Passarono un paio di minuti. La voce smise di singhiozzare, la schiena smise di alzarsi e di abbassarsi. Nella stanza si potevano solo sentire i suoi respiri profondi,lenti, che gli facero riprendere la calma.
F:"perchè?"
Si chiese bisbigliando,per farlo capire solo a lui,e,a quelle persone che nell'oscurita lo ascoltavano giorno e notte...
Aveva solo 14 anni e se ne sentiva trenta,si sentiva il mondo addosso.Quel fottuto peso di un mondo intero,e lui? Lui era ancora troppo piccolo per sostenerlo tutto...Impiegava tutte le sue forze per lasciare quel mondo in piedi ,per lasciare quel mondo vivo,felice,spensierato...e nel mentre? Nel mentre lui viveva l'esatto contrario...e questa,questa sarebbe stata la sua più grande rovina,sarebbe stato il perchè della sua ...morte? Non lo saprei dire con certezza...Ma torniamo a noi...alzò la testa lentamente,che fino a quel momento era stata appoggiata al muro.Si girò e guardò il corridoio,era il momento di affrontare quello che gli aspettava.
Si incamminò a passi lenti e faticosi nella stanza in cui c'era Robert con la sua "amica" che le avrebbe tenuto compania quella sera.
Camminò per quei pochi passi che lo separavano da quella maglietta bianca senza buchi per le braccia. Il cammimo sembrava infinito, stava camminando in uno stretto corridoio le cui pareti erano di un grigio spento,sembravano le mura di una casa abbandonata,che era sempre stata riempita di sofferenza,mentre,le porte,erano innumerevoli sparse alcune volte a destra,altre a sinistra,di un color ferro arrugginito ma pur sempre resistent.le mattonelle erano di un bianco più simile al grigio , non venivano pulite da secoli,ma nonostante ciò,non c'era polvere, forse anche lei,aveva paura di quel posto.Allora perchè erano grigie? Forse la sofferenz si sentiva anche nel pavimento,nel come in quel momento manifestava il suo stato d'animo attraverso i colori . Da quel grigio si poteva notare alcune macchioline rosse...sangue? Possibile,ma non certo,poteva anche essere vernice...ma perchè illudersi alle favole,dopo tutto quel posto è ststo creato anche con lo scopo di sterminare,non solo di imprigionare.Tra tutte quelle monotone porte ,l'unica diversa,era quella davanti a se. Una porta normale di legno chiaro,la maniglia era di un oro spento e,non aveva nessun blocco...
Aprì lentemente la maniglia e solcò la soglia:
R:"Finita la crisi?! Mettiti questa domani alle 5 prima di fare colazione e di andare a scuola te la tolgo"
Pose davanti a se quella strana maglia e guardò Federico dall'alto in basso.
Lui intanto si stava avvicinando lentamente a Robert ,e appena arrivato abbastanza vicino,si voltò,dandogli di schiena,allargando le braccia.
La camicia lo avvolse in un tenero abraccio infernale,e dopo qualche "clic" dato dalle sicure Federico si ritrovò ad abbracciarsi contro la sua volontà.
Skip time:la mattina successiva
Si alzò con fatica contando solo esclusivamente sulla forza delle sue gambe e del suo bacino. Erano le 5,e da quella minuscola finestrella ,Federico poteva percepire che sarebbe stata un orribile giornata di pioggia.
Neanche il tempo di mettersi in piedi che la porta scattò,mostrando, dietro a se una persona molto ben conosciuta,che non vedeva solo da l'altra sera.
Al:"è pronta la colazione...Robert mi ha incaricato di toglierti la camicia"
Si mostrò Alessandro aprendo del tutto la porta,mostrandosi per bene al suo amico.
Si avvicinò lentamente a Federico con le più pacifiche delle intenzioni .
Appena tolsa la camicia Federico scattò un paio di pasdi più avanti Alessandro.Era arrabbiato,ma di certo non si poteva sfogare contro Alessandro per una NON sua colpa. Quindi si limitò a chiedere informazioni:
F:"Non doveva venire Robert?"
Pose mentre il suo sopracciglio folto corvino sinistro di inarco verso l'alto
Al:"Aveva da fare"
Pronunciò alzando le spalle e andandosene via da quella gabbia.
Federico rimase per qualche tempo a guardare la strada che aveva fatto il suo amico.
Voci:"passata bene perdente""ma buongiorno schifezza umana""scarto della società,non osare mai più farmi svenire e tanto meno intrappolarmi"
Fece un paio di sospiri
F:"giorno anche a voi"
Disse con tono sarcastico mentre si avviava a mangiare.
Scese al secondo piano e si posizionò su uno dei tanti tavoli della mensa. Erano tavoli esagonali di un color verde spento con le sedie di plastica nere. Era il posto più chic di tutto il manicomio. Alla fine di quell'enorme sala quadrata a pareti bianche c'era una cucina dove si cucinava. Non c'è tanto da descrivere su essa, c'erano dei fornelli a gas rovinati dalla rugine e dei lavandini di un ferro lucente.
Si era seduto sul tavolo dei capi clan ,tutti lo guardarono,mentre lui si accomodò facendo finta di niente.
??:"la colazione"
Pronunciò un anzina signora, aveva i capelli lunghi e bianchi rilegati in una coda di cavallo,la pelle era latte e gli occhi erano di un celeste cielo. Si faceva subito a riconoscere che mestire facesse,e più che altro la felicità di stare in quel posto,notando il suo tono a dir poco infastidito ed arrogante.
Servì al tavolo un paio di biscotti fatgi a casa,che ti facevsno dare di stomaco solo a guardarli,ed ,insieme a essi,servì un vassoio con delle tazze conteneti del thè.
Tutti si servirono e mangiarono in silenzio. Ma poi al tavolo una persona inaspettate si sedette accanto a Federico.
F:"VIA NON SEI AUTORIZZATO A STARE QUI"
Disse cercando di scacciare il ragazzo,ma il capo lo bloccò subito:
Ca:"Lui è Jose. Ha preso il posto del povero ragazzo che è morto ieri a causa tua. Starà qua con noi e voglio che tu lo tratti col massimo rispetto"
F:"Al diavolo,lo tratto come mi pare"
Ca:"Ti ha salvato,se non ti avesse dato il Vallium saresti già sulla sedia elettrica. E voglio che tu lo ricambiassi con la sua stessa gentilezza"
F:"... Schattasse"
Ca:"FEDERICO"
Rimproverò il destinatario alzandosi dalla sedia con violenza
F:"È GENTILEZZA,LO FACCIO SCHIATTARE COSÌ NON ROMPE PIÙ LA PALLE A ME E SE NE VA IN INFERNO GODENDOSI LA SUA VITA PER BENE INVECE DI ESSERE RINCHIUSO QUI"
Rispose a tale voce e a tali azioni
F:"vado a cambiarmi ,mi è passata pa fame"
Disse poi prendendo la strada della sua camera lasciando tutti gli altri al tavolo, e mentre se ne andava,aveva uno sguardo puntato. No,non era la sguardo del capo,che si era rimesso seduto sulla sedia a mangiare , e neanche lo sguardo di Jose che aveva ignorato completamente quell'evento,ma bensì lo sguardo di Alessandro,che seguiva i suoi passi con aria malinconica.
_________________________________________
SPAZIO AUTRICE💖🌟
Salveeeee,come state??????
vi volevo prima di tutto ringraziare per le 600 letture , siete fantastici ,vi adoro <333
Seconda cosa mi volevo scusare per i lunghi periodi di pausa tra un capitolo e l'altro ,ma sto facendo un botto di corsi e non riesco a pubblicare in meno di 5 giorni qwqwqwqwqwqwqwq
Quindi molto probabilmente la storia uscirà una volta a settikana o il mercoledì o il giovedì verso le 18:00
Coooomunqueeeeeee TRA UN PÒ È CARNEVALE CRANAVALIZIOSO UWUWUUW
QUIIIINDI sono curiosa di sapere da che cosa vi travestite =)))))))))))))))
Detto questo,ciao miei cari lettori e lettrici,ci vediamo in un prossimo capitolo <33

STAI LEGGENDO
"La mia unica cura" strecico❤️💜
General FictionUn ragazzo di nome Federico all'età di soli 8 anni viene mandato in un manicomio, nel suo percorso incontrerà un ragazzo di nome Nicola... Ma non vi voglio dire troppo leggete la storia per sapere 😀 ⚠️ATTENZIONE⚠️ Questa storia è ambientata in un m...