Un secondo colloquio con Grey

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Oltre al racconto di Hannah quella sera non ci fu niente di particolarmente interessante. Non accadde assolutamente nulla.
Alex, quando venne il momento di andare a dormire, si rannicchiò nelle sue calde e morbide coperte, pensando a cosa potesse significare il fatto che gli studenti venissero preparati per ciò che li attende dopo. Che cosa c'era realmente all'esterno? Una domanda interessante senza dubbio, alla quale risponderò a tempo debito.
Il ragazzo pensò ancora al fatto che lui e i suoi amici fossero speciali, e si rese conto che il signor Grey aveva sicuramente qualcosa da nascondere. Il suo sembrare pazzo e il suo continuo urlare erano in realtà solo una copertura. Cercò, come si era detto, di abbandonare la paura e in quel momento prese piede in lui un nuovo sentimento. Curiosità.
-Anthony- disse Alex - Ti devo parlare.
-Dimmi tutto.
Il ragazzo raccontò tutto quello che era successo quel
giorno.
-Wow- rispose Anthony -Non saprei proprio cosa
possa significare tutto ciò... insomma, la voce che ti parla, l'Ariai del libro, Hapis, il fatto che siamo importanti... Sta succedendo qualcosa di grosso.
-Lo penso anche io.

-Poi il fatto che Hapis sia lo stesso ragazzo che hai visto nel tuo sogno deve per forza significare qualcosa.
-Anthony- disse Alex -Tutto questo è assurdo. Abbiamo una missione da svolgere, se quello che dice la voce è vero.
-Sai- continuò -Non ti mentirò. Questa cosa mi spaventa un po'.
-Anche a me Alex. credo sia normale. Però guarda il lato positivo. Sarà difficile, però saremo insieme. Meglio che essere soli, no?
-Si, sono fortunato.
-Perché?
-Non potrei avere compagno di stanza, e amico,
migliore.
Anthony arrossì.
-Andiamo a letto- disse -E domani aggiornami su
quello che dice Grey, che forse non è così strano come fa credere.
Non c'è nient'altro che valga la pena di raccontare prima del secondo incontro con Grey e siccome ho poco tempo vorrei evitare di perdermi nei particolari. Per questo motivo andrò subito al punto e racconterò cosa accadde alla lezione di scoperta e utilizzo dei poteri.
Quando Alex entrò in classe sperò che quel giorno sarebbe riuscito a capire come utilizzare al meglio la propria abilità.
Purtroppo neanche questa volta andò come previsto. Alex prese qualunque oggetto dalla vetrina e si concentrò

su di esso, ma non accadde mai nulla. I suoi amici invece riuscirono quasi tutti a capire e manovrare il proprio potere.
Anthony era in grado di prendere possesso degli oggetti, Hannah di creare qualunque oggetto con le mani e Noemi di cancellare (e forse modificare) i ricordi degli altri. Va detto però che quel "forse" è dovuto al fatto che la stessa Noemi non fosse bene in grado di utilizzare il proprio potere. Era infatti molto difficile da controllare e se a volte riusciva a cancellare intere giornate (raramente), generalmente riusciva ad eliminare solo qualche minuto di vita. Quello che si può dire quindi per riassumere il suo potere è che esso era legato ai ricordi.
L'unico potere che Alex si rese conto di non sapere era quello di Matilde.
Dopo la deludente lezione era ancor più preoccupato poiché il momento tanto desiderato era finalmente arrivato. Avrebbe dovuto parlare con Grey.
Quando tutti uscirono dall'aula, Grey si fiondò dal nostro protagonista. Con un gesto della sua mano la sfera di fuoco incandescente che illuminava l'aula si spense, e Alex seguì timoroso il professor nel suo ufficio.
-Allora Alex, dobbiamo parlare- iniziò Grey, che sembrava molto agitato e impaziente di sbrigarsi. Sudava, e picchierellava con le dita sul tavolo.
-Va bene professore, ma prima mi può spiegare cosa diavolo sta succedendo? Prima urlava, e ora parla in

modo normale, e per di più non so per quale motivo vuole vedermi!- rispose Alex, evidentemente agitato.
-Ci starei arrivando- ribatté Grey, che lo intimò a parlare piano portandosi un dito vicino alla bocca. -Sai, ieri sono riuscito a vedere quello che è successo, spiandoti, vicino alla parete di camera mia.
-Aspetti, posso spiegare-
Alex era spaventato da ciò Grey gli avrebbe fatto. -Non c'è problema. È di questo che ti volevo parlare. -Oh... davvero?- esclamò Alex, sbigottito e incredulo.
Grey si stava dimostrando una persona normale, e proprio per questo era sempre più confuso.
-Certo.-
Alex, per la prima volta, riusciva a vedere il professore in maniera diversa. Iniziava a pensare che fosse una persona affidabile, con cui potersi confidare. Era stranamente tranquillo, in un mondo nel quale tutto sembrava assurdo, senza spiegazione, senza ricordi, senza un briciolo di senso.
-Mi scusi, continui pure.- esordì Alex.
-Grazie- rispose Grey, con un sorriso luminoso e splendente.
-Allora, ho visto che cosa sei in grado di fare. Hai aperto quel passaggio. Come hai fatto?
Alex gli raccontò dei simboli che aveva visto sul muro, senza però accennare alla colonna. Neanche lui sapeva perché.

- Quegli strani simboli che riesci a vedere erano simili a questi?
Grey prese un quaderno con sopra alcuni strani segni. -Si, come fa ad averli.
-Sono un antico alfabeto usato su un lontano pianeta
perduto. Oggi però non esiste nessuno in grado di leggerli, tranne te, che riesci persino a farli apparire in luoghi in cui non esistono per occhi che non siano i tuoi, a quanto io sappia. Tu sei speciale.
-Non credo, non ho ancora scoperto il mio potere.
-Ma è proprio leggere quei simboli, e c'è sicuramente un motivo se ne sei in grado. Nessuno riusciva da secoli e secoli. Sai, esiste una profezia.
-Quella che ho visto in camera sua.
-Io non so cosa tu abbia visto...
Alex raccontò al professore della sua visione, ma non
gli parlò del libro, e anche questa volta senza sapere perché. Non gli sembrava necessario.
-Capisco- ricominciò Grey -Pensiamo che tu faccia parte di quella profezia.
-Chi lo pensa?
-Vedi, io sono qui in questo albergo e sono una spia. Il mondo qui fuori è in condizioni disumane e devo essere in grado di trovare quella persona che riuscirà a salvarlo. Secondo ciò che mi hanno detto, il salvatore sarà colui che può leggere i simboli arcaici dell'alfabeto di Lisara, ed è per questo che credo che sia tu.

"Lisara? L'ariai di quel libro lo ha nominato!" pensò Alex.
- Io? Io salvare il mondo?- chiese sbigottito.
-Si, e ora ascoltami bene. Quando vedrai apparire di nuovo quei simboli, stai a guardare ciò che accade poiché potrebbero essere la chiave per salvarlo.
-Non capisco... cosa dovrei fare?
-Uscire di qui, insieme alle persone di cui ti fidi, che ti potranno aiutare. Devi scappare.
-Ma come possiamo fare? Qui non c'è alcuna uscita. -Io ti aiuterò.
Alex lo fissò in attesa di altre informazioni.
-C'è un altro problema però.
-Quale sarebbe?
-Il direttore.
-Chi?- chiese Alex confuso, che non aveva mai sentito
nominare questo direttore.
-Devi stare attento a chi ti fidi Alex, perché nascosto
tra voi ragazzi c'è il vero direttore dell'Albergo. Lui è il capo, persino più importante della Mirror, che è la sua assistente ed è l'unica a conoscerne l'identità. Neanche io so chi sia, ma so che è nascosto tra voi per spiarvi come un'ombra nel caso qualcuno di voi voglia scappare. È per questo che devi fare attenzione alle persone di cui ti fidi.
Alex si sentì crollare il mondo addosso. Come poteva continuare a fidarsi dei propri amici quando ognuno di loro avrebbe potuto essere un traditore?

-Come posso ora fidarmi dei miei amici se tra loro ci potrebbe essere il direttore?
-Dobbiamo prenderci questo rischio Alex. Ci sono così tante persone qui che le probabilità che sia uno di loro sono basse. Avrai bisogno di qualcuno con cui scappare, non puoi vincere da solo. Cerca di capire se puoi fidarti e a quel punto racconta loro tutto ciò di cui abbiamo parlato. Mettimi pure in pericolo, d'altronde sono qui per questo. Lo so che hai timore, ma senza di loro non puoi vincere.
-Quindi lei mi aiuterà?
-Farò il possibile. Raccontami tutto quello che vedrai e fidati delle persone giuste. Buona fortuna Alex.
-Aspetti, come faccio a uscire dall'Albergo?
-Non ne ho idea, quando sono entrato mi hanno sedato con lo scopo di non permettermi di vederne l'entrata, ma sono sicuro che i simboli ti guideranno. Ora va, non dobbiamo destare alcun sospetto.
Alex si alzò con il viso aggrottato dalla confusione e uscì dall'ufficio.
Mentre camminava si fermò vicino al muro delle emozioni e questa volta riuscì a vedere i simboli in modo più chiaro, si sentiva come attraversato da un'energia, e ora che sapeva quale la fosse portata del suo potere gli sembrava di poterlo controllare meglio. Ma non era vero, prima che potesse leggerle le scritte scomparvero.
Alex, pieno di dubbi, si addentrò nel buio. Dopo questo fatto vi posso assicurare che non successe più

nulla di peculiare fino alla festa di benvenuto. Quel giorno invece di cose ne sarebbero successe tante, anzi, tantissime

Il Pianeta Perduto: l'ombra del direttoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora