- OH SIIIII- urlò gioiosa la boscaiola - GRANDE IDEA RAGAZZA.
- Grazie...- disse timidamente Roberta.
La donna quindi si girò in direzione del lago e prese a camminare, poi si voltò. - Non mi seguite?
Matilde ed Alex si guardarono riluttanti, ma, prima che potessero discutere sulla possibilità di fidarsi di lei, Roberta, che non sapeva cosa fosse successo loro, decise di seguirla. I due fecero quindi lo stesso.
- Sapete,- disse la donna- E' da tanto che nessuno passa di qui, a parte due ospiti che abbiamo da ieri. Vi accoglierò nella mia locanda.
- Locanda?- chiese Matilde.
- Ma certo! Volete dire che non mi sono presentata?
- No, non si è presentata. Ha fatto esplodere quella
cosa e ci ha intimato di seguirla.- rispose ironico Alex.
- Oh che sbadata. Comunque sia, ora posso rimediare al mio errore. Mi chiamo Elise e gestisco un piccolo albergo qui nel bosco insieme a mia moglie. So che starete pensando che è assurdo costruire un albergo nel mezzo del nulla, ma la città più vicina è a cinquanta chilometri da qui e ai pellegrini che si dirigono alla Fonte
del Tempo serve un luogo dove ristorarsi.- La Fonte del Tempo?- chiese Roberta quando il gruppo raggiunse il lago da cui era emersa quella creatura.
- Fatemi indovinare,- disse Elise ignorando la domanda di Roberta, alle quale però poi si rivolse. -Ti rispondo dopo cara.
- Avete- continuò la locandiera (Carlo non voglio nominare la tua opera senza diritto, devo solo evitare le ripetizioni) - Lanciato un sasso nel lago, vero? Non avete visto il cartello?
La donna mostrò nascosto il segnale di avviso tra le fronde di un cespuglio. "non gettare sassi nel lago", diceva.
- Ehm... no- rispose Alex con un ghigno colpevole.
-Non c'è problema, non si vede molto in effetti- spiegò Elise - Dopo aver circumnavigato il lago e dopo un'oretta di camminata arriveremo alla locanda. Cavolo ho dimenticato nel bosco il legno tagliato! Lo tornerò a prendere domani- si maledisse la donna, poi si rivolse a Roberta - Comunque cara, la Fonte del Tempo è un luogo in cui alcuni pellegrini si recano per pregare l'Ariai del tempo. Una stupida tradizione che però mi frutta molti soldini, anche se questa stagione è un po' fiacca.
Il resto del percorso fu occupato da Elise che raccontò senza smettere di parlare per un secondo la storia di come incontrò nella grande città di Lisbondra sua moglie Julie e di come decise di aprire con lei questa locanda sperduta nel nulla.Dopo un'ora di camminata nel bosco si osservò in lontananza una grande costruzione di legno.
- Eccoci arrivati. Questa è la locanda Wjcoagwpfgvhne.
Non chiedetemi che nome sia o come si pronunci perché davvero non ne ho idea.
La locanda era una grande e semplice struttura di legno decorato con motivi floreali. Aveva cinque piani e in cima al tetto si aveva una piccola torre campanaria.
- Un vero gioiello di architettura- spiegò Elise- Prende nome dal suo architetto, il migliore del mondo, Haofgejuvbiaehniojiuher Wjcoagwpfgvhne. Possiamo entrare.
Elise spalancò la porta e i ragazzi entrarono in un magnifico salone, di legno anch'esso. I muri erano coperti di glicini in fiore. Sul lato sinistro si aveva il bancone della reception e nel centro della sala, davanti ad una parete di legno, una grande statua di pietra raffigurante un dragone svettava maestosa. Attorno alla scultura erano posizionati dei divani, sui quali erano seduti, come aveva spiegato Elise, gli unici due clienti della Locanda. Una donna chiamata Cassandra Broomsmood, pellegrina, e un uomo, Jackson Jacksin, pellegrino anch'esso.
- JULIE- urlò Elise- Abbiamo tre nuovi ospiti!
Dalla sala dietro il bancone entrò una donna agghindata con un elegante vestito celeste, a cui spuntò un gran sorriso sul viso, nascosto dai capelli rossi..Strinse la mano ai nuovi arrivati con forza
- E' un grande piacere conoscervi- disse con gioia - Sono Julie, al vostro servizio.
- Tesoro- annunciò Elise alla moglie - Dai tre camere ai nostri amici.
Julie porse loro le chiavi.
- Ci ritroviamo tra un'ora e mezza per la cena.
I ragazzi andarono in camera, mentre in lontananza
Julie diede un bacio ad Elise. Alex le guardò, e pensò di nuovo ad Anthony e Hannah. Che fare?
All'ora di cena Alex, Matilde e Roberta scesero nella hall dopo essersi lavati e si misero seduti al tavolo con Elise, Julie, Cassandra Broomsmood e Jackson Jacksin.
- Piacere- disse Cassandra.
-E' un piacere anche per me- aggiunse amichevolmente Jackson, che si era dimenticato di salutare, dopo una gomitata di Cassandra, sua compagna di pellegrinaggio.
Julie portò a tavola dei deliziosi piatti di spaghetti al ragù e chiese ai ragazzi cosa ci facevano nel bosco.
Panico. Ansia. Paura. Nessuno di loro aveva la minima idea di quale scusa inventarsi.
Roberta prese le redini della situazione - Stavamo raggiungendo il villaggio che c'è a cinquanta chilometri da qui.
Fortunatamente abboccarono tutti.- Vi serviranno delle provviste- notò Elise con un sorriso - Domani, o quando partirete, saremo lieti di darvele.
- Grazie mille- disse Alex con gratitudine.
Dopo la cena Elise si alzò. -Grazie di esservi fermati qui per la notte. La cena è finita, ma chi vuole può rimanere qui nella hall.
I due pellegrini salutarono e andarono a dormire.
- Alex, tu che fai?- chiese Roberta.
- Voglio stare qui un attimo.
- Io devo riposare, buonanotte- disse Matilde, che poi
si recò in camera, seguita da Roberta.
Anche Julie salutò Alex, che si era seduto su dei
divani.
Il ragazzo si mise a pensare di nuovo a tutta questa
situazione. Pensò alla morte di Grey e si chiese come fosse accaduto. Avrebbero dovuto essere più prudenti. Dopo aver ricacciato dentro le lacrime si rese conto della fragilità della vita. Ripensò al direttore, di cui ancora non conosceva l'identità.
Alex rifletté sul fatto che lui sapesse benissimo che sarebbero scappati. Voleva forse vedere fino a che punto sarebbero stati in grado di spingersi, anche a costo di rischiare una reale fuga? Era forse un pazzo che stava giocando con loro?
Ma il ragazzo non si perse d'animo. Non lo avrebbe mai fatto, nonostante tutte le morti, la sofferenza e le scelte difficili che avrebbe dovuto fare. Non si arrese,decise che sarebbe riuscito nella sua impresa, e che avrebbe salvato il mondo.
Eppure si sentiva vulnerabile, triste, arrabbiato, confuso.
Mentre era assorto in questi pensieri Elise gli si sedette di fianco.
- A cosa pensi, Alex?- chiese la donna.
- A nulla in particolare- rispose, consapevole di non poter dire la verità.
- Non mi inganni. Capisco quando qualcuno sta male.
Alex cedette, tanto non l'avrebbe mai più rivista. Non era neanche una persona reale, quindi perché non confidarle tutto?
- Mi sento molto confuso. Una persona importante per me è appena morta e non penso di essere in grado di riuscire a fare ciò che lui voleva, ma non posso fallire. E ora non sono neanche in grado di capire di chi posso fidarmi. E poi penso che mi piacciano due persone, ma non so con quale vorrei stare...
- Vedi- rispose Elise- Nella vita spesso succede esattamente quello che non vorresti, ma accade. Bisogna essere coraggiosi, bisogna riuscire ad andare avanti anche quando la forza di farlo non c'è. Devi anche ascoltare ciò che il cuore ti dice, perché esso ti dirà di chi fidarti. E magari la persona che lui ti aveva suggerito, alla fine si scoprirà essere proprio la persona a cui non dovevi dare fiducia. Questo significa che il cuore ha sbagliato? No, ma solo che era necessario un tradimento per arrivare ascoprire la verità. Il cuore ti consiglierà la strada giusta, anche per quanto riguarda i tuoi problemi amorosi.
La donna gli diede una gomitata sorridendo, poi lo abbracciò. Alex non lo aveva mai rivelato, ma in tutta quella sofferenza era proprio quello che gli serviva. Il ragazzo scoppiò in lacrime pensando a Grey, Anthony e Hannah.
- Alex- disse Elise con voce amorevole - Andrà tutto bene. Vai a dormire.
Alex osservò il muro di legno dietro la statua e per un istante apparvero le lettere che solo lui poteva leggere. Distolse lo sguardo e fissò Elise.
- Grazie- sussurrò, e si diresse in camera.
Mentre saliva le scale si chiese come mai quella donna lo rassicurava tanto. Si fidava di lei, il cuore era consapevole che fosse la scelta giusta.
Si infilò nel letto e si addormentò.
Purtroppo fu svegliato dall'urlo disperato di Julie. Scese correndo, insieme a tutti gli ospiti, nel salone,
dove, per terra, la donna piangeva sul corpo mezzo polverizzato di Elise.
Era morta. E Alex si chiese perché, infine, dovesse sempre giungere.
La morte.

STAI LEGGENDO
Il Pianeta Perduto: l'ombra del direttore
FantasyChe cosa succede realmente all'interno dell'albergo Alex non lo sa. L'unica cosa che conosce è di essere stato trasportato lì senza ricordi, con la sola consapevolezza di avere dei poteri speciali che gli serviranno una volta liberato, dopo cinque a...