prefazione

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Non ho mai amato scrivere un diario segreto.
Mi ha sempre ricordato quei vecchi tempi, quella piccola adolescente che pensava di conoscere tutto sull'amore... povera illusa.
"Se l'amore è vero, durerà per sempre" mi dicevano... che grande cazzata.
Io ho sempre creduto nell'amore, anche se ora mi è molto difficile approcciarci.
Non di certo per quegli stronzi approfittatori che ti spezzano il cuore appena inizi ad affezionartici, ma per Fred... dannatissimo Fred.
L'unica cosa buona che mi capitò mai, tolta troppo presto.
Quando mi chiedono, ancora oggi, se secondo me il vero amore esiste, l'unica cosa che mi viene in mente è: "Fred".
Lui me l'ha fatto conoscere e me l'ha portato via in un soffio di vento.
Lui mi è stato fatto conoscere e mi è stato portato via, davvero troppo presto.
Me lo diceva sempre: "Chiara, questo è troppo bello per essere un per sempre", ma io non lo volevo mai ascoltare.
Ho sempre negato tutto e cercato di riunire i pezzi del puzzle che si stavano perdendo, ma è vero che il destino non ci vuole lasciare un attimo di pace un po' più lungo del previsto.
Gli costa davvero troppo.
E se credevamo che avesse già tentato tutte le sue strategie per separarci, tra litigi, falsi tradimenti, segreti mai confessati, non avevamo tenuto conto della peggiore... la malattia.

Fred morí a 19 anni, troppo lentamente.
"Nulla di grave", mi dissero i medici, "si riprenderà fra qualche mese", ma le condizioni continuavano a peggiorare e oramai l'avevamo capito tutti.
Credevano fosse un semplice raffreddore stagionale, poi si trasformò in asma, in bronchite e alla fine, troppo tardi, in tumore ai polmoni.
Tutta colpa di quelle cazzo di sigarette.
Gliel'avevo sempre detto che stava sbagliando ma la mia voce era come un sussurro fra un vociare rumoroso, insignificante ma essenziale; forse era per quello che lo amavo.
Quelle nostre differenze non riuscivano a separarci, assolutamente no, ci tenevano ancora più uniti.
Qualche volta apro ancora quel cassetto dove teneva nascoste le sue chesterfield blu, ne prendo una e l'avvicino al naso.
Sento ancora il suo odore di nicotina e di menta; letale, ma che ti attira sempre più, come il canto di una sirena per un marinaio disperso nella nebbia.
Oramai sono passati due anni dalla sua morte e io ancora mi sveglio la mattina sperando di poter sentire quell'inebriante profumo riempirmi le narici.
Ho provato un po' di tutto: l'alcol, l'erba, la psicologa e poi di nuovo l'alcol, in un ciclo vizioso che non sembrava aver fine; onestamente, nessuna di queste cose è servita a un granché.
Certo, quando mi ubriacavo quel dolore che mi lacerava il petto si faceva più piccolo, però, appena finito l'effetto, ritornavo a sentire questa fitta all'altezza dello sterno che mi faceva mancare il fiato.
Oramai sono passati due anni, ma io sto male come il primo giorno in cui siamo venuti a conoscenza di quella maledetta malattia.
Oramai sono passati due anni, ma io provo ancora un dolore lancinante in tutto il corpo, lo stesso che provavo a vederlo steso sul letto dell'ospedale con quel sorriso da ebete che, pur di non farmi preoccupare, non si toglieva mai dalla faccia.
Oramai sono passati due anni, ma io sento ancora quel senso d'angoscia e d'impotenza, come se il mondo volesse crollarmi addosso, che ho provato mentre versavo tutte le lacrime che avevo in corpo, in ginocchio di fronte alla sua bara.
Oramai sono passati due anni, e sento che è il momento di raccontare a qualcuno la vera storia di me e Fred.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 19, 2023 ⏰

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