Not even the Gods above can separate the two of us

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Sin da quando si è in fasce, solo di due cose eri certo: il nome e il colore. Nessuno ne sapeva il motivo, ma quasi nessuno si poneva questa domanda. Ci prendevi confidenza con gli anni avvenire, capivi che il tuo posto nella società è predestinato da un unico colore, la maggior parte delle volte, che ti porterai fino alla morte. Una targhetta, ma niente di troppo divincolante. E che non solo influisce le tue conoscenze, ma anche chi sarà il destinato a passare il resto della sua vita al tuo fianco. Il rosso con il rosso, il giallo con il giallo, il viola con il viola e il nero... be', nemmeno lui faceva eccezioni. Ed era una vita monotona, alla costante ricerca di qualcuno del proprio stesso colore e con la visuale ridotta, impossibilitato anche solo di guardare con occhi diversi un colore diverso, perché considerato strano, anticonformista. La pecora nera della società. Eppure c'erano quelli coraggiosi, coraggiosi di amare, di non tirarsi indietro neppure di fronte alle difficoltà, ma. Non era il caso di Louis.

Louis si poneva sempre un sacco di domande sul perché nella carta d'identità, poco sotto all'altezza, vi ci era "colore: blu". Perché sono nato blu e non rosso? Oppure perché siamo categorizzati con dei colori? Ed era snervante non trovare risposte, continuare a vivere una vita col punto interrogativo a levitare sopra la sua testa. Ma non era uno scienziato, uomini o donne che neppure loro sapevano darsi una risposta, ne tanto meno un filosofo, quindi cercava di non logorarsi in eterno.

Payno: Ohi Louis, ti va stasera di uscire con noi? Andiamo in quella discoteca aperta da poco con Harry, Niall, Luke e Ashton.

Il liscio storse il naso, osservando confuso il messaggio dell'amico.

«Stasera hai da fare?»

«Ho un impegno, sì. Liam mi ha già chiesto di uscire, ma ho dovuto rifiutare. Anche se, non mi sarebbe dispiaciuto uscire con voi e vedere cosa succedeva.» Zayn ispirò il fumo di una sigaretta.

Louis ridacchiò, lasciando il telefono sul bracciolo del divano, appuntandosi mentalmente di confermare la sua presenza più tardi a Liam e riportando l'attenzione sul pachistano, seduto al suo fianco e con mezza sigaretta fra l'indice e il medio.

«Dai, passa qua.» gli disse e Zayn passò la sigaretta fra le sue dita. «È da parecchio tempo che non vedo Luke e Ashton.»

«Intendi dire da quando Ashton ci ha provato con la sorella di Harry?»

Viola con viola, non erano una brutta coppia. Il mistero, l'unione di due colori adiacenti fra di loro, il fascino erotico. Louis era da sempre attratto dal significato dei colori, e poiché sapeva che avrebbe dovuto conviverci in eterno, era ben predisposto a scoprire sempre di più. Ed era anche attratto dalla teoria su come da due genitori rossi (quali erano quelli dei fratelli Styles) siano nati due colori completamente opposti. Genetica, aveva scoperto cercando su internet. Un po' come se i due genitori avessero gli occhi azzurri e il figlio nascesse con gli occhi marroni, era paragonabile a quello. Anche se Louis poco ci credeva. Voleva dire che nel loro albero genealogico c'era stato qualche intoppo.

«Poteva evitare di farsi trovare nel letto di Gemma la mattina dopo, quando Harry è andato nella camera della sorella.» scrollò non curante le spalle Louis, dopo aver lasciato uscire una nuvoletta di fumo dalle labbra socchiuse.

Zayn ridacchiò. «Ti ricordi quanto ci è rimasto male Harry?» ed Louis annuì, se lo ricordava come se fosse stato ieri.

Lui e Harry non erano amici da chissà quanto tempo, decisamente molto meno rispetto a lui e Zayn, ma erano riusciti a creare un legame solido, paragonabile a quello con il pachistano. Quando il riccio scoprì di questo piccolo incidente, passò le settimane successive a disperarsi con "perché non me ne sono accorto prima?" e Louis, che ebbe il piacevole - o spiacevole - onore di essere il primo a saperlo, dovette rincuorarlo cercando di non ridere per l'assurdità della situazione. "Dovresti essere felice che sia un tuo amico e non uno sconosciuto" tentò, ma Louis non era proprio quel genere di persona bravo con le parole e Harry lo fulminò con lo sguardo. "Proprio perché lo conosco che non mi fido!" urlò, in preda alla disperazione e al nervosismo. Alla fine riuscì a calmarlo, con un film Marvel preso da Harry stesso dalla collezione di Louis, un po' di pop-corn e delle calde coperte a scaldarli.

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