Il mito di fisico

3 0 0
                                    

Alex era molto impaziente di poter raccontare ai suoi amici quello che era successo e quella sera si presentò il momento adatto durante la pausa. Aveva infatti cercato assiduamente l'occasione di stare da solo con loro, e quella era perfetta.
Erano seduti sui divanetti nella sala del banco aiuto quando Alex sovrastò le loro voci. -Ragazzi, vi devo raccontare quello che è successo con Grey.
Spiegò loro tutto il discorso fatto sulla salvezza dell'umanità e sul fatto che lui, nella missione, fosse estremamente importante. Non sapeva se poteva fidarsi, ma Grey lo aveva convinto: non aveva altra scelta. Forse fu troppo ingenuo, ma non voleva smettere di credere in loro prima di averne un valido motivo.
-Quindi, fammi capire, nascosto tra di noi c'è il direttore?- chiese Matilde incredula.
-Evidentemente- rispose Hannah, ancor più turbata di lei.
-E come possiamo capire chi è...- continuò Matilde.
-Io... io non lo so.- ammise Alex -Mi ha detto però dobbiamo per forza fidarci gli uni degli altri.
-In effetti- disse Anthony -Da soli non possiamo fare più di quello che farebbe un insetto. Non abbiamo altra scelta.

Noemi decise di intervenire. - Ragazzi, è una situazione difficile, ma qui dentro siamo in centocinquanta. Il direttore potrebbe anche non essere tra noi.
-E comunque- continuò Anthony- Anche se uno di noi fosse il direttore, in qualche modo riusciremo a sconfiggerlo no?
-Si spera- rispose Hannah, cercando di essere positiva -ma ciò che mi stupisce è che quindi potremmo davvero essere speranza di salvezza per il mondo. Chissà salvezza da cosa però...
-Fantastico! La prima cosa che desidero vedere è se la fuori piovono crocchette di patate!- urlò Noemi, saltando sul tavolo con una foga inaudita.
-MA CHE DIAMINE STAI DICENDO!- ribatté Anthony, sconvolto dalle affermazioni assurde di colei che, ve lo anticipo già, avrà un ruolo molto importante nella storia.
-E dai scherzavo, dobbiamo sdrammatizzare un po' no? Ma avete ragione, non ha troppo senso preoccuparsi di ciò che c'è fuori. Prima cerchiamo di capire cosa dobbiamo fare qui.
-Se non vi dispiace- interruppe Alex- Ho bisogno di pensare. Credo che andrò a letto. Spero di riuscire a capire meglio il mio potere per riuscire a scoprire altro.
Alex, stanco da quella giornata densa di rivelazioni, si avviò verso la porta, poi si voltò ed esclamò. - ci vediamo domani alla festa di inizio anno.

Se ne andò.
-Vado a vedere come sta.- disse Anthony, che lo seguì. -Alex!- gli disse.
Lui si voltò. -Dimmi.
-Vengo anche io a letto. Come stai?
-Sono preoccupato- rispose, mentre continuavano a
camminare -Perché non so cosa dovremmo affrontare, e io non ho alcun potere. Come farò?
Anthony lo guardò. -Alex, ci conosciamo da molto poco, però io credo in te. So che è difficile, e sei preoccupato per questa storia del direttore, ma tu sarai molto forte. Sono certo che scoprirai il tuo potere, e che riusciremo a fare tutto.
-Grazie Anthony, sei un vero amico.
Alex lo abbracciò, e si rese conto che era davvero fortunato ad avere qualcuno come Anthony. I due andarono in camera.
Spesso ci sono delle giornate in cui si desidererebbe avere un po' di tranquillità per potersi rilassare sul divano con della cioccolata calda e un film. Queste giornate idilliache ed utopiche in cui si può davvero evitare di fare qualsiasi cosa sono piuttosto rare, ma la giornata della festa di inizio anno fu per Alex stranamente tranquilla fino alla sera.
Tuttavia per Hannah non lo fu affatto.
Dopo colazione, mentre si stava riposando in biblioteca, Sam, un ragazzo del terzo anno dai capelli argentati, si avvicinò a lei.

-Hannah, la signora Mirror ti vuole vedere.
Lei alzò gli occhi, timorosa di ciò che la signora stesse per comunicarle. -Grazie Sam...
Hannah si alzò, credendo di aver già capito la brutta notizia.
La ragazza trovò la professoressa seduta nel suo ufficio, sotto l'albero a bersi un buon caffè.
-Buongiorno Hannah, ti prego di sederti.
-Salve signora Mirror, mi voleva parlare?
-Si, volevo dirtelo di persona dato che so quanto ti
interessa. Tra due settimane, che tu lo voglia o no, distruggeremo la sala della musica.
-Ma professoressa, quella stanza è importante per la nostra creatività- rispose decisa.
-Hannah, devi essere obiettiva. Nessuno oltre a te la usa, non importa a nessuno. È un inutile spazio che potremmo usare per altro.
-Ma è l'unica cosa che riesce a darmi un po' di tranquillità insieme alla biblioteca.
-E allora vorrà dire che passerai più tempo a leggere. -Potrei almeno portarmi via uno degli strumenti?
La signora la guardò, nascondendo il dispiacere che
provava per tutte quelle azioni tremende che aveva compiuto dopo la catastrofe. Cercò di mantenere la voce fredda e distaccata, ma le si incrinò.
-Non credo ci siano problemi. Ora va, buona giornata.- -La prego professoressa, provi a ripensarci.
-Ho detto di no. Va.

Il Pianeta Perduto: l'ombra del direttoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora