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Beep Beep Beep.

"Già la mattina è una cosa orrenda di suo... poi ci si deve mettere anche il suono odioso della sveglia!" Con gli occhi ancora semichiusi, allungai una mano fuori dal letto e tastai il comodino in cerca della sveglia. La trovai e la spensi: quel suono tremendo mi stava dando alla testa.

Mi tirai a sedere e guardai l'ora: 6.00. Ci sta. Mi vestii con calma: ero assolutamente certa che il mio capo, Tony Stark, non fosse ancora sveglio. Feci una veloce colazione nella mia cucina e uscii dalla stanza. Sospirai. Settimo giorno di lavoro. E' un miracolo che io abbia resistito una settimana, pensai.

Mi avviai verso l'ultimo piano della Stark Tower, alla mia scrivania, vicino alla camera da letto del sig. Stark. Sul tavolo c'era una pila di scartoffie che arrivava fin sopra la mia testa. Certo, non significa niente, non sono mai stata tanto alta, però erano veramente un sacco. Alzai gli occhi al cielo, mi sedetti e sussurrai tra i denti: "Ci sono un migliaio di persone strapagate in questa torre e tutto il lavoro lo devo fare io?" Cominciai a leggere tutte le carte e mezz'ora dopo avevo le palpebre pesanti. Svogliai velocemente il resto e la roba che mr. Stark doveva firmare la tenni sulla scrivania, mentre il resto lo buttai in uno scatolone. Era meglio andare a fare l'agente dell'esercito, mi dissi.

Verso le dieci, il principino si svegliò e venne fuori dalla sua camera col pigiama che non comprendeva la maglietta. Lo so, la maggior parte delle persone avrebbe sbavato davanti a quello spettacolo. E anche io, ovvio. Ma voltai la testa e mi convinsi a pensare: "Mio Dio, per quanto sia bellissimo, è un enorme esibizionista. Si vede che fa bene al suo ego" Continuavo a non guardarlo in faccia e allora lui sbatté una mano sul tavolo e io dissi: "Oh, salve, signor Stark. Ben svegliato." Sono sempre stata una ragazza molto sarcastica, che dico le cose in faccia. Mio fratello mi dice sempre che questa cosa mi porterà guai. "Buongiorno a lei." Ha capito la frecciata. Meglio così. "Ha disdetto i miei appuntamenti di oggi?" "Ovviamente no, signore. Aspettavo che lei si alzasse per avere una conferma." "Beh, allora muoviti." Inclinai la testa e lo guardai male. Lui fece lo stesso. Fu una gara di sguardi durata quasi un minuto. "Certo, mr. Stark, lo faccio subito." Riportai la mia attenzione sul computer e aprii le mail, scrivendo a raffica tutti i rifiuti. Lui annuì una volta e tornò da dove era venuto. Scossi la testa quasi impercettibilmente. Per quanto io lo stimi per quello che fa come imprenditore e come Iron Man, non riesco a sopportare le persone che mi trattano come una talpa appena sbucata nel proprio giardino.


Tony si ributtò sul letto. "Nessuno sostituirà mai Pepper" rifletté ad alta voce. "Questa però mi sembra più in gamba delle altre. Ho l'impressione che non riuscirò a trovare un motivo valido per licenziarla. Vediamo se è tosta abbastanza da stare al fianco di Iron Man." Sorrise e digitò un numero sul suo cellulare. "Pronto, Fury? Sono Stark. Ho una nuova assistente. La faresti allenare da Rogers? Voglio vedere quanto riesce a sopportare. Perfetto. Domani alle 8 siamo lì". Mise giù e sussurrò: "Cara, comincia a cercare un altro lavoro. Ne avrai bisogno." Ovviamente nessuno poteva capire per cui amava tanto licenziare le sue aiutanti. Lei. Doveva farle capire (senza perdere la faccia, ovviamente), che non riusciva a vivere senza di lei. Non poteva certo immaginare che la nuova aspettava solo quell'occasione.

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