Vado d'accordo con le pessime idee. (5)

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                                                                                                            I'm in my room it's typical Thuesday night!

                                                                                                                            -TAYLOR SWIFT, You belong with me-

Trovarsi nella stessa tavola, nella stessa stanza e vicini di sedia con Xander è più esasperante di quanto pensassi. Non solo per l'ansia ogni volta che si allunga per prendere qualcosa e accidentalmente mi tocca, ma anche per le frecciatine che da stronzo qual è continua a mandarmi, a suo avviso sempre accidentalmente.

"Allora, Malia giusto?" interviene Dustin.

Forse è l'unico in questa fatidica serata che sta provando a fare una conversazione civile con la sottoscritta, gli altri si limitano a ridere e fare battutine.

E sì prima che me lo chiediate Dustin e Destiny sono seriamente la fotocopia l'uno dell'altro, uguali in tutto. I gesti, l'atteggiamento provocatorio ed esuberante, accavallano le gambe e iniziano a parlare pure nello stesso momento!

L'unica cosa che li distingue è il colore dei capelli, il biondo quasi platino di Dustin e il viola acceso di Destiny, sembrano impossibili da far coincidere ma a quanto pare nel loro mondo vanno perfettamente d'amore e d'accordo.

"Sì" la mia voce risulta più leggera e delicata del solito, anche se come sempre cerco di mantenere un tono calmo e sereno.

Dustin sorride di sghembo mentre fa un cenno a Tion che è intento a osservare il cellulare. Lui raddrizza la schiena di colpo e si passa una mano sul viso.

"Scusatemi cosa stavate dicendo?" domanda.

I suoi occhi compiono la traiettoria tra Dustin e me, e il suo sguardo è vuoto come se fosse perso in qualcosa di più grande di lui. È lo stesso sguardo che ho anch'io quando voglio esternare i miei sentimenti dal resto del mondo: triste, vuoto, solo.

"Non ti preoccupare, Dustin mi aveva solo chiesto come mi chiamassi" spiego.

Tion annuisce. Sento una mano posarsi sul braccio, leggera e candida, che si rivela presto quella di Destiny.

Il suo sguardo è fisso sul telefono, ma la sua mano è ancorata al mio braccio come per cercare supporto.

"Tiny, tutto bene?" chiedo.

Lei punta lo sguardo su quello di Tion e poi annuisce verso di me. "Si, mi sento solo un po' frastornata, vado un secondo in camera a stendermi"

Cerco di dirle qualcosa, oppure raggiungerla, ma lo sguardo che mi riserva mi tiene incollata alla sedia. Vuole rimanere sola, e l'ha fatto chiaramente capire a tutti i presenti eccetto uno.

Infatti pochi secondi dopo l'uscita di Destiny, Tion si alza, facendo strisciare la sedia sul parquet perfettamente lucido dell'appartamento.

Fa per spostarsi, ma un mano gli blocca il braccio, e  quando lui si gira sono gli occhi di Xander a fissarlo minaccioso. "Tu resti qui"

Tion lo guarda, e poi si gira a fulminare me, come se in tutto ciò centrassi minimamente qualcosa. 

Dustin si limita a fissare il piatto, come se fosse abituato a... tutto questo.

"Ehm...la pizza è ottima" bisbiglio, cercando di rompere quel silenzio imbarazzante che si crea ogni qualvolta qualcuno tace.

È per questo che odio le cene in tanti, oppure le rimpatriate in generale. Tutti rimangono zitti aspettando che sia l'altro a parlare, e in questo modo l'unica cosa che si ottiene è quel silenzio tombale che ti disturba più di mille parole urlate a squarciagola.

Più di mille segretiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora