stasera c'è un odore strano.
anche se sono in camera tua, tra le tue mille carni, lo sento lo stesso. la porta di casa (mia, nostra) è socchiusa, eppure la puzza dell'erba bagnata non si sente. quell'umido che si attacca ai fili verdi e si azzecca pure all'aria.
ci sono i grilli, loro si sentono. non ho ancora capito se sia un loro pianto (e piangono loro?) o se sia solo una sottospecie di verso d'amore. non me ne intendo. non piango da anni e con te non m'è servito nessun verso o canto. comunque, fanno rumore. tutto il resto però è in silenzio. si credono chissà chi o sono ingenui?
mi fanno male le ginocchia, il pavimento è freddo. te però hai le mani calde calde. tra i miei capelli, sul viso, sulle orecchie. 'sta luce gialla ti fa sembrare malata.
c'è un odore diverso stasera. c'è puzza, una puzza strana che non credo di aver mai sentito. direi che assomiglia al vomito per quanto fa schifo, ma sembra proprio un'altra cosa.
lo chiederei alla Maestosa, cos'è, ma non la vedo oggi. non se sono dentro casa. non se sono su di te e te mi tieni stretta. ci andrei anche, un attimo fuori, giusto per vederla, ma sta puzza non mi fa alzare dalle tue gambe, dal tuo grembo. mi tiene ferma qui, su di te. appiccicata. non fa niente, lei starà come al solito bella alta nel cielo a guardare tutti. ficcanaso? forse un po', ma ci vuole un bene dell'anima. lo so io. me lo dice ogni notte. me lo sussurra quando te dormi. e quando non me lo dice mi guarda e fa l'amore con me.
c'è puzza di piscio, mi sa. no. puzza di vermi, quelli che si mangiano la pelle. di quei fiori che trovi solo ai cimiteri. quelli che puzzano di una puzza strana. quelli che senti a cinque metri di distanza e già vomiti. fanno schifo. e poveri i morti che vivono con quella puzza sotto al naso. loro stanno soli in un buco pieno di vermi, tra ossa di figli e mogli, e voi li portate dei cazzo di fiori che sanno di merda ammazzata. se ci penso muoio.
però in piena campagna chi cazzo ce li porta i fiori da cimitero. il cimitero qui è la terra. terra santa per i peccatori. lì si nasce e lì si muore. erba, foglie, vermi. quelli stanno pure qui. senza paradiso o inferno, si muore e si ritorna a casa. i figli di dio si arrangiano. qua siamo tutti peccatori e solo la Terra è così crudele e gentile da prenderci.
ma è tanto che non muore qualcuno qui. siamo rimasti io e lei. lontano un paio di chilometri forse c'è qualcun altro. qualche povero come noi. e allora penso che almeno io c'ho te. ho te. anche se quando non mi dici "ti amo" mi vien' da piangere perché so cosa mi aspetta. anche se non c'è molto qui, oltre la natura. mi sento male. io la natura la amo, non fraintendermi. lo sa pure la luna, chiedi pure. prima però era diverso. prima c'era mamma (ma c'era veramente?), c'erano i baci suoi. le carezze e dopo di loro solo sorrisi. gli abbracci che mi dai anche tu ma che prima non mi facevano piangere. non sempre almeno. era diverso, amore. non t'arrabbiare. dimmi "ti amo" e non fare nulla. ho le gambe viola.
i grilli non li sento più. forse dormono. mi sento le orecchie tappate ma le mie mani sono su di te. forse sono le tue. le ginocchia non mi fanno molto male ora, il dolore sta svanendo. non sento il freddo, sto pensando ad altro, ma sento le mani sul punto di addormentarsi. la guancia che posa sulla tua coscia brucia. fa male. mi fai male.
sono ore che non parli e riesco a sentire anche da qui come la tua lingua si sia addormentata. spero l'abbia fatto pure tu. la tua stretta sul mio corpo però continua a premere contro la pelle. ad arrossarla. a bruciarla. dopo il rosso c'è il viola, e dopo il viola c'è il verde.dormi? amore. non la senti 'sta puzza?
non me lo dici "ti amo" stasera?