caldo che 'o sole spacca e pret', direbbe taehyung. quando parla la lingua di napoli non gli traduce mai niente, dicendo che uno deve imparare da solo, a orecchio. ma jeongguk è di venezia e lì parlano con le lingue che strisciano come i pesci sul fondale del canal grande. a napoli, invece, la lingua s'attacca al palato. si annoda ai denti. è colpa dello zucchero! ce ne mettono sempre troppo e si pronunciano un sacco di esse e di o chiuse e non si capisce niente.
«nennè, ce ne dobbiamo uscire da 'sta via. ca puzza e ricchezz', nun sient'?» taehyung gli urla e ride. la gente li guarda male. le signore hanno in mano cartoni di pane, guinzagli di cagnolini addestrati, pile di libri e libretti di teatro. addosso hanno vestiti e mantelle di tessuti come quelli che la mamma di jeongguk ama tanto mettere. abiti lunghi e stretti sui fianchi, che fanno sembrare le signorine delle principesse. taehyung si gira sempre a guardarle, soprattutto se sono accompagnate da dei giovani. lo trova divertente. provocare è divertente e, a volte, persino redditizio. jeongguk sa di qualche sua scappatella. non lo biasima. le giovani di napoli sono agrodolci, ripiene di zucchero, amabili, vipere d'acqua dolce. portano gli occhiali da sole dalle sfumature rosse, seducenti. fanno svolazzare quei capelli riccissimi e neri. gonfiano le labbra vergini, pronte a rapire i pensieri di un povero passante. le ragazze di napoli song' n'ata cosa.

، PIOVE SU NISIDA, kth.jjkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora