My name is Touya Todoroki

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24 Gennaio 2034
Ore 5:37
Hosu, prefettura di Tokyo, Giappone
Il mio respiro si fa sempre più affannato, come se avessi un peso di cento chili sul petto. Questa volta credo di aver esagerato.
Riuscirai a perdonarmi, mamma? Anche questa volta ho bevuto, anche questa volta ho fumato, anche questa volta ho assunto così tanta merda da non ricordarmi più come mi chiamo. E qui mi chiedo, come sono arrivato a tanto? Forse è proprio colpa tua, mamma. Quando per contrastare il lancinante dolore della pelle bruciata mi riempivi di antidolorifici; si inizia sempre così e si finisce a sballarsi di erba e cocaina. Ironico.
I miei occhi stanchi si aprono contro voglia, rivelando le iridi azzurre come il mare d'estate. Esse si posano sulla persona affianco a me: una biondina dal viso angelico che dorme al fianco del diavolo, chiunque davanti ad una visione del genere esalterebbe la sua bellezza, ma io non so apprezzare la bellezza, non so più nemmeno che cosa sia. Forse, non l'ho mai saputo.
Mi metto seduto sulle lenzuola violastre e le rivolgo un ultimo sguardo. Dovrebbe dispacermi lasciarla qui senza nemmeno ricordare il suo nome, ma le mie emozioni sono seppellite in un qualche remoto angolo del mio cuore. L'amore non lo provo da quando mia madre mi accarezzava il capo prima di dormire, poi mi svegliavo e al suo posto ci trovavo mio padre. Uno dei tanti che riponeva altissime aspettative su di me, ma non era mai soddisfatto...e nemmeno io lo ero.
Mi sale un conato di vomito in gola e corro in giro per la piccola casa in cerca del bagno. Trovato. Alla fine rimetto anche l'anima, se mai io me possegga una, un miscuglio orrendo di alcol, pasticche e un cheese burger che ho mangiato per pranzo. Alla fine mi brucia la gola, in fiamme come il mio corpo per tutti quegli anni. Decido di alzarmi e raccattare un po' le mie cose: mi rimetto i miei boxer grigi, i jeans e la felpa. Trovo sul tavolo le chiavi di quel buco dove ci tiene nascosti Shigaraki e una bustina di plastica con una strana polverina bianca. Forse è mia, o forse è della tizia che dorme ancora in camera da letto. Nel dubbio la afferro e la stringo nel pugno destro, come se la mia unica salvezza potesse sfuggirmi via dalle mani. Salvezza che pian piano mi distruggerà, come il sesso. L'unico momento in cui riesco a sentirmi vivo, ma già dopo qualche ora non ricordo più nulla.
Lascio quella casa che puzza di donna e respiro l'aria pulita e fredda della mattina presto. Per le strade non vi è anima, si riesce ad udire solo il suono dei miei passi. Meglio, i loro sguardi che osservano la mia pelle carbonizzata mi perforano il cervello, come un colpo di pistola alla tempia. Le loro espressioni di disgusto me le sento morire addosso ogni volta.
Quando rientro solo Shigaraki è sveglio. Se ne sta abbandonato su una sedia di legno a fissare il soffitto saturo di muffa e sogni infranti. «Sei ritornato presto oggi» sussurra e lo sento appena. «Non avevo nulla da fare nel letto con quella» dico, prendendo un'altra sedia e poggiandomici al contrario. Mi metto una mano nella tasca sinistra e ne tiro fuori un pacchetto rovinato di sigarette scadenti. Me ne porto una alle labbra e la accendo, vedendo il fumo volare via e sfumarsi con il silenzio pregno di malinconia.
Perdonami mamma.
Ma non sono pronto a cambiare.
Forse non lo sarò mai.
Però anche se ora mi conosci come il sadico assassino Dabi.
Il mio nome è Touya Todoroki.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 23, 2022 ⏰

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