YakuLev

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Scusate, so che è da un bel po' che non pubblico. Questa è una richiesta che mi aveva fatto a febbraio _al3_yakult_ con cui mi scuso per il ritardo. Buona lettura.

Yaku era un tranquillo e normale ragazzo di 24 anni, aveva i suoi hobbies, studiava, viveva lontano da casa in un piccolo appartamento e aveva i suoi problemi amorosi. Era un normale ventiquattrenne, ma non era un ragazzo comune. Era un giocatore professionista di pallavolo ed era il libero della squadra squadra russa dei Cheegle Ekaterinburg. Yaku aveva iniziato a giocare a pallavolo in Giappone nella sua città natale, Tokyo. Alle scuole medie aveva scoperto il ruolo di libero e, con il tempo, aveva capito quanto fosse fondamentale la sua presenza in campo. Aveva portato avanti la sua passione anche al liceo giocando nella squadra del Nekoma, dove aveva trascorso tre fantastici anni assieme a Kuroo Tetsuro e Kai Nobugaki. Finito il liceo aveva continuato a studiare iniziando, in contemporanea, la sua carriera professionistica. Dopo un paio d'anni era stato contattato dall'allenatore della squadra in cui stava attualmente giocando. Tra gli hobbies del libero c'era anche quello di "controllare" un suo kohai che aveva giocato a pallavolo con lui durante il suo ultimo anno di liceo, si trattava dell'ormai famoso modello Lev Haiba. Lev non era mai stato molto bravo a giocare a pallavolo, soprattutto per quanto riguarda le ricezioni. Yaku ancora ricordava tutti gli allenamenti supplementari fatti con lui per insegnargli, un minimo, a ricevere. Lev era sempre stato un ragazzo molto dolce, il piccolo libero sorrideva quando ripensava alle serate passate in sua compagnia. Morisuke era sempre stato molto duro con lo spilungone, quando erano con il resto della squadra era solito tirargli calci mentre, quando si trovavano soli in palestra, il più basso sapeva essere molto dolce. Per esempio durante la loro relazione durata quasi tre anni il più anziano dei due si rivelò essere completamente diverso da come era in campo, si scoprì essere un coccolone e una persona smielata, quasi da carie, ma questo lo sapeva solo l'albino. I due ragazzi si erano lasciati poco prima che Yaku si trasferisse in Russia perché, a detta loro, non sarebbero riusciti a sostenere una relazione a distanza. I due erano però rimasti in contatto, si mandavano messaggi e facevano lunghe chiamate ma ogni volta soffrivano dato che si amavano ancora. Yaku stava guardando le ultime notizie quando una gli saltò all'occhio "I fratelli Haiba nella madrepatria Russia", decise di aprire l'articolo e di leggerlo. Il ventiquattrenne era quasi alla fine della sua lettura quando ricevette una videochiamata da "Grattacielo🦁🦁". Il ventiquattrenne la accettò e vide un ragazzo Albino arzillo e pimpante dall'altra parte dello schermo. Un semplice saluto <<Yaku-san>> venne sovrastato da una sgridata del castano <<PERCHÉ CAZZO NON ME L'HAI DETTO?! HO DOVUTO SCOPRIRLO DA UNO STUPIDO ARTICOLO DEFICIENTE!>> <<Yaku-san, che stai dicendo?>> chiese innocentemente il modello <<COME CHE STO DICENDO?!>> il pallavolista si portò le mani sulle tempie Tranquillo Morisuke, mantieni la calma, inspira ed espira, forza, ce la puoi fare. Una volta calmato tornò a parlare <<Lev, tu devi venire in Russia, l'ho scoperto da un articolo che è uscito ieri e non da te, perché?>>. Il ragazzo dai capelli chiari fece lavorare il criceto che aveva al posto del cervello e poi finalmente capì <<Ahh! Quella cosa! Scusa, stavo cercando di rispettare il fuso orario per dirtelo ma devo aver sbagliato i miei calcoli>>. Yaku era shoccato, spalancò gli occhi, si sbatté una mano in faccia e gli fuoriuscì un <<idiota>> sussurrato tra i denti. La chiamata andò avanti fino a notte inoltrata. Yaku aveva proposto al minore di alloggiare da lui e, per rendere il tutto possibile, aveva anche dovuto sostenere un'accesa discussione con la manager dell'amico ma, alla fine, l'aveva avuta vinta lui. Il giorno dopo il castano iniziò a preparare tutto l'occorrente per il soggiorno di due mesi dell'amico, che sarebbe arrivato la settimana successiva. Verso il tardo pomeriggio il libero avviò una videochiamata con due dei suoi più cari amici Kai Nobugaki, che si era "rinchiuso" in una stanza della sua casa per non essere disturbato da moglie e figli, e Kuroo Tetsuro, che stava tenendo in braccio il suo compagno Kenma Kozume che in quel momento stava indossando le cuffie da gaming. Ciò che nessuno dei tre sapeva era che Kenma, in quel momento, fosse in chiamata con Hinata Shoyo e l'elemento principale attorno al quale ruotava la conversazione dei tre amici: Haiba Lev. In quella piccola casa di stile giapponese Kenma stava origliando la conversazione che il fidanzato stava avendo con i tre amici. Yaku stava letteralmente sclerando, aveva gli occhi a cuore solo nominando il ragazzo che gli piaceva. Ad un certo punto Kenma si alzò dalle gambe di Tessuto con la scusa di andare in bagno e si fermò dietro la porta del soggiorno. <<Fate silenzio e ascoltate>> disse sottovoce ai due amici che chiusero il microfono. Il giovane gamer staccò il cavo delle cuffie dal telefono e attivò il vivavoce rimanendo anche lui ad ascoltare la conversazione dei suoi tre senpai.<<Ah! Rischierò di impazzire!>> urlò Yaku <<Vedi di trattenerti dal saltargli addosso Yakkun!>> rispose Kuroo ridendo. I due, che erano praticamente agli antipodi iniziarono a bisticciare fino a quando non intervenne Kai <<Morisuke, spiegami meglio la situazione per favore>> <<Quell'idiota di un grattacielo troppo alto, quel bambinone troppo cresciuto verrà qui in Russia>>. All'udire quelle parole Lev si rattristò. <<E allora? Non vedo dove sia il problema>> disse seriamente Kuroo <<Grr! Siete veramente uno più stupido dell'altro! Vi ricordo che io e lui abbiamo avuto tre anni di relazione in passato!>> parlò animatamente il libero <<Si Yaku, lo sappiamo>> disse Kuroo <<Ma non vediamo comunque il problema>> rispose tranquillamente Kai. Yaku sospirò sonoramente <<Dopo la fine della nostra relazione ho più avuto appuntamenti o relazioni?>> chiese infine il giovane pallavolista. <<No?>> rispose Kai non continuando a capire. Kuroo ebbe invece un'illuminazione <<Uh! Il nostro caro demon-senpai è proprio cotto a puntino!>> Iniziò a prenderlo in giro ridendo sguaiatamente. <<Yaku, sei ancora innamorato di Lev?>> Chiese Kai trattenendo una risata. Morisuke iniziò a diventare di un rosso sempre più intenso, quasi tendente al viola, in viso, mentre in sottofondo aveva le risate e le prese in giro degli amici. Il ragazzo, che in quel piccolo corpicino non riusciva a contenere molta pazienza, sbottò. <<BASTA! - i due si zittirono - che male c'è ad essere innamorati? È forse un reato?>> Gli altri ragazzi, sia quelli in chiamata con lui che gli altri che erano in ascolto, rimasero sconvolti. Yaku aveva la voce incrinata e, dallo schermo del telefono, si potevano vedere gli occhi lucidi e colmi di lacrime trattenute. Kuroo provò a parlare ma venne subito zittito <<Yaku...>> <<STAI ZITTO TU! Quante volte mi hai rotto perché non sapevi come e se dichiararti a Kenma o perché tu e il tuo ragazzo avevate problemi di coppia? - Kai provò a calmare gli animi - Stai zitto anche tu Kai, ti conviene tenere la bocca chiusa. Io vi avevo videochiamato per un consiglio ma avete fatto solo gli stronzi!>> Il giovane libero chiuse la videochiamata e si nascose nella pesante coperta che aveva sul divano, sotto la quale lasciò fuoriuscire tutte le lacrime trattenute. Nel frattempo Kenma aveva reinserito il jack delle cuffie nel telefono <<Lev, tutto bene?>> chiese cautamente il ragazzo dagli occhi dorati.<<LEV, HAI SENTITO? GLI PIACI ANCORA!! NON È UNA NOTIZIA FANTASTICA?>> urlò invece quel concentrato di pura energia dai capelli arancioni, conosciuto anche come Hinata Shoyo. <<Si, è una bella notizia>> rispose mogio Lev. <<Non ti piace più?>> chiese subito il piccolo centrale preoccupato <<No, non è quello.>>. All'udire quella frase Kenma capì quale fosse il problema. <<Lev, non devi sentirti in colpa per aver ascoltato la conversione e poi, in questo modo, per te sarà più semplice dichiararti.>> <<Si, hai ragione Kenma-san!>> Disse Lev ora allegro. <<Adesso chiudiamo la chiamata. Shoyo tu vai da Kageyama, sto sentendo i suoi insulti fino a qui perché ti abbiamo "sottratto" alle sue "cure" - il mandarino annuì - Lev, riscrivi a Yaku, ovviamente senza fargli capire che sai cos'è successo. Se riesci cerca di fare anche una chiamata o una videochiamata con lui. - il modello sorrise felice - Io, invece, andrò a fare una bella ramanzina a Kuroo.>> I due più piccoli scoppiarono a ridere per l'ultima frase detta dal loro senpai e poi annuirono. I tre ragazzi si salutarono e chiusero la chiamate. Lev scrisse immediatamente un messaggio a Morisuke❤️❤️ "Hey Yaku-san, manca solo una settimana, NON VEDO L'ORA DI RIVEDERTI!!🥳🥳😍"
Yaku sentì provenire dal suo telefono la suoneria che aveva appositamente impostato per i messaggi di Lev. "Anch'io ho voglia di rivederti Lev!" gli rispose semplicemente non calcolando però che, dopo quella risposta, avrebbe ricevuto una raffica di messaggi dall'amato. Alcuni dei molti messaggi gli chiedevano di avviare una videochiamata nonostante gli avesse ripetutamente detto di non essere nelle condizioni per farla. Yaku fu costretto a cedere e accettò la videochiamata che l'altro aveva avviato. <<Yaku, tutto bene? Sei pallido e hai gli occhi contornati di rosso... ...STAVI PIANGENDO? COS'È SUCCESSO?>> chiese l'albino preoccupato. <<Lev, tranquillo. Sto bene.>> cercò di tranquillizzarlo il libero. <<YAKU NON MENTIRMI! Si vede che non stai bene e che hai pianto, si sente anche dalla tua voce. Sfogati con me.>> Il maggiore fo nuovamente costretto a cedere e scoppiò a piangere. <<S-s-scu-scusami L-Lev, non dovresti vedermi in queste condizioni!>> <<Tranquillo Morisuke, io sono qui anche per questo!>> rispose con voce calda e calma l'albino. Yaku raccontò ciò che era successo, ovviamente tralasciando qualche particolare, all'altro che lo ascoltò pazientemente. Dopo il monologo del libero il modello decise di fare una rivelazione <<Sai anche mia sorella Alisa continua a prendermi in giro per una cosa simile. Io sono ancora innamorato del mio ex ragazzo. - Yaku si fece più attento - Ci misimo assieme verso la fine del mio primo anno di liceo e fummo "costretti" a lasciarci due anni dopo, quando mancavano poche settimane al mio diploma, perché lui si doveva trasferire.>> Il viso di Yaku si illuminò, le labbra si incurvarono in un sorriso e le guance si tinsero leggermente di rosso. <<Lev, anch'io sono ancora innorato di te, in questi anni non ho fatto altro che pensarti>> Dopo le dichiarazioni i due parlarono a lungo. In Giappone arrivò la mezzanotte, il modello iniziava ad avere sonno e il maggiore glielo fece notare nonostante non avesse voglia di chiudere la videochiamata. Lev, per non dover salutare l'amato, propose di seguire la loro abituale routine e di andare poi a dormire, il tutto in videochiamata. Entrambi i ragazzi spensero la telecamera, si fecero una veloce doccia, indossarono il pigiama e ricominciarono a parlare. Il mattino seguente Yaku si svegliò con il telefono vicino al cuscino, dallo schermo intravide il viso angelico di Lev ancora dormiente e sospirò pensando a tutto quello che avrebbe voluto fargli. Il libero spense il microfono, si vestì, preparò il borsone per l'allenamento e cucinò la colazione. Mentre stava appoggiando la tazza sul tavolo sentì delle urla provenire dal suo telefono: Lev si era appena svegliato grazie ad Alisa. Yaku iniziò a sghignazzare e l'albino se ne accorse <<Buongiorno piccolo - lo apostrofò scherzosamente - dormito bene? Comunque non c'è niente di cui ridere!>> <<Haiba Lev, appena arrivi vedi che ti succede!>> gli rispose semplicemente il libero. I due ragazzi furono poi costretti a salutarsi per dedicarsi ai loro lavori. La sera si videochiamarono nuovamente e la mattina si svegliarono guardandosi negli occhi attraverso lo schermo del loro cellulare. Tra lavoro e ore di videochiamata la settimana passò abbastanza velocemente ed, entrambi, erano ogni giorno più impazienti di vedersi e abbracciarsi. Lev si trovava sul volo diretto in Russia seduto accanto alla sorella. Il ragazzo era energico e molto emozionato perché avrebbe finalmente rivisto la persona che amava da anni e a cui si era dichiarato qualche sera prima. Iniziò a viaggiare con la fantasia pensando a quello che lui e Yaku avrebbero potuto fare in quei giorni di convivenza e pian piano si assopì. Morisuke era invece agli allenamenti e aveva bisogno di sfogare tutta l'ansia e l'agitazione che gli procurava l'imminente arrivo di quell'enorme grattacielo del suo kohai. Il giovane libero era più agile e reattivo proprio per il bisogno di sfogarsi, i suoi compagni di squadra erano però stupiti perché non l'avevano mai visto così. Finiti gli allenamenti Yaku corse in spogliatoio, si cambiò velocemente maglia, pantaloni e scarpe, si infilò felpa e giacca per poi fiondarsi fuori dalla porta dello spogliatoio e salire in macchina. Sfrecciò per le strade di San Pietroburgo fino a raggiungere l'aeroporto dove si parcheggiò e aspettò l'arrivo di Lev. "Muoviti", "Sono qui fuori", "Ti aspetto in macchina", questi sono i messaggi che lesse Haiba quando riaccese il telefono dopo l'atterraggio. Il modello salì in macchina circa 20 minuti dopo l'invio dei messaggi <<YAKU-SAN!>> esclamò abbracciando il ragazzo che era andato a prenderlo. <<Haiba! Haiba! HAIBA! Anche io sono felice di rivederti ma staccati, sono tutto sudato. Ho appena finito allenamento.>>. L'albino si staccò e il più basso mise in moto la macchina, i due ragazzi non smisero di parlare neanche per un secondo durante il viaggio. Arrivati a casa il maggiore aprì la porta e fece accomodare il suo ospite <<Adesso ti mostro le stanze della casa>> disse appendendo le giacche. Lev seguì Yaku nelle varie stanza, l'ultima che vide fu la camera da letto <<Decidi tu dove dormire la notte, come hai visto ci sono una camera degli ospiti e un divano letto ma, se vuoi, il mio letto è abbastanza grande per entrambi>> disse il padrone di casa cercando di celare l'imbarazzo. Al contrario il modello arrossì vistosamente ma parlò con gli occhi a cuore <<Posso veramente dormire con te?>> <<Si>> rispose Yaku con espressione abbastanza confusa. <<Perfetto! Mi sistemerò nella tua stanza!>> disse l'albino esaltato. <<Va bene, mentre tu ti sistemi faccio una doccia così poi potrai usare tu il bagno>>. Tra chiacchere e risate la serata passò tranquillamente, solo verso le 22:00 tra i due calò un velo di imbarazzo. I due ragazzi si erano infatti sdraiati a letto in posizione supina con le braccia che si toccavano e i volti rossi che si intravedevano grazie alla fioca luce emessa dall'abat jour sul comodino. <<Yaku? - il castano fece un cenno di assenso con la testa - Posso abbracciarti?>> chiese l'albino con voce tremante, <<Fai pure Lev>> rispose l'altro con un tono che sembrava sicuro. Il modello si girò ed abbracciò il ragazzo più basso che, a sua volta, si sistemò meglio tra le braccia del minore. <<Lev?>> <<Mh>> <<Come abbiamo fatto a ridurci così?>> <<Così come Yaku?>> <<Una volta non c'era imbarazzo tra noi, ci abbracciavamo, ci baciavano, dormivamo tranquillamente assieme e abbiamo fatto il "grande passo". Ora invece ci imbarazziamo anche solo a sfiorarci>> <<Mi stai dicendo che vorresti tornare come un tempo?>> chiese il modello sorridendo. <<Esatto! Cavolo Lev! Se avessi saputo che qualche anno di lontananza ti avrebbe fatto diventare più intelligente me ne sarei andato prima>> ridacchiò il libero. L'albino lasciò perdere la battuta di pessimo gusto dell'altro e gli si avvicinò al viso <<Dato che vuoi che il nostro rapporto torni come quando eravamo al liceo posso fare questa cosa, giusto?>> disse mettendo le mani sui fianchi del maggiore e baciandolo. <<Tutto quello che vuoi quando vuoi>> rispose il castano mettendo le mani tra i capelli argentei del compagno e tirandolo verso sé per baciarlo nuovamente. Finalmente, dopo anni, i due tornarono a respirare grazie a un bacio. Il libero si arrampicò sul corpo, per lui, esageratamente alto del modello; Lev si ritrovò con la schiena schiacciata sul materasso e il corpicino di Yaku sul suo petto. Il loro bacio si intensificò ulteriormente, i loro toraci aderirono completamente, non si capiva dove iniziasse un corpo e finisse l'altro e le loro mani esploravano e scoprivano lembi di pelle da anni sconosciuti. Dopo ore passate a baciarsi, coccolarsi e dedicarsi piccole attenzioni i due si addormentarono uno abbracciato all'altro.

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