A Christmas Tale

0 0 0
                                    

La storia che vado a raccontarvi è la storia di Bolly.
Bolly è un elfo, un elfo di Natale, un elfo di Natale stanco. Stanco di fare il suo lavoro, stanco perché come ogni anno si ritrova fare gli straordinari da agosto sino a dicembre, stanco di leggere stupide letterine di bambini viziati che chiedono venti giocattoli diversi, che sicuramente distruggeranno in un battibaleno.
Il suo lavoro non lo appaga più come un tempo, la gioia che provava nell'impacchettare giorno e notte colorati regali è oramai sparita da un pezzo.
Il povero Bolly è circondato tutto il giorno da elfi ammaliati dalla magia del Natale e entusiasti nell'andare su e giù tutto il giorno per soddisfare le richieste di bambini che mai hanno visto e mai vedranno. Dovete infatti sapere che gli elfi nemmeno sanno come è fatto un bambino, perché non ne hanno mai visto uno.
Questo ha dato modo a centinaia di leggende metropolitane di nascere nel corso dei secoli. Solo quella mattina Bolly aveva sentito Silly, un giovane elfo carico d'energie, che si spaccava dalla mattina alla sera di bastoncini di zucchero, dire a un gruppetto di elfi apprendisti che aveva sentito dire dal Grande Boss che i bambini erano come piccoli armadilli con le mani e i piedi lunghi e piatti come quelli degli elfi.
Sì, come se Silly avesse mai visto un armadillo, o il Grande Boss.
Nessuno nel "reparto incarto" aveva mai visto il Grande Boss, figuratevi Silly che aveva iniziato a lavorare solamente l'anno prima.
Questa era una cosa che faceva ancora di più odiare a Bolly il suo lavoro, erano ottant'anni che lavorava per l'azienda, la vita degli elfi è infatti molto più lunga di quella di noi umani, e mai che "Mister Babbo Natale" si fosse preso la briga di farsi vedere dai suoi "piccoli aiutanti", un comportamento davvero irrispettoso.
Probabilmente Big N. si faceva vedere un paio di volte l'anno al reparto "poliestere" e al reparto "costruzioni", ma mai si era degnato di scendere fino a dove si trovavano loro. Per come la vedeva Bolly, poteva anche tenersi i suoi preziosi regali senza incarto, se per lui non era così importante, ma poi addio sorpresa per i piccoli cuccioli.
Spesso aveva avuto l'idea di lasciare una decina di regali scoperti dalla quell'orribile carta lucente rossa ed oro che era costretto ad utilizzare, giusto per far perdere al Grande Boss un po' di fama, ma poi era stato sconfitto dall'impulso irrefrenabile di nascondere quegli orrendi oggetti in plastica dai colori che davano il mal di testa.
Un altro dei motivi per cui Bolly fece quel che fece fu anche questo, lui aveva iniziato a lavorare per la Santa Claus Company negli anni '50, quando ancora si chiamava Santa Claus and Tons Of Elfs, all'epoca il posto aveva stile e un'etica, i giocattoli erano eleganti, in legno pregiato e stoffe raffinate, ora invece il grande Babbo Natale si era venduto alle peggiori multinazionali del petrolio e tutto era diventato grezzo e di pessima fattura, i giocattoli, una volta tinti a mano dagli elfi più esperti, adesso venivano imbevuti di tintura da un orribile macchinario che spalmava vernici da colori di dubbio gusto sui giocattoli di plastica.
Fu però un avvenimento particolare a mandare Bolly fuori di testa, era un mercoledì pomeriggio di Dicembre, mancavano tre giorni al Grande Evento, tre giorni e Mr. Santa Claus avrebbe preso il volo sulla sua scintillante slitta di marca con le sue renne ciccione per "portare gioia a tutti i bambini del mondo".
Per capire cosa porto l'ira del povero Bolly vi devo prima spiegare che il primo di dicembre, quando gli elfi dell'Azienda inizieranno a lavorare anche i sabati e le domeniche, l'azienda regala un colorato Calendario dell'Avvento, ogni anno è il medesimo, ma gli entusiasti elfi lo attendono con ansia.
Saprete già come funziona un Calendario dell'Avvento, dal primo dicembre fino all'arrivo del giorno di Natale si apre un piccolo regalo. Il Calendario dell'Avvento dell'Azienda funziona allo stesso modo, ed è ricco di dolci e cioccolate. Sembrerebbe una cosa divertente e speciale, ma dovete sapere che gli elfi mangiano dolciumi tutto l'anno, per l'Azienda infatti questo è un ottimo modo per mantenere vivo lo spirito del Natale anche nelle altre stagioni.
Per Bolly un tempo era meraviglioso poter mangiare dolciumi tutto l'anno, la sua famiglia non aveva mai lavorato per l'Azienda e in casa sua si mangiavano per lo più verdure e frutti, ogni tanto sua nonna gli regalava una caramellina all'arancia e per lui quello era uno dei ricordi più belli che ancora conservava.
Non erano ricchi, e per questo Bolly aveva sofferto, e quando era diventato elfo aiutante alla Santa Claus and Tons of Elfs era stato ben felice di aiutare la sua famiglia, ma adesso che sua nonna e i suoi genitori non c'erano più e sua sorella minore era andata a vivere nei boschi irlandesi con una comunità di elfi ballerini era rimasto solo, e gli mancavano immensamente le verdure in padella cucinate da suo padre e i pasticci di carne per le festività preparati da sua madre.
Bolly aveva smesso anni prima di mangiare dolciumi, saltava i pranzi ricchi di biscotti di pan di zenzero e canditi che offriva l'Azienda, aspettando la sera quando sarebbe potuto tornare a casa, dove avrebbe cucinato le svariate verdure che la stagione offriva.
Tornando alla questione del Calendario dell'Avvento, quando Bolly aveva ricevuto il suo lo aveva appeso sopra alla scrivania dove svolgeva il suo lavoro, e se ne era dimenticato.
Se Bolly si fosse ricordato di quel dannato Calendario forse le cose sarebbero andate diversamente, ma questo mai potremmo saperlo, quello che sappiamo è che quell'anno Bolly non regalò dolciumi di contrabbando ai piccoli elfi apprendisti come soleva fare ogni anno per nascondere traccia della mancanza di zuccheri vivaci che non gli saltellavano per le vene come ai suoi colleghi.
Quell'anno Bolly se ne dimenticò completamente, ed è qui che inizia veramente la nostra storia.

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Jan 02, 2022 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

A Christmas TaleWhere stories live. Discover now