Mi dicono spesso che un musicista del mio "calibro" non dovrebbe vivere come vivo io. La prima volta che mi dissero questa parola, ne ricercai l'etimologia, perché mi piace "spremere" le parole per andare al loro "succo". Calibro significa letteralmente "forma da scarpe", e questo mi ha fatto sorridere perché io le scarpe nemmeno le indosso. Mi prendono per pazzo, ma per me i pazzi sono proprio loro a deviare la loro Natura indossando degli inutili prodotti che molto spesso i piedi te li deformano pure. Io il piede lo sto persino perdendo. Coloro che mormorano sul mio conto dicono che la causa sia la mia avversione verso le scarpe, causa di infezioni, malattie, o chissà cos'altro inventano. Io, invece, sono ben consapevole che la condizione del mio sventurato piede è legata al mio diabete. Eppure questo piede fa ancora il suo lavoro. È infatti anche grazie a lui se mi alzo dalla mia poltrona, dopo aver spento la sigaretta sul suo bracciolo destro, e mi reco alla finestra. La apro, perché fumo ma il puzzo che impregna le stanze mi infastidisce, e osservo. Il mio modesto giardino è vuoto, se non fosse per qualche uccellino che passeggia sulla staccionata... questa vista è cambiata tanto rispetto a quando ero un bambino. I miei genitori curavano la casa e il giardino, ma io non lo faccio e mi prendono per pazzo. Quante ne dicono su di me: tutte schifezze senza senso! Non ho tempo per questo, io che ho capito il mio scopo di vita. La mia essenza è la musica, lo è sempre stata, sono nato per quello e non per i fronzoli. Solo suonando e componendo mi allontano dal mondo e sono risucchiato in un universo diverso, e quando poi mi ritrovo a chiudere il pianoforte o il taccuino... mi ritrovo di nuovo in una casa lercia, coi mozziconi spenti sul bracciolo della poltrona, l'odore di fumo ovunque e dove tutto è sottosopra.
Ma questo è solo il mio mondo terreno.
Il vero mondo è un altro, ed io lo scopro, oltre che con la musica, con le mie medicine.
Dicono che mi drogo, che uso cocaina dalla mattina alla sera, ma è uno dei pochi veri antidoti dal mondo che ci circonda, da questa patetica messa in scena!
Chiudo la finestra e mi dirigo alla mia scrivania, dove tengo la mia medicina, ma non la trovo. Sarà persa tra le scartoffie. Inizio a cercare con calma, poi mi arrabbio, mi arrabbio sempre più, sento un fuoco dentro me e inizio a vedere tutto offuscato. Batto i pugni sul tavolo, fortissimo, urto qualcosa. È il contenitore della mia medicina, che per fortuna è intatto... con quello che costa. Con una mano getto tutti i fogli in terra, ne stendo un po' e la prendo. Penso che questa roba sia magica. Dopo qualche minuto, mi sento già nel mio mondo: i pensieri si spengono, il mio piede non mi fa più male, mi sento volare.
Volo al pianoforte.
Chiudo gli occhi.
Inizio a suonare.
Suono, suono, suono.
Le mie mani proseguono ormai da sole, decise, forti, sui tasti. Mi muovo tanto, non riesco a stare fermo. Cado dallo sgabello, e vedo tutto nero.
Mi risveglio dopo un po' grazie ai versi di Albert, il mio corvo, e mi rendo conto di essere svenuto. Con il mio risveglio sono tornato nel mondo, ma non mi arrabbio con Albert.
Cosa vuole saperne lui che ha il solo scopo di sopravvivere, di quello che gli umani come me, definiti "geni", condannati all'infelicità, dobbiamo subire.
In questi momenti di puro sconforto, non vedo che lui, il pianoforte, ad attendermi. Prendo un foglio, il primo che mi capita sotto mano, una penna, e trascrivo la melodia che avevo suonato poco prima. Suono tutto di getto, poi la trascrivo, e me lo ricordo eh!
Sento il campanello suonare. Non apro, sto trascrivendo. Quando finisco, spero che chi si trovava alla mia porta qualche minuto fa si sia annoiato al punto di andare via, però vado a controllare lo stesso, e dallo spioncino vedo un ragazzo vestito elegante, tipico esempio di chi vuole mascherare dietro i bei vestiti le insicurezze, rese palesi dallo sguardo: basso, quasi contento della mia mancata risposta... ed è proprio per questo che ho aperto la porta.
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Composizione e Disgregazione
Short StoryIl Signor Harald è un musicista acclamato in tutto il mondo, un pianista talentuoso come pochi, da molti definito un genio. Come tutti i geni, però, deve scontrarsi con l'altra faccia della medaglia della genialità: la sregolatezza. Vive nel buio de...