Quando Anthony aprì gli occhi si trovava in un angusto corridoio formato da due scaffali. Le mensole di questi erano colmi di oggetti di tutti i tipi. Si avevano gatti di porcellana, giradischi, dischi in vinile, collane e bigiotteria varia.
In fondo a questi scaffali si stendeva un'ampia zona ricca di divani, mobili, lampade, quadri e orologi (a pendolo e a cucù).
Accanto a questo mucchio si aveva la cassa, dietro alla quale c'era un uomo, vestito con un completo elegante e con i capelli ricchi di... forcine, una trentina forse (non chiedetemi perché, non lo so e non lo voglio sapere. Ognuno ha le sue strane abitudini). Stava parlando con qualcuno.
Aveva gli occhi rossi per la stanchezza e quando vide Anthony un grande sorriso spuntò sulle sue labbra.
Attraversò il bancone con un salto, facendo cadere tutto ciò che c'era sopra, e strinse la sua mano con foga (e per molto tempo).
- Buongiorno- disse con voce colma di felicità, quasi piangendo dalla gioia - Benvenuto al negozio di antiquariato e dell'usato "da Simon". Quanto sono contento di ricevere delle visite, sei la prime persona che vedo dopo quanto... Trent'anni forse. L'ultima volta che ho fatto la spesa.- E perché mai non è venuto nessuno?- chiese Anthony cortesemente.
- Sai il ponte è lungo e l'oceano è grande. Non è di certo un posto accessibile questo. In effetti non so perché ho aperto qui questo negozio- rispose l'uomo con un filo di rammarico nella voce.
Un ragazzo si avvicinò, facendosi largo tra i corridoi.
-Scusi- disse stizzito -Guardi che ci sono anche io. Quindi ha visto qualcun altro, e mi stava pure vendendo un libro!
Anthony sapeva che non c'era tempo da perdere, ma nonostante ciò si chiese come mai al signore non venne neppure in mente che non lo aveva visto entrare dalla porta d'ingresso.
- Bene- disse - È stato un piacere ma sono solo di passaggio, continui a servire l'altro cliente.
- Grazie- confermò l'acquirente - Stavamo dicendo.
-NO LA PREGO- Simon esplose in un pianto - NON SE NE VADA, NON POSSO PIÙ DI STARE SOLO.
-Ma per caso io sono un fantasma?
- Scusi ma sONO davvero di fretta.- ribadì Anthony, ignorando i due uomini.
- Capisco- continuò Simon singhiozzando - Però ecco, prima che lei se ne vada mi potrebbe dare una mano? Ho un problema.
Gli occhi di Anthony scintillarono. Era la sua occasione.
- Chiamatemi pure Simon- disse il proprietario.
- Allora Simon- chiese Anthony - Qual è il problema?- Da alcuni giorni c'è un qualcosa che mangia il mio cibo nella dispensa.
- Dispensa?- chiese il cliente misterioso, che rivelò chiamarsi Luke.
- Sì, ve l'ho già detto, l'oceano è grande e il ponte è lungo. Non posso fare così tanta strada lasciando il negozio scoperto. Così trent'anni fa ho comprato le riserve di cibo da tenere in dispensa.
So cosa starete pensando, e la risposta è che avete ragione; quello era pazzo.
- Capisco- mentì Anthony, che in verità non capiva per nulla.
- Benissimo. Come posso capire cosa mangia il mio cibo, per poi mandarlo via?
Luke ebbe un'idea. - Lo so io. Dobbiamo svuotare la dispensa. Togliere tutto il cibo.
- Va bene- acconsentì Simon, che li portò in una gigantesca stanza colma di frutta, carne, pesce, affettati, marmellate, dolci...
Dopo due ore di lavoro era stato tolto tutto il cibo, ma di una qualche creatura nella dispensa non c'era traccia.
Anthony si grattò la testa. - Forse è piccolo e si nasconde tra il cibo?
- Non so- disse Luke- Ma ho un'idea sul come possiamo esaminare la stanza.
- Come?- chiese Simon curioso. - Con l'acqua.- rispose.Luke aprì i lavandini che c'erano nella dispensa e impedì all'acqua, con il suo potere, di entrare nello scarico. Così riempì la stanza e, dopo aver chiuso la dispensa, impedì all'acqua di uscire dalla fessura della porta.
- Ora dobbiamo solo aspettare che la dispensa sia piena- concluse Luke, che controllava i liquidi.
Fece uscire dalla serratura della porta una linguetta d'acqua fluttuante, in cui inserì il dito.
Luke si concentrò e riuscì a percepire cosa fosse immerso nell'acqua, com se potesse vedere tutto attraverso le dita.
Trovò un qualcosa che sembrava una piccolissima donna in balia delle onde. La trascinò sopra la propria mano e fece uscire l'acqua dalla stanza attraverso gli scarichi del lavandino.
Nella sua mano si trovava una ragazza piccola come un fiore.
- Scovato il problema- disse Anthony.
La donna assunse di colpo dimensioni umane e tossendo sbraitò - MA VI SEMBRA IL CASO? SAREI POTUTA AFFOGARE.
Simon le rispose arrabbiato - E a lei sembra il caso di rubarmi tutto il cibo!
La donna si afflosciò- Scusi, sono mortificata, ma non ho una casa.
- Avresti potuto dirmelo subito- gli disse Simon- Ti avrei potuto ospitare! Mi sento così solo qui!- Cosa sta cercando di dirmi?- chiese la ragazza speranzosa.
- Che puoi restare qui con me, almeno anche io non sarò da solo.- l'uomo si girò verso Luke ed Anthony - Voi invece potete andare. Grazie.
-Si ma, potrei avere il mio libro?- chiese Luke. -Prendilo, è un regalo- concluse Simon.
- Ti chiami Anthony, giusto?- disse Luke.
- Sì- rispose lui.
- Ma quale razza di persona si fida di una che gli rubava il cibo e la fa vivere con lui senza neppure sapere chi è.
Anthony rise. -Dobbiamo dire a chi scrive le storie di questi test che deve crearle in modo che siano più verosimili.
Anthony aveva ragione. Mi scuso per le insensatezze che potreste riscontrare in questi capitoli, ma non dipende da me.
-Come?- chiese Luke, confuso.
-Niente- rispose Anthony, resosi conto di quello che aveva detto sul test -Bello il tuo potere. In cosa consiste esattamente?
-Controllo i fluidi, e li posso anche esaminare. Anthony si fermò e fissò la porta pensieroso.
-Cosa c'è?- chiese Luke.
- Cosa vuol dire che il ponte è lungo e l'oceano è
grande?
-Oh, lo capirai appena la vedrai.- Cosa?
- L'acqua.
I due aprirono la porta. Anthony capì. Il ponte è lungo e l'oceano è grande.
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Il Pianeta Perduto: l'ombra del direttore
FantasiaChe cosa succede realmente all'interno dell'albergo Alex non lo sa. L'unica cosa che conosce è di essere stato trasportato lì senza ricordi, con la sola consapevolezza di avere dei poteri speciali che gli serviranno una volta liberato, dopo cinque a...