Shen Pt.3

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Words: 7727

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Taehyung cercò Shen in lungo e in largo per tutto il castello ma non vi era traccia della donna dagli occhi smeraldo e neanche del soldato che aveva minacciato il principe qualche ora prima.
La festa stava continuando nel salone imperiale e nessuno si era accorto della mancanza dei tre principi. Doyun si stava mangiando vivo dai sensi di colpa. Se fosse stato più forte e più furbo sarebbe riuscito a battere l'uomo che l'aveva aggredito e che aveva rapito Shen.

Invece era stato battuto come un sempliciotto qualsiasi e aveva perso l'unica vera amica che aveva mai avuto in vita sua. Sanghun piangeva mentre chiamava a gran voce il nome della donna per tutto il castello, fregandosene di mantenere il segreto come Taehyung gli aveva sempre detto.
Anche il primo principe piangeva mentre rovistava in ogni stanza, in ogni buco e angolo del suo castello. Avrebbe dovuto capire che c'era qualcosa che non andava. Avrebbe dovuto lasciare Shen nella sua stanza al sicuro invece di avere quella stupida e folle idea di portarla al ballo in maschera.

Era stato lui stesso a condurla nella tana del lupo. Quel soldato si era approfittato della sua casa, la sua dimora e il suo posto sicuro per trasformarla in una trappola. L'aveva umiliato, minacciato, deriso e ferito e Taehyung come uno stupido si era lasciato fregare. E ora Shen era sparita e gli sembrava di non riuscire più a respirare correttamente.
Camminava male, sbandava perché il suo cuore era diventato troppo pesante, troppo sofferente e il sangue che esso perdeva gli macchiava i vestiti e le mani.

Voleva urlare. Avrebbe voluto urlare così forte, distruggere qualsiasi cosa sul suo cammino e chiamare subito l'esercito perché trovasse quel vile bastardo e lo uccidesse nell'immediato.
Pensò alle parole del soldato. A come era riuscito a scappare dalla grotta lasciando i suoi compagni lì dentro, a come aveva sparso la voce sull'accaduto quel giorno nel monte Seorak e a come il popolo si sarebbe presto rivoltato contro il castello reale.
Se sapevano ormai che il drago era ancora vivo e che il Re stesso aveva mentito sulla sua morte, non si sarebbero fidati più e presi dalla paura, avrebbero attaccato.

Che cosa ho fatto?
Si chiedeva questo ripetutamente nella mente mentre continuava a girovagare a vuoto per i corridoi deserti del castello. Pensò a Shen, alla sua bellissima donna drago e pensò a quanto fosse perdutamente innamorato di lei e al fatto che forse non avrebbe avuto mai più l'occasione di dirglielo. Solo immaginare il corpo gelido e inerme della donna, gli fece salire un conato e si ritrovò a carponi davanti ad un vaso a rimettere tutto il suo malessere.
Sperava che Shen si trasformasse e si difendesse da quell'uomo ma sapeva anche che lei era fin troppo buona per commettere un simile gesto.
Entrò nel salone imperiale con i vestiti sporchi e sgualciti e l'espressione vitrea. Ciondolò malamente fino al trono del Re e vi si buttò sopra, inginocchiandosi davanti a suo padre.

«A-aiutatemi» singhiozzò con gli occhi gonfi e rossi e le guance rigate dalle lacrime.
«Vi p-prego...aiutatemi» pianse disperato e il Re lo guardò con evidente confusione e preoccupazione prima di ordinare ad un uomo della servitù di prendersi cura del figlio.

One Shot/Kim Taehyung Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora