𝐶𝐴𝑃𝐼𝑇𝑂𝐿𝑂 12 - 𝘶𝘯𝘢 𝘧𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘮𝘦𝘮𝘰𝘳𝘢𝘣𝘪𝘭𝘦

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Tutto avrei pensato di fare ma mai andare ad una festa.
Il Destiny Day era arrivato, non ero particolarmente entusiasta ma James aveva insistito tanto, sembrava importante per lui.
In quell'ultima settimana mi ero veramente impegnata per essere la fidanzata modello e lui ne sembrava alquanto felice.

«Questo ti starebbe un incanto» esclamò Emilia alternando lo sguardo tra me e l'abito che teneva in mano mediante una gruccia.

Si trattava di un abito bianco latte dallo scollo a cuore e la gonna corta a balze.
Storpiai il naso.

«Non è il mio stile...meglio questo» risposi.

Nero, a mezze maniche e con una gonna stretta e lunga su cui si apriva uno spacco che arrivava fino a metà coscia.
Lo indossai velocemente insieme ad un paio di scarpe bianche dalla suola abbastanza alta.

«Hai ragione, ti si addice proprio!»

Sorrisi osservandola nel suo bel tubino azzurro tenue.
Emilia era una bellissima ragazza, molto dolce e tranquilla.
Tutto il mio contrario.

Odiavo paragonarmi a qualcun altro ma in quel caso non potevo farne a meno.
Lei era così...adorabile mentre io una scorbutica amante della solitudine.
Non meritavo di essere diventata un Angelo.

Un bussare alla porta mi riportò alla realtà, fuori dai miei pensieri.
James, in maglia panna e jeans stretti, mi rivolse un sorriso ampio e caloroso, quasi riusciva a mettermi di buon umore.
Si avvicinò per lasciare un leggero bacio sulla mia fronte e poi si rivolse a Emilia che, fino a quel momento, era rimasta in silenzio a fissarci con occhi sognanti.
Per tutto quel tempo non aveva fatto altro che ripetere che anche lei sognava un amore così bello, puro e genuino.
Ed io non facevo altro che patire sempre di più il peso dei sensi di colpa che non accennava a diminuire.
Però avevo deciso di impegnarmi davvero in quella relazione e lo avrei fatto.
Sembrava quasi assurdo pensare a me legata a un'altra persona in un rapporto del genere, quel tipo di cose non mi avevano mai suscitato un particolare interesse.
Passavo la maggior parte del tempo da sola oppure con David, al massimo.
Invece mi ritrovavo in un mondo completamente differente dove tutto sembrava così giusto e con accanto un ragazzo splendido che mi guardava come se fossi la cosa più preziosa che avesse.
Era quello il sapore della felicità?
Mi tormentavo costantemente di pensieri ma tutto sommato stavo...bene, si stavo proprio bene e ciò mi stupiva.

«Andiamo» sorrise James porgendomi la mano, che afferrai un pò insicura.

Non ero mai stata ad una festa, nessuno dei miei compagni di classe aveva mai osato invitarmi, non gli piaceva avermi intorno, a quelli lì.

Andammo nella Stanza del Portale e James pronunciò delle parole un pò strane, forse in latino, del tipo Planeta 366542, Dies Parcae o roba simile.
Subito un vortice di luce argentea prese a ruotare all'interno del Portale e lo attraversammo.

Spalancai gli occhi per lo stupore nel trovarmi davanti un luogo incredibile che mai prima di quel momento avevo visto.
Il cielo era di un rosso scarlatto con delle striature più chiare che ricordavano quasi le sfaccettature di una gemma preziosa, il terreno era ricoperto da un prato ben curato e brillante e vi erano allestiti milioni di tavoli tondi e banchetti pieni di cibo e bevande.

«Ma noi non mangiamo» constatai, confusa.

«Già, ma è piacevole sentire il buon sapore delle pietanze nonostante non ci servano a vivere» chiarí.

«È meraviglioso!» esclamò Emilia correndo tra i tavoli e provando a stringere amicizia con diversi Angeli.

Mi guardavo intorno stupefatta, centinaia e centinaia di Angeli e Demoni che bevevano, mangiavano e si divertivano.
Erano fatte così le feste?
Mi ero persa veramente una cosa bellissima.
Presa dall'entusiasmo afferrai le guance di James avvicinandolo al mio viso per baciarlo.
E fu lì che i miei occhi incontrarono i suoi.
Erano cupi, scuri come gli abiti che indossava e il ciuffo ribelle che copriva la fronte.
Le ali rosse come il cielo di quel luogo.
Dei brividi salirono lungo tutta la mia spina dorsale e poi accadde.
Fu un attimo.
Il corpo di James venne bruscamente allontanato dal mio e finì a rotolare sul prato assieme a quello di Brandon.
Quest'ultimo non faceva altro che sferrare pugni senza fermarsi neppure per un istante.
Diverse ferite si aprirono sugli zigomi di James da cui sgorgava quello che apparentemente sembrava essere sangue.

𝑯𝑬𝑳𝑳 𝑨𝑵𝑫 𝑯𝑬𝑨𝑽𝑬𝑵Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora