La canzone

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Dopo un'ora passata al banco aiuto Alex e Hannah non avevano ancora visto nessuno, e si erano decisamente stufati.
Proprio in quello stesso istante entrò un ragazzo dalla felpa blu, lasciando aperta la porta. Si avvicinò al bancone con aria sconsolata. -Ciao ragazzi.
-Ciao John- rispose Hannah mentre fissava i suoi capelli, neri e cortissimi- Potresti chiudere la porta?
-Certo, scusa Hannah- Il corpo del ragazzo si immobilizzò e lui si librò come un fantasma al di fuori di esso. A grande velocità volò verso la porta e la chiuse, poi rientrò nella sua persona.
-Grazie- disse Hannah, che poi notò la sua aria sconsolata -Qualcosa non va?
-Ovvio che qualcosa non va, ti rendi conto di quello che è successo? Da lui non me l'aspettavo proprio...
Alex intervenne. - Lo conoscevi?
-Ho giocato a biliardo con lui, l'altra sera, mi sembrava una brava persona. Era in camera con te vero?
-Sì- rispose osservando il suo naso a patata e le sue lentiggini.
-Come stai? Dev'essere stato un duro colpo...
-Durissimo, però una persona speciale mi ha aiutato a non arrendermi.

Alex osservò Hannah, che era arrossita. Eppure sorrideva.
John guardò Hannah -Mi dai una scopa? Serve alla Scarf.
Lei gliela porse e lo salutò, mentre lui usciva dalla sala.
Hannah si rivolse all'amico. -Mi spieghi il tuo piano? Alex lo fece.
-Spero funzioni.
-Nei libri che hai letto in biblioteca,- chiese Alex
curioso -Non c'era mai, come protagonista, un gruppo di amici?
-Si...
-Nessuno di loro è mai stato tradito?
-Si.
-E cosa facevano.
-Andavano avanti lo stesso.
-Ecco, lo faremo anche noi.
Alex cercò di migliorare l'umore dell'amica, che stava
sicuramente riflettendo sulle sue ultime parole, chiedendole di suonare qualcosa al pianoforte che, dopo l'abbattimento della sala della musica, era stato posizionato al banco aiuto..
-Hannah, mi fai sentire qualcosa al piano? Sul suo volto si formò un timido sorriso. -No dai non sono così tanto brava..
-Ti prego.

-Oh va bene, ma questa me la segno. Mi devi un favore.
Si avvicinò allo strumento, si sedette e iniziò a suonare. Ogni tasto schiacciato librava nell'aria una nota che creava in Alex una strana sensazione. Si sentiva benissimo, nulla avrebbe potuto rovinare quel momento.
Si avvicinò al piano continuando a sentire le farfalle nello stomaco e ascoltando la dolce melodia che Hannah stava suonando. Poi successe una cosa inaspettata: lei iniziò a cantare.
La sua voce era trasparente e angelica e il suo timbro vocale raggiungeva note molto alte. Quella canzone non aveva parole, erano solo suoni, ma fece stare Alex come non stava da tempo: bene. Hannah era davvero strepitosa.
Alex era allibito, non sapeva cosa dire. -Hannah io... -Non dire nulla- rispose lei, sorridendo.
-Ma sei spettacolare.
-Non è vero, non sono brava- rispose lei -sei tu che
non sei imparziale.
-L'hai scritta tu?
-In realtà l'ho trovata su un foglio piegato dentro un
vecchio libro. Ma in ogni caso non importa perché, ripeto, non sono brava.
-Ma certo che lo sei- disse una voce vicino alla porta.
I due videro Anthony avvicinarsi a loro.
-Non sapevo che fossi così brava a cantare, Hannah-
notò.
La ragazza non gli rispose.

-Cosa c'è, perché non dici niente?- poi si rivolse ad Alex, con il broncio -Tu sai perché è arrabbiata con me?
-Che cosa vuoi?- chiese il ragazzo irritato. -Parlarvi.
-Di cosa!- urlò Alex.
-Probabilmente voi non capite ma...
-No, non capisco Anthony. Non capisco perché tu stia facendo questo e non capisco perché tu abbia ucciso Grey. Ma sai una cosa? Non mi interessa.
-Alex, se tu la smettessi di comportarti come un bambino e mi ascoltassi capiresti che...
-NON HO NULLA DA CAPIRE! Andiamocene Hannah, è ora di pranzo.
-FERMI!- disse Anthony, il cui volto cominciò ad essere rigato dalle lacrime -Voi non capite... -la voce si incrinò -Vi prego ascoltate.
-COSA!
-Alex calmati- disse Hannah -Non sappiamo cosa potrebbe farci.
-Anthony, ti rendi conto? Ieri mi hai baciato, stamattina mi hai minacciato di morte, e ora vieni qui a parlare come se non fosse accaduto niente. Credi che piangendo nasconderai quello che sei? Non puoi corrompermi. Mi fai schifo.
-Tu non capisci, credi davvero che questo sia ciò che voglio e che...- Anthony si bloccò. Sapeva di non poter parlare.
-Cosa.

-Nulla- rispose -Fate bene ad odiarmi. Andatevene.
I due corsero fuori mentre Anthony li guardava. Accanto a lui si materializzò una donna. Il vestito
celeste la copriva fino ai piedi e al collo portava una collana con un grande orologio dorato come ciondolo.
-Quante volte ti devo dirti che non puoi dirglielo, che non puoi spiegare loro la verità?- disse.
-Ellifore lo so ma...
-No, ascoltami, ti ho già detto quello che devi fare. Il destino si materializza da solo. Ho creato insieme a te il piano per evitare che fuggano, e ora vediamo cosa accadrà. Se riusciranno a scappare è perché DOVEVA andare così. Devi fidarti di quello che ti dico. Ari Sa quello che fa, lei sa tutto. So che vorresti cambiare quello che è successo, ma quante volte te lo devo dire? Cambiare le cose non è il tuo destino. É il loro, e se vuoi loro bene, devi fare quello che ti dico. Andrà tutto come è giusto che vada.
-E se invece la scelta migliore fosse proprio farli rimanere qua?
-Mi stavi ascoltando?
-Il piano per fermarli, non so se funzionerà. Eppure deve funzionare, è impossibile che riescano a liberarsi.
-Se non funzionerà è perché è giusto che loro scappino.
-è più difficile di così! Sappiamo cosa accadrà se scapperanno.

-Forse è lo stesso la cosa migliore. Tutto andrà come deve andare. Te l'ho appena detto.
-E allora saremo punto a capo...
-Non necessariamente.
-Ellifore, piantala di essere così enigmatica! Tu devi
per forza saperlo!
-Purtroppo ti sbagli. L'uomo è in grado, a volte, di
ingannare il tempo, sai? Essere me non significa sapere quello che accadrà, soprattutto se come in questo caso è un qualcosa del tutto nuovo, che sorprenderà tutti, compresa me. Se Alex riuscisse a cambiare il corso del tempo si formerebbe qualcosa di nuovo, qualcosa che neanche io conosco. Ari è l'unica che sa la risposta, e io seguo quello che lei mi dice.
-Non capisco cosa fare. Ho temuto a lungo questo giorno, a ora devo compiere una scelta...
-Non posso dirti nulla. Ma dimmi, ti ricorderai di questo momento anche se non sto davvero parlando con te?
-Si, lo sai. Ma tu chi diamine speri che vinca!
-l'Ordine, ovviamente. Credo che ciò che stiamo facendo sia la scelta migliore. Ricorda che la loro vittoria sarebbe anche la tua. Devi sembrare un nemico, ma ciò che fai per loro è per il loro bene. Sei una pedina, ma sei anche un alleato.
-Un ultimo consiglio- disse lei -Stasera lascia i ragazzi da soli nelle prigioni, solo con Rose, e portati sempre dietro i ricordi di Anthony. E poi ricordati di non usare il

tuo potere nella Biblioteca dei Ricordi, se dovessero arrivare fin lì, è un luogo sacro.
La donna scomparve e Anthony rimase dubbioso a guardare il nulla. Doveva farli scappare?

Il Pianeta Perduto: l'ombra del direttoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora