Rivoglio Alex

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Anthony, il direttore, si allontanò dal tavolo, mentre tutti lo guardavano impietriti, per dirigersi verso quello degli adulti.
-Non ci posso credere,- disse Matilde.
Si accasciò sul tavolo con le lacrime agli occhi. Gli altri erano tutti sconvolti, nessuno aveva la forza di commentare.
Prima che Anthony potesse parlare, Roberta entrò nella sala da pranzo e si avvicinò timidamente e intimorita al tavolo. -Ciao, cosa succede?
-Dove sei stata?- chiese Alex preoccupato. -Stai bene? -In Camera- rispose -Perché Anthony è lì?
Prima che qualcuno potesse rispondere il direttore
iniziò a parlare.
-Buongiorno, come potete aver intuito sono stato
scoperto e oramai sono obbligato a rivelarvi la mia identità. Sono il direttore.
Anthony spiegò cosa significassero queste parole, e cioè che era capo della struttura ed era nascosto tra loro.
Si sollevò un brusio di sottofondo, ma nessuno osò dire nulla. Roberta lo guardò inorridita e si sedette sconvolta.
-Vi starete chiedendo sicuramente perché ero nascosto tra voi? Per controllarvi ed evitare che scappaste. Tutto

questo lo faccio per il vostro bene e comprendo solo ora che forse è meglio non stare nascosti per osservare meglio ciò che fate. Ma ho delle buone ragioni.
-Non vi preoccupate- continuò- Non cambierà nulla, ve lo assicuro. Esigo che ognuno di voi continui le sue attività come se non fosse accaduto nulla. Stefany, vuoi aggiungere qualcosa?
La signora Mirror annuì. -Da oggi le lezioni di scoperta e utilizzo dei poteri sono finite quindi potete...
-Potete recarvi da me a prendere il nuovo orario- disse Anthony, che poi prese in mano dei fogli di carta.
I ragazzi si misero in fila e dopo poco tocco ad Alex. Anthony gli porse il foglio, sorridendo maliziosamente. - Tieni Alex, buona giornata.
Alex si trattenne dal tirargli un pungo.
Anthony si avvicinò al suo orecchio. -Ti conviene non fare nulla di azzardato, perché io non sono come la Mirror. Non mi faccio intimidire, da nessuno.
-Fai il bravo e non sarò costretto ad ucciderti. Non vorrai fare la fine di Grey, giusto?
Alex rimase impietrito. Anthony gli sorrise freddamente.
Il ragazzo prese il foglio e uscì correndo fuori dalla sala da pranzo.
Corse verso camera sua e una volta entrato si mise ad urlare, si avvicinò rabbioso al letto di Anthony, lanciò via il suo cuscino e dopo averlo disfatto gli tirò due calci. Si mise a terra a piangere.

Lucy gli apparve vicino:-Alex vuoi...
-No- disse ancor prima di farle finire la frase -Non ho voglia di parlare. Non voglio nulla. Tu e Michael potete pure continuare a stare tranquilli, va tutto bene.
Lucy, probabilmente percependo i passi di chi stava arrivando, sorrise e si dissolse.
Hannah entrò in camera. -Alex, sei qui?
Lo vide per terra, si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla.
-Andiamo- disse-Abbiamo da fare. Dobbiamo spiegare tutto a Roberta, ora che sappiamo che non è lei.
Con la voce incrinata lui cercò di rispondere. -Perché tutto questo...
-Non lo so Alex, non lo so proprio che senso abbia tutto ciò che sta succedendo.
-Io mi fidavo di lui, gli ho dato tutta la mia fiducia. E ho sbagliato. Quando Etlaife lo ha ucciso ho sofferto per nulla! L'ho avuto in camera per tutto questo tempo, è stata una delle prime persone con cui ho parlato dopo aver perso la memoria e... non lo so. Ha anche ucciso Grey. La Mirror lo sapeva, e ora lo sanno anche tutti gli altri.
Lui la guardò. -Mi ha baciato, Hannah. Io ho baciato quelle luride labbra, e mi è pure piaciuto!
-Risolveremo tutto.- disse lei, senza sapere cosa dire per consolarlo.

-Non è vero, è una bugia. Smettetela di dire che si risolverà tutto. Non potremo neanche scappare stasera, perché altrimenti ci ucciderà.
-Ci sarà una soluzione che ce lo permetta.
-No, non c'è più oramai. Mi arrendo, andate voi se volete.
-Non possiamo andare senza di te.
-E allora non andrà nessuno.
-Alex ma...
- Non lo capisci? È finita, abbiamo fallito! Alex si rese conto di aver urlato.
-Scusa Hannah.
Hannah cercò di nascondere la delusione che le aveva dato scoprire l'identità di Anthony e si alzò in piedi.
- Questo non sei tu Alex.
-Cosa intendi dire?
-Non sei l'Alex che conosco io. Quello che io conosco
si è sacrificato per salvare i suoi amici. Non si è arreso di fronte ad un oppressore, e non lo avrebbe fatto di fronte a nulla. È quello che è venuto a parlare con me solo per aiutarmi, che avrebbe fatto di tutto per salvare la sala della musica. Questo non sei tu, e io rivoglio te. Tutti gli altri confidano in te, sul fatto che tu sarai il primo che non si arrenderà, che darà un pugno ad Anthony e che andrà da loro senza esitazione a dire: "Ragazzi, stasera scappiamo, non importa cosa ci farà". Torna ad essere Alex. Tutti contano su di te, e anche io, perché tu sei coraggioso. E questo sai cosa significa? Che riesci a non

arrenderti anche quando la forza per andare avanti non c'è più.
Lei fece per girarsi e andarsene, ma Alex le prese la caviglia e si alzò.
-Hannah- disse -Stasera scappiamo, non importa cosa ci farà Anthony.
La ragazza lo guardò, sorrise e gli si gettò tra le braccia..
-Dovresti spiegare a tutti quello che hai visto ieri sera e dovremmo trovarci per organizzare un piano. Anthony potrebbe cercare di controllarci... come facciamo?
-Non potrà seguirci in ogni luogo, avremmo occasione di stare tutti da soli no?
-Alex, io ne dubito. Quando mai potremmo...
-Bastano anche cinque minuti per raccontare a tutti cosa ho visto.
-E come organizziamo un piano?
- è questo a preoccuparmi. Sicuramente Anthony metterà delle guardie in giro stanotte, si accorgerà di quello che stiamo per fare. Inoltre sa che stiamo aspettando l'arrivo della spia.
Ma, piccola anticipazione, non ci fu nessuna guardia. Il piano del direttore era diverso (e decisamente poco funzionale, in realtà. Anche se sarebbe stato decisamente a prova di bomba se i ragazzi non avessero avuto tutti quei poteri. D'altronde il direttore non era a conoscenza dell'aiuto che avrebbero avuto e non sapeva quali grandi vantaggi davano le scritte che Alex poteva vedere.

Fuggire era davvero impossibile, in quanto l'ingresso era inaccessibile a tutti, ma non per Alex).
-Non sarebbe forse meglio aspettare domani?- esclamò Hannah.
-No, ho un'idea!
-Quale?- chiese la ragazza con trepidazione.
-Dopo pranzo ci troviamo in piscina, e lì vi spiegherò
tutto. Ora devo andare al banco aiuto, tu?
-Davvero? Anche io! Andiamo.
I due uscirono nel corridoio per dirigersi nel luogo del
loro lavoro.

Il Pianeta Perduto: l'ombra del direttoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora