Eyes

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Si trovavano a New York.
Avevano appena finito un concerto per il tour ed erano tornati in albergo.
-Ragazzi, vi va una partita a carte?-chiese George uscendo tutto l'occorrente.
-Io ci sto-rispose Ringo-Paul?-
-Sisi, ma sapete che se perdo abbandono tutto-i due risero e si guardarono.
Il ragazzo si sedette con gli altri e guardò John, rimasto sulla soglia della porta a fissarli.
-Tu cosa...-ma il più grande non lo fece finire.
-Credo che andrò a dormire, ho bisogno di riposare-
Paul sorrise appena, ma John non ricambiò.
Perchè? Si chiese il più piccolo, perchè adesso si comportava così? C'era qualcosa che non andava.

John si chiuse alle spalle la porta della sua camera e fissò un punto.
Perchè si sentiva così? Cosa lo turbava?
Dalla fine del concerto non aveva fatto altro che stare muto, senza nemmeno pensare. E adesso si ritrovava in quella camera a cercare di capire il motivo del suo turbamento. Una voce provenì dal salotto...
Paul.
Adesso gli era tutto più chiaro, la scena gli ritornò in mente come fosse un film.
Infondo era solo uno stupido sguardo, non era successo nulla di che, una stupida fan che guardava il suo migliore amico sbavando.
Ma no, pensò, non era nemmeno questo il problema.
Poi c'era Paul...perchè aveva risposto in quel modo? Perchè le aveva fatto l'occhilino?
Più di una volta per di più...sembrava non avesse occhi che per lei.
Un attimo, adesso si metteva a fare anche il geloso? Bravo John, geloso del tuo migliore amico.
Ma, infondo, loro due avevano un accordo, un patto...come poteva chiamarlo? Non si erano strinti la mano, non si erano promessi di fare quella determinata cosa, lo facevano e basta. Ma, per la prima volta, uno dei due era venuto meno a quella specie di legame che li univa.

Qualcuno bussò alla porta facendolo destare dai suoi pensieri ed entrò subito dopo:
-Non ti ho detto che potevi entrare-
-John, sei il mio migliore amico e..-
-Sta' zitto-
-Cosa..-ma l'amico lo interruppe nuovamente, scoppiando, non riuscendo a sostenere più quello sguardo, che lo aveva ignorato nel momento di bisogno:
-Ti avevo chiesto un po' di sostegno Paul! Un piccolo aiuto davanti a tutta quella gente, sai quanto ho bisogno dei tuoi sguardi! Quello non era il Cavern e quelle non erano stupide ragazze di Liverpool! Erano fottute fan che cercano di attirare la nostra attenzione in tutti i modi e, da quel che ho notato, una di loro ci è riuscita!-
-John..-
-Cosa? Spiegati, dimmi perchè non mi hai rivolto un fottuto sguardo, nemmeno mezzo! Dimmi perchè per la prima volta hai guardato un'altra...-
Qualcosa nello stomaco si contorceva, e se fosse stata gelosia? Vera gelosia? John scacciò quei pensieri e cercò di spiegarsi quella sensazione credendo che fosse solo rabbia.
-Io...non potevo...-
-Non potevi? Pensavo che fosse una cosa spontanea! Che ti prende? L'aria americana ti ha cambiato Paul?-chiese con un sorriso sprezzante.
-John...io...no..-
-Non balbettare cazzo! Parla cercando di mettere le parole in ordine così da farle assumere un senso! Non aprire e chiudere quella cazzo di bocca a tuo piacimento! La gente può non capirti! Così sembri solo un bambino!-
Si pentì subito di quello che aveva detto guardando l'amico trattenere i singhiozzi, gli occhi ormai gonfi di lacrime, che cercavano di combattere con l'orgoglio del più piccolo.
-Paul.. io..-
-Tu cosa John? Ti credi in grado di alzare la voce solo perchè sei il più grande? Credi che puoi insultarmi senza che io muova un dito o apra bocca? Bene ti sbagli! Vuoi sapere perchè non ti ho rivolto nemmeno uno sguardo? Vuoi sapere la verità? Beh, semplicemente perchè se lo avessi fatto avrei smesso di suonare! Avrei perso la testa e avrei mandato tutto a puttane!-
Il viso di John apparve sicuramente confuso perchè il più piccolo continuò:
-John i tuoi occhi! I tuoi fottuti occhi! Non riesco a reggere un solo sguardo senza pensare a quanto sei bello, a quanto vorrei accoccolarmi tra quelle braccia e rimanere in quel paradiso per sempre! Guardarti mi sottrae tutta la forza di volontá che cerco di mettere insieme! Sai quante volte ho rischiato di crollare solo perchè eri al mio fianco? Sai quante volte cerco di non far capire che sto tremando solo perchè una tua mano mi ha sfiorato? Forse non capisci quello che veramente sento per te! E sono sicuro di aver rovinato un'amicizia importante con questa dichiarazione su due piedi! Solo che non ce la faccio più, sarei capace di crollare sul palco sentendo la tua voce, lì non eravamo a Liverpool, non potevo guardarti e fregarmene del pubblico! Dovevo pur fare un concerto decente, mi sono concentrato sulla prima cosa che ho visto, anche se la mia mente aspettava la fine di tutto, così da poterti di nuovo ammirare...sarei capace anche di cadere adesso, solamente guardandoti-
Ormai le lacrime rigavano il suo viso, si girò e afferò la maniglia della porta. Almeno per quel che rimaneva della giornata non voleva vederlo, anche se una parte di lui sperava che l'amico lo bloccasse.
Ma, a malincuore, vide che nessuna mano arrivò a fermarlo, così aprì la porta, facendo entrare le voci dei due ragazzi che stavano giocando e rovinando ancora di più il momento.
John lo fissava mentre faceva quei movimenti lenti, strani. Cosa aspettava? Perché non usciva subito?
Ma poi gli balenò in mente un'altra domanda...
Cosa aspettava lui? Cosa stava facendo immobile guardandolo uscire senza fare nulla?
Allungò una mano in fretta, prendendolo per il polso e trascinandolo dentro con violenza. Chiuse con l'altra mano la porta e finalmente lo guardò. Aveva il viso contratto e si massaggiava il polso.
Gli aveva fatto male. Lo guardò ancora, scorgendo le lacrime che continuavano a scendere; ma quelle non erano per i polsi adesso diventati rossi, erano per quelle parole che aveva sputato così, preso dall'ira. Si avvicinò con cautela:
-L'unica cosa che hai rovinato Paul è il tuo viso-
Il ragazzo lo guardò con occhi sgranati. Cosa stava succedendo dentro John? Perchè aveva assunto quel tono che solo nei suoi sogni più proibiti aveva? Perchè lo guardava con occhi che esprimevano una dolcezza infinita? Ma forse non era nemmeno tale, era qualcosa di più grande, i suoi occhi brillavano e il suo corpo, si, il suo corpo tremava.

John cercò di avanzare verso Paul, ma i
suoi muscolo erano letteralmente paralizzati. Aveva il cuore a mille, pensava addirittura che il più piccolo potesse sentirlo; allo stesso tempo però si chiedeva se l'amico sentisse le stesse cose che provava lui, quante volte nei suoi sogni Paul gli aveva dichiarato tutto il suo amore? Tante. Ma non erano vere.
Questa volta toccava a lui, lui doveva aprirsi, lui doveva esprimere quello che provava.
Prese coraggio, John Lennon che aveva paura?
Scacciò tutti i brutti pensieri e parlò:
-Smettila di piangere e sorridi, perchè ho bisogno di vedere un po' di luce su quel viso-
Posò una mano sulla guancia di Paul e il più piccolo percepì il tremito che aveva, scoprendo che anche lui stava tremando.
-Guardami-disse alzandogli il mento-ho bisogno dei tuoi occhi su di me, del tuo sguardo dolce e innocente-
Paul si costrinse a tenere gli occhi fissi in quelli dell'amico e cercò di non crollare, sentiva le ginocchia deboli e sapeva che se la mano di John, che aveva lasciato la sua guancia e si era posata sul suo polso, lo lasciava, lui sarebbe caduto.
Il più grande lo tirò a sè abbracciandolo:
-E non te ne andare, ho disperatamente bisogno di te-

Note dell'autrice:
Lo so, è brutta T.T ma capitemi...è la mia prima FF su Wattpad :)
Spero che vi sia piaciuta :D
Ammetto di non essere brava a scrivere le note dell'autrice, quindi non credo saranno lunghe C: (forse è anche meglio)
Bene, adesso vi lascio.
Alla prossima One shot...spero ahah
A presto

-LennonMacca

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