They don't know about us || Celson (Space Valley)

Capitolo 18

When you're with me, no judgement
You can get that from anyone else
You don't have to prove nothin'
You can just be yourself

- Niall Horan, No Judgement

Nelson chiuse la porta di casa dietro di sé, mentre con la mano sulla tasca controllava di essersi ricordato le chiavi. Nell'attesa dell'ascensore, aprì Google Maps sul suo telefono e selezionò la destinazione già presente nella cronologia: lo attendeva una mattinata di prove al parco del Cassero per le prove del Biografilm Festival, al quale avrebbe partecipato con la sua band la sera successiva. Sebbene cantare fosse una delle poche cose che lo aiutava a rilassare i nervi, quella mattina Nelson era ancora demoralizzato dalla discussione avuta con Nicolas il pomeriggio precedente.

Il ragazzo salì in macchina e fece partire il navigatore: le mani strette intorno al volante rispecchiavano lo stress che aveva accumulato nei giorni precedenti, tra i momenti di tensione quando era in compagnia di Cesare, per poi vedersi sbattere in faccia la felicità dei suoi amici che, nonostante non avessero ufficializzato nulla, si comportavano esattamente come due fidanzati alle prime armi.

Si era pentito subito di come si era rivolto a Nicolas, di quelle parole acide che gli aveva sputato in faccia come se fossero veleno. Tra tutte le persone all'interno di Space Valley, proprio per Nicolas si era fatto in quattro purché non soffrisse, si era presentato persino a casa dell'altro per aiutarlo a superare la vergogna di aver baciato Dario per dargli la consapevolezza che di essere innamorato di un ragazzo non era di certo qualcosa che per Nelson, o qualsiasi altra persona che avesse a cuore Nicolas, potesse rappresentare un problema. E adesso era stato talmente idiota da rovinare il rapporto con l'unico amico che sapeva esattamente cosa si provasse a sentirsi fuori posto e con dei sentimenti che sembrano sbagliati da qualsiasi prospettiva.

Il cantante arrivò all'enorme giardino e, dopo aver parcheggiato, restò seduto al sedile del guidatore per qualche minuto. Non poteva permettere che proprio ora, a pochissimo da un evento importante nella sua città, le sue emozioni mandassero a fanculo tutto. Con tutta la calma di cui era capace, Nelson prese il suo zaino e uscì dall'auto, per poi dirigersi nello spiazzo erboso nel quale si sarebbero svolte le prove.

«Ciao Nels!» lo salutarono in coro Marco e Stiva, mentre di Luca non vi era traccia; Nelson pensò che forse non era stato così ritardatario da essere l'ultimo, o forse il loro chitarrista aveva un turno di lavoro. Frank invece aveva già avvisato che sarebbe arrivato tardi, in quanto aveva del lavoro da finire allo studio di Space Valley.

«Ciao ragazzi» aveva detto Nelson con un tono che tradiva stanchezza e amarezza «a che punto siamo con la preparazione del soundcheck? Aspettiamo Frank e partiamo?» aveva domandato ai suoi compagni di band impegnati ad accordare gli strumenti.

Stiva annuì e propose a Nelson di seguirlo per mostrargli i tendoni che sarebbero stati i loro camerini e dove un variegato buffet era a disposizione degli artisti e dello staff impegnati nelle prove.

«Cos'è successo?» domandò senza troppe pretese Stiva non appena si furono allontanati da orecchie indiscrete. Nelson ringraziò silenziosamente il suo collega, non perché non volesse che Marco sentisse la loro conversazione, ma perché meno persone erano a conoscenza del suo reale stato d'animo, specialmente se si trattava di quel determinato stato d'animo, meglio sarebbe stato per tutti, Nelson compreso.

«Ho litigato con Nicolas» rispose il ragazzo, senza girare intorno al discorso esattamente come aveva fatto Stiva. «Gli ho urlato contro che la mia relazione con Cesare è diversa da quella tra lui e Dario, ovviamente ho usato le parole sbagliate e lui se n'è andato incazzato nero» aveva ammesso a bassa voce, nonostante non ci fosse nessuno nel raggio di metri che potesse sentirli. Nelson poi aggiunse, con tono più stizzito che mortificato, che Nicolas aveva addirittura proposto che si dichiarasse a Cesare, affermazione al quale il cantante aveva risposto che quell'azione non si sarebbe potuta assolutamente risolvere con una reazione positiva da parte di suo cugino.