The beginning.

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17 Marzo 2008- Londra

Carol, seduta sulla sua poltrona rivestita di un tessuto rosso fuoco, protende il braccio e punta il telecomando verso il grande schermo della sua TV di ultima generazione.

Un regalo della sua bellissima nipotina Lacey, inutile secondo lei, che tra l'altro non ha ancora imparato ad usare, non riuscendo nemmeno a cambiare canale. L'unico programma che era riuscita a vedere in tutti quei mesi era "Gambero Rosso" e lei, dal canto suo, pensava che non avrebbe mai cucinata in tutta la sua vita il "riso venere con code di mazzancolle" e men che meno le "capesante gratinate alla provenzale su letto di cipolle caramellate, peperoni alla soia e Brandy" dato che l'unica cosa che aveva in casa di quegli ingredienti (e non se ne preoccupava minimamente) erano le cipolle.

E forse il Brandy, ma quello era nascosto da occhi indiscreti.

La sua "piccola" nipotina, ormai diciassettenne, entra nella sua casa con le guance rigate dalle lacrime, sbattendo con furia il grande portone di legno, facendo un gran tonfo.

Carol si passa la mano tra i capelli bianchi, qualcosa non va, non va per niente.

Aspetta che la ragazza richiuda la porta, rimanendo in silenzio e, quando sente il rumore della serratura che viene bloccata, posa entrambe le mani sulle sue gambe, coperte dalla gonna del suo tailleur color canarino, per poi far segno alla nipote di accomodarsi sulla poltrona difronte alla sua.

Era sempre stata una donna molto raffinata, a iniziare dai modi fino al tipo di abbigliamento che indossava, anche durante la terza età.

La fanciulla si accomoda difronte all'anziana e si asciuga con il dorso della mano il rimasuglio di lacrime che fino a una manciata di muniti prima scorrevano lungo il suo viso.

"Bambina mia, che succede?" sussurra Carol in un filo di voce, con un sorriso preoccupato stampato sulle labbra.

"Nulla nonna Carol, il solito problema di sempre: Zayn mi usa e poi mi getta. Vorrei una storia romantica, di quelle appassionate, che ti colgono di sorpresa durante un noioso martedì pomeriggio.
Ma succede solo nei film tutto questo, giusto? Cioè, oddio, non che io sminuisca la fantastica relazione che hai avuto con il nonno, no di certo. Ma, diciamocelo, chi è che è mai stato innamorato veramente? Nessuno, nonna, ed è questo che- ride sarcastica, gesticolando piu' del dovuto con le mai- succederà anche a me. Insomma, Dio, karma, destino o chiunque tu sia, esattamente cosa ti abbiamo fatto di male, noi qua sotto? Se non posso avere una vita come si deve, almeno desidero delle spiegazioni." sospira Lacey, parlando piu' con se stessa che con la nonna.

La sua risata, da sarcastica, sta pian piano prendendo le sfumature di una risata che ha l'aria di essere piu' isterica che altro.

E' triste? Be', forse sì, ma una punta di tristezza c'è sempre.
Ma soprattuto stanca, così stanca di tutto.
Ma, attenzione, nel vero senso della parola.

Gli occhi le si chiudono in continuazione e fatica a tenerli aperti: tutto questo non dormire, pensare, essere stressata, piangere, sfogarsi.
E' un circolo vizioso, di cui ancora non si è liberata e che le sta costando decisamente troppe ore di sonno.

E in piu', se dobbiamo essere sinceri, fin da piccola aveva sempre desiderato una vita meravigliosa, ma che dico, una vita da fiabe! E invece che una vita rosa e fiori, il destino le aveva riservato solo crisantemi ed erbacce.

"Tara bene le parole che dici, tesoro. Facciamo così, vuoi che ti racconti una storia? Come quando eri bambina, ti calmava sempre. Vedrai che ti stupirai di quanto l'amore sia importante, in qualsiasi caso."

Lacey sorride a quell'affermazione. Sua nonna è di certo una donna tutta d'un pezzo, ma si scioglie sempre alla minima smanceria.

Anche se, a dirla tutta, Lacey pensa che ha tanto tempo da perdere e bisogno di un po' di dolcezza in quel momento.

Sa che sarebbe importante per la nonna che le conceda un attimo del suo tempo, giusto per farla felice.
Così accetta.

"Sì nonna- dice, chiudendo gli occhi ed accomodandosi sulla poltrona, sfilandosi le scarpe e lanciandole sul tappeto.- Raccontami pure." dice scuotendo il capo in segno di approvazione, per poi mettere le mani incrociate dietro la testa ed adagiarsi alla comodità della seduta.

"Bene. Allora, da dove comincio? Ah sì, c'era una volta..."

SPAZIO AUTRICE.
Ciao a tutti :)
Questa è una Larry ispirata a un libro che mi è piaciuto tanto, letto durante la mia infanzia, Wicked.
Comunque, volevo spendere due parole sul capitolo.
Prima di tutto, è molto breve, ma è solo il prologo.
Questa storia la sto scrivendo già da un po', ma non ho mai avuto il coraggio - le palle, diciamo le palle - le palle di pubblicarlo.
Qui ancora non accenno ai Larry, ma presto compariranno.
Diciamo che questo è, come si suol dire, il 'come tutto ebbe inizio'.
Se qualcuno non avesse capito, la nonnina cara sta per raccontare la storia della quale i protagonisti principali saranno i nostri Larry belli.
lalalala affogo nei feels.
Spero vi piaccia e, che dire, vorrei sapere se vi piace e se vi va che io continui la storia.
Questo capitolo è orrendo, ma spero voi continuiate a leggere perché poi si fa un po' più interessante (spero vivamente!)
SCUSATE EVENTUALI ERRORI, NON HO RICONTROLLATO E SONO STANCA MORTA, PIANGO.
Ditemi cosa ne pensate.
Volevo dire almeno altre 203838392027 cose, ma sono le 2:33 di notte e non mi ricordo assolutamente nulla.
Eh, che ci vuoi fare?
Bacini!
Concido xx

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