Parte 20- Distrarsi

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Il telefono di Serena ha continuato ad illuminarsi per tutta la sera. I suoi direct erano intasati dagli insulti e dalle minacce di centinaia di tifosi giallorossi, furiosi per il risultato, che la vedevano come il motivo scatenante della brutta prestazione del suo (ormai ex) fidanzato.
"Sei una troia", "Stronza" "È colpa tua se Zaniolo ha fatto schifo", "Devi morire puttana"... queste erano le parole che riceveva dalle stesse persone che, quando lei e Nicolò stavano insieme e lui giocava bene, le auguravano il meglio e speravano che la loro relazione potesse durare più a lungo possibile. Sapeva che avrebbe dovuto ignorare quelle cattiverie, ma era difficile farsi scivolare addosso insulti così pesanti. Avrebbe voluto chiedere aiuto a qualcuno, ma tutte le persone importanti sembravano ormai essere scomparse dalla sua vita.
Questa terribile situazione è andata avanti per giorni e alla fine Serena, esasperata, ha postato una storia supplicando i tifosi di smetterla perché stava già soffrendo abbastanza per conto suo. Dopo quella richiesta d'aiuto Michela l'ha chiamata immediatamente e, per la prima volta dalla sera di capodanno, ha ricevuto risposta. "Come stai?" ha chiesto l'amica conoscendo già la risposta. Si sentiva una merda, sarebbe voluta scomparire senza lasciare traccia e invece non riusciva a fare altro che piangere avvolta tra le sue coperte, così fredde da quando lei e Nicolò non condividevano più il letto. Michela ha cercato di confortarla, ma nessuna frase da lei pronunciata è riuscita a farla sentire meglio quanto invece ce l'ha fatta una notifica diversa dalle altre.

Nicolò aveva appena finito l'allenamento quando Mancini gli si è avvicinato con il telefono in mano. "Hai visto la storia di Serena?" gli ha chiesto sventolandogli davanti il suo Iphone. Nel sentire quel nome il giovane centrocampista giallorosso si è irrigidito: non sapeva nulla della sua ex dalla notte di capodanno, non sapeva perché il suo amico ne stesse parlando, ma soprattutto non capiva perché stesse controllando il suo profilo Instagram. Gli ha praticamente strappato il cellulare dalle mani e ha letto di corsa il contenuto della storia incriminata. Quelle parole lo hanno stupito: l'affetto che i tifosi romanisti provavano nei suoi confronti gli erano ormai noti, ma non avrebbe mai pensato che sarebbero arrivati a tanto. Avevano insultato la sua ex ed erano arrivati addirittura ad augurarle la morte e tutto solo perché lui aveva giocato male e si era fatto espellere come un coglione. Era ancora arrabbiato con lei, ma nonostante tutto non poteva di certo permettere a quella gente di trattarla così. Sapeva quanto fosse difficile curare un cuore spezzato e non poteva sopportare che colei che lo aveva fatto stare così bene, nonostante le bugie e le litigate, subisse tutte quelle cattiverie gratuite. Ha deciso così di comportarsi da ragazzo maturo e, mettendo da parte l'orgoglio solo per un attimo, ha pubblicato una storia per mettere in chiaro le cose: Serena non era responsabile della sua brutta prestazione, la responsabilità era stata solo sua e lei non meritava di essere insultato al suo posto. Ha esitato un secondo prima di pubblicare la storia, ma poi si è convinto che fosse la cosa più giusta da fare. Odiava ammetterlo ma, nonostante non fosse ancora pronto, sperava che un giorno loro due avessero potuto parlare con più calma e magari provare a risolvere le loro divergenze.

Serena non poteva credere che dopo tutto il casino che aveva combinato Nicolò l'avesse difesa sui social. Ha risposto alla sua storia ringraziandolo, ma lui l'ha ignorata. Ha controllato il telefono per tutto il giorno sperando in un messaggio da parte sua che però non è arrivato. Ancora una volta si era illusa di poterci riprovare con lui, di scusarsi e di essere perdonata e ancora una volta era rimasta scottata dalla sua reazione gelida. Perlomeno gli insulti sono diminuti e la situazione si è tranquillizzata.

Nicolò si è pentito subito del suo gesto di generosità. Aveva provato ad ignorare il problema per giorni, aveva cercato di dimenticarla una volta per tutte, ma ora che lei si era rifatta viva ignorarla sembrava la cosa più difficile del mondo. Dopo gli allenamenti si ritrovava in quella casa troppo grande per una persona sola e veniva assalito dai ricordi e dalla nostalgia. Qualsiasi cosa gli ricordava lei, la loro routine quotidiana, quella vita da coinquilini che stavano piano piano costruendo e che ora non era altro che un cumulo di macerie. Il letto che era stato luogo della loro passione gli sembrava ora troppo freddo e vuoto; il tavolo a cui si erano seduti assieme alle loro famiglie, ormai non era altro che una lastra di marmo desolata. Dopo che si erano lasciati, Nicolò aveva strappato via con violenza i led che avevano usato per decorare la casa, a causa di uno scatto d'ira aveva buttato a terra l'albero di Natale attorno al quale si erano frantumato tutte le palline colorate che avevano scelto insieme. La camera degli ospiti era stata chiusa e non aveva più avuto il coraggio di entrarci, seppure quel letto sfatto fosse l'ultima cosa che gli rimaneva di lei. Era vero, Serena aveva sbagliato, ma forse la sua reazione era stata troppo esagerata. C'erano giorni in cui era tentato di scriverle, di chiamarla per sentire la sua voce o addirittura presentarsi sotto casa sua per lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare, ma le bugie sono difficili da dimenticare e la rabbia e l'orgoglio gli impedivano di ragionare in modo lucido. E così preferiva ignorare il suo dolore assieme ai suoi messaggi e continuare la sua vita come se nulla fosse. Qualcosa però dentro di lui si era rotto e non riusciva a capire come ripararlo.

Serena, dopo mesi dall'ultima volta, ha finalmente rimesso piede in Curva Sud. Dopo tutto quello che era successo non era sicura di voler tornare, ma aveva un estremo bisogno di distrarsi e uscire di casa dopo giorni di reclusione e sofferenza. Ha trovato il suo seggiolino di sempre, ma le sembrava di essere un'estranea: tutti le lanciavano occhiate sospettose e cariche di risentimento e qualcuno commentava anche la sua presenza in maniera non proprio carina. Odiava essere riconosciuta, ma soprattutto odiava sentirsi così fuori posto in un luogo che aveva sempre considerato come una seconda casa. Circa mezz'ora prima del calcio d'inizio Francesco e Alessandro sono comparsi tra la folla e non appena l'hanno vista i loro volti si sono illuminati di un'espressione stupita. Si sono seduti qualche seggiolino più in là immaginando che Serena non avesse voglia di parlare, ma poi Francesco le si è avvicinato. "Non pensavo di vederti oggi... come stai?" ha chiesto con tono gentile abbracciando la sua amica. La ragazza non ha opposto resistenza e ha risposto che stava bene e che aveva deciso di andare per distrarsi un po'. "Se vuoi io la settimana prossima vado in trasferta a Bergamo per la partita contro l'Atalanta, ti va di venire con me?" ha proposto Francesco con un sorriso. "Tranquilla, Alessandro non viene" ha aggiunto notando che l'amica si era irrigidita. Serena ci ha pensato un attimo: forse quella trasferta l'avrebbe aiutata ad andare oltre, a tornare alla sua normalità e a dimenticarlo, così ha accettato.

Nicolò, squalificato per il rosso della partita precedente, guardava la partita dalla tribuna d'onore e pensava con amarezza a quando, seduta in quel posto, c'era Serena. Per fortuna i suoi compagni, grazie ad un'ottima prestazione, sono riusciti a fargli tornare il buonumore. Quando però lo hanno invitato a festeggiare con loro sotto la Curva si è trovato costretto a rifiutare. Non aveva voglia di pensare ancora a lei, voleva solo dimenticarla e godersi la vittoria in santa pace.

Voglio solo star con te❤💛- Nicolò ZanioloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora