La ricerca delle chiavi nella mia borsa risulta sempre un'impresa ardua ma fortunatamente riesco a trovarle mentre mi avvicino in prossimità del mio alloggio, dopo aver lasciato il centro commerciale a piedi.
Ho sempre amato camminare, mi aiuta a riflettere e a perdermi in una vita immaginaria migliore ed è proprio quel che mi ci voleva adesso.
L'abbaiare di un cucciolo attira la mia attenzione, portandomi ad alzare lo sguardo su di esso e su chi tiene l'estremità del guinzaglio.
A quanto pare Ethan proprio non vuole arrendersi, sono diventata un chiodo fisso a quanto pare.
Avvicinandomi mi sembra già di sentire il suo profumo e dal suo aspetto direi che è fresco di doccia.
I capelli gli ricadono umidi e morbidi sulla fronte, sembrando più scuri rispetto a questa mattina.
L'orecchino che indossa crea dei riflessi assorbendo la luce del giorno.
Indossa degli scuri occhiali da sole che nascondono le sue iridi verdi e ipnotiche.
La prima volta che l'ho visto la sua personalità stramba e prepotente ha prevalso sul suo aspetto fisico, ma da subito ho notato il suo sguardo, tenebroso e ammaliante, e soprattutto rivelatore.
Indossa una camicia bianca semi sbottonata che lascia intravedere i suoi pettorali scolpiti ricoperti da una leggera peluria, insieme alla traccia di alcuni tatuaggi che mi incuriosisce molto.
Con quei jeans strappati e casual, sembra pronto per andare a fare un giro al parco, ma io non credo che uno come lui possa realmente rilassarsi e godere della compagnia della natura.
《Bel cane!》dico abbassandomi ad accarezzare la cagnolina appena mi avvicino.
La cucciola mi riconosce, dopotutto ci siamo scelte a vicenda, e comincia a saltarmi addosso e mordicchiare per gioco.
《Ti piace? L'ho chiamata Sugar!》dice facendomi alzare all'istante.
Sorride divertito, consapevole di aver piazzato bene la sua battutina, alla quale però, mi mostro del tutto indifferente.
《Che ci fai qui? Credevo di esser stata chiara al telefono prima!》
《Sono venuto a ringraziarti per tutti i bellissimi regali che mi hai mandato!》
《Figurati, erano soldi tuoi, ora stammi bene!》
Mi volto verso il palazzo che ospita il mio appartamento, decisa di ignorare la sua presenza e sento il suo sguardo scivolati addosso.
《Sugar vieni quì!》sento dire da Ethan alle mie spalle e istintivamente mi volto, cadendo nel suo tranello come una stupida.
《Chiamavo lei, non te! Avevo capito che questo nome non ti appartenesse!》dice provocandomi, mascherando male il suo sorriso beffardo.
Sbuffando in modo esagerato, salgo i gradini che mi separano dall'atrio della portineria.
《Sophie!》
Mi volto di nuovo nel sentire il mio vero nome pronunciato dalla sua voce per la prima volta.
La sensazione che mi provoca la sua voce mi destabilizza.
《Vengo in pace!》dice mostrandomi il mio telefono e il portafogli.
Sgrano gli occhi incredula e scendo subito a prenderli ma con titubanza, aspettandomi che li ritraesse prima che li afferrassi.
Invece mi stupisce ancora una volta porgendoli con garbo; non avrei mai immaginato che sarebbe stato così semplice.
《Grazie!》dico con spontaneità, perché gli sono realmente grata, nonostante i suoi modi odiosi di comportarsi, non ha portato il ricatto per le lunghe.
《Dai va a cambiarti, metti qualcosa di più comodo, voglio portarti in un posto!》dice con gentilezza, mostrandomi una nuova sfaccettatura del suo essere.
A dire il vero adesso sembra proprio un'altra persona, a metà tra un dittatore e un duca, con le sembianze di un principe d'altri tempi.
Sto per rifiutare il suo invito e lui lo prevede, tra i due adesso sono io quella insopportabile, lo ammetto.
《Guarda che non mi muovo di quì finché tu non verrai con me, quindi sbrigati! Hai detto che eri disposta a conoscermi meglio, adesso permettimi di ricominciare!》
Lo guardo perplessa, potrebbe avere in mente di tutto.
《Non aspettarti delle suppliche perché non le avrai! Sbrigati o ti carico di peso!》
Il suo ricatto è convincente e non vorrei ritrovarmi ancora faccia a faccia con la sua pistola.
《Va bene! Si, vado!》rispondo rassegnata, salendo in casa mia di malavoglia per una rapida sistemata.
Lego i miei capelli in una coda alta e tolgo il vestito ereditato dalla mamma per vestirmi con uno short di jeans e una semplice maglietta rossa a righe bianche.
Lavo il viso con un detergente e immediatamente ricompare il timbro della sanguisuga, ma poco mi importa, potrò rinfacciarglielo per tutto il tempo.
Applico un po' di mascara per scurire le mie ciglia bionde e scendo.
《Non ti sembra troppo corto questo pantalone?》dice appena mi vede.
《Non costringermi a tornare su perché non scenderò più!》dico nervosa, credo più per questa specie di appuntamento che altro.
《Andiamo!》dice alzando le mani in segno di resa.
Aprendo la portiera dell'auto, noto Susy, la bambola gonfiabile, seduta al posto del passeggero e con tanto di cintura di sicurezza.
《Non vorrei fare da terzo in comodo!》dico prendendo quel pezzo di plastica e gettandoglielo addosso.
《È che purtroppo si è innamorata di me!》dice Ethan ridendo, ma mi è sembrato quasi che stesse parlando alla bambola, alludendo qualcosa su di me.
Dal nulla sbuca Luke per occuparsi della cagnolina e di Susy, facendomi sobbalzare e salutando con un cenno del capo.
Gira e rigira comunque, finisce sempre per portare con sé quella bambola, direi che oggi mi sono fatta veramente odiare.
Ethan si immette nel traffico, guidando alla volta di Central Park.
La sera comincia a imbrunire il cielo con una tavolozza di colori dalle sfumature tenui.
L'atmosfera nell'abitacolo è stranamente tesa.
Osservo Ethan di sbieco, sperando che non se ne accorga.
《Ti va un milk shake?》chiede in modo spensierato e io nel frattempo resto sorpresa dal fatto che siamo partiti da dieci minuti e ancora non abbiamo rischiato la vita con la sua guida spericolata e cerco soprattutto una distrazione, perché mi sento sempre più sopraffatta.
Spero non si sia accorto di come ho studiato il profilo del suo viso fin nei minimi dettagli.
《Non mi piacciono!》dico forse in modo troppo acido.
《La consistenza densa e quel forte sapore di latte mi disgustano!》mi affretto a spiegare con calma.
《Io invece li adoro》risponde senza esitare 《prenderai qualche altra cosa allora perché ora ne ho proprio voglia!》sentenzia senza ammettere repliche, mentre inizia a vagare in cerca di un parcheggio per il suo giocattolino.
La zona in questo periodo dell'anno è particolarmente affollata e trovare un buco per sostare diventa difficile e per quel po' che conosco Ethan penso sarebbe capace di far caricare di peso qualche auto per parcheggiarvi lui.
Il mio pensiero era ironico, ma quando ho visto uno dei suoi seguaci farci un cenno a qualche metro di distanza, il dubbio diventa legittimo e prossimo alla certezza, ma evito di approfondire la questione.
Raggiungiamo a piedi la zona adiacente al parco ed entriamo in un bar molto eccentrico.
Sembra essere finiti in una casa di pan di zenzero e tutti gli arredi assomigliano a delle caramelle gustose o a pezzi di cioccolato.
Mi domando come io abbia fatto a non notare mai questo posto.
Il locale è affollato. Molte persone si concedono un gelato prima di tornare a casa dal lavoro oppure semplicemente escono per bere qualcosa di fresco mentre i bambini giocano sulle giostre del parco.
Il bello dell'estate è che ti sembra che la vita rallenti un po' rispetto alla frenesia degli altri giorni, ma io soltanto adesso me ne sto ricordando.
Le mie giornate sono sempre una corsa contro il tempo e difficilmente inserisco dello svago nei miei programmi quotidiani; a questo ci pensa Scarlett.
Nei weekend estivi si ci concedono delle fughe al mare, si organizzano delle grigliate con gli amici, si ci rilassa dopo un intero anno di lavoro, ma io non ho mai preso quest'abitudine.
L'estate era il periodo dell'anno preferito da mia madre, perché diceva che le giornate erano fatte per stare solo con la famiglia e volersi bene a trecentosessanta gradi.
《Per me un milkshake al reeses per favore!》
Ethan ordina al bancone dopo aver fatto pochi minuti di fila e si rivolge a me, strappandomi ancora dai miei pensieri《cosa preferisci tu?》
Sembra così rilassato, non riesco a stare dietro ai suoi cambi di umore così repentini.
《Non mi va niente!》dico distratta, sentendo lo stomaco completamente chiuso.
《Ti consiglio di ordinare qualunque cosa altrimenti lo farò io al tuo posto, rischiando di scegliere qualcosa non di tuo gradimento.》
Siamo alle solite, il padrone è tornato a dare ordini.
《Un the freddo con limone!》dico senza troppe moine, dopotutto ho un po' di sete.
Prendiamo i nostri bicchieri e iniziamo a passeggiare lungo il sentiero di Central Park.
《Hai mangiato qualcosa oggi?》chiede come se gli interessasse sul serio.
《No, ma ci sono abituata!》
Sorseggio la mia bevanda e apprezzo il fresco sollievo che mi provoca.
Il sapore zuccherino ci voleva proprio.
《È una cattiva abitudine!》interviene Ethan rimproverandomi, ancora
《Senti chi parla! Tu avrai un milione di cattive abitudini!》rispondo di rimbalzo, mettendo lui al centro del discorso.
《Di solito però non vanno a intaccare la mia persona, quindi almeno a me ci penso!》risponde tranquillo.
Sembra quasi fiero di ciò che ha detto.
《È inutile che fai lo sfrontato, hai appena ammesso di essere egoista e non è una bella cosa!》
Il battibeccare con lui è sempre previsto sul menù a quanto pare; in sua compagnia diventò più sfrontata di quanto già non sia e forse questa cosa mi piace, mi fa sentire forte.
《Sono dell'idea che bisogna pensare prima per se stessi, perché nessuno ti considererà più importante della propria persona.》ammette amareggiato, aggiungendo una punta di insolenza.
Mi fermo a guardarlo, non condivido assolutamente il suo pensiero e lui invece sembra averne fatto uno stile di vita collaudato.
《Che c'è? 》 dice bevendo poi il suo frullato dalla cannuccia nera e lunga.
《Da come parli mi fai capire che non sei mai stato amato》mi pronuncio schietta 《e non parlo del platonico sentimento tra uomo e donna, mi riferisco all'affetto che anche un amico può donarti preoccupandosi di te, chiedendoti come stai?》
Ethan ascolta senza provare a interrompermi.
《Un vero amico poi, ascolta la risposta con serio interesse, sperando che tu dica di stare bene, perché vuole solo il meglio per te!》
Noto che le pupille si dilatano nel verde bosco dei suoi occhi.
Mi sta ascoltando e sta seriamente riflettendo sulle mie parole.
《L'affetto si manifesta con piccoli gesti, come nel giorno del tuo compleanno, quando si ci entusiasma per il giorno che celebra la tua venuta al mondo》dico sognante 《e nei giorni precedenti inizia la ricerca per il regalo adatto a te, immaginando il sorriso che farai nel momento che strapperai la carta del pacchetto, e senza saperlo avrai donato tu una gioia, perché la tua felicità equivale al tuo benessere.》continuo con occhi sognanti.
Forse sono stata troppo diretta; non conosco quest'uomo e non vorrei battere su qualche tasto dolente.
Smette di bere e resta con il bicchiere fermo a mezz'aria, fissando un punto impreciso del terriccio calpestato.
Volevo dargli una lezione, ma alla fine ho finito col riflettere su quanto io sia stata fortunata ad avere una vera famiglia.
《Mi dispiace per te, perché se tu avessi avuto un vero amico, ti avrebbe certamente detto quanto fa schifo un frullato al burro d'arachidi e cioccolato, una combinazione perfetta per dare di stomaco!》
Provo a stemperare il mal contento che ho creato con le mie mani e ci riesco solo in parte, ottenendo un abbozzo di sorriso.
Passeggiamo silenziosamente lungo il vialetto pedonale che porta al lago, cuore del parco.
A poco a poco la sera si fa più cupa, dipingendo le acque e il cielo, prima di tutte le sfumature dei lillà, creando un panorama suggestivo che sembra unire la terra con l'universo e negli attimi a venire di un blu magico.
《Adesso vorrei proprio fare una cosa!》
Ethan mi prende per mano e mi guida verso la pedana galleggiante, dove una barca a remi, ornata di luci adatte alla pesca notturna, sembra essere posizionata lì proprio per noi.
《No, no! Non ci pensare proprio, non salirò su quella bacinella!》dico impuntando i piedi.
Ho sempre odiato le acqua melmose dei laghi e dei fiumi e soprattutto gli insetti che vi abitano.
Ethan sale sulla barca e mi tende un mano 《dai sugar! Ti prometto che non ti accadrà niente!》
《Non credo che valga molto la tua parola!》rispondo sempre meno entusiasta di fare una gita in barca.
《E ti sbagli, perché mantengo sempre le mie promesse, credevo lo avessi capito ieri sera!》
Titubante, afferro la sua mano e tenendomi con un braccio mi aiuta a mantenere l'equilibrio.
Mi siedo nella barca e lui inizia a spingerci verso il largo con i remi.
Il vociario delle persone diventa meno assordante, fino a sembrare appena un brusio.
Il canticchiare dei grilli si alterna con il gracchiare di qualche ranocchio e ogni tanto si sente qualche pesce saltare dall'acqua per rituffarsi.
Il lago è cupo e spaventoso, talmente buio da assomigliare a un grosso buco nero pronto a inghiottirci. Però, appena la luna fa la sua teatrale entrata in scena, tutta la superficie sembra risplendere dello stesso bagliore, candido e prezioso.
Il cielo da questa veduta è adornato di stelle e la via lattea si distingue perfettamente tra qualche soffice nuvola.Non vi sono palazzi e grattacieli a ostacolare questo dipinto del creatore e non vi sono clacson e caos generale a disturbare la quiete.
《Ne valeva la pena?》chiede leggendomi nel pensiero, bramando un mio sorriso.
Le mie labbra sono schiuse, i miei occhi sono pieni di meraviglia, il mio cuore batte all'impazzata.
《Non posso evitare di dirti infinite volte si! Grazie!》
Sono sinceramente ammaliata da questo spettacolo della natura e sono contenta che abbia insistito.
《Ne sono lieto..》dice smettendo di remare《perché volevo regalarti un ricordo!》
La sua voce è pacata e dolce, i lineamenti del suo volto sono rilassati.
《Cosa vuoi dire?》domando confusa.
《Mi piacerebbe che tu ti dimenticassi di ciò che hai visto ieri》dice alzando lo sguardo verso quel manto luminoso che pare voglia avvolgerci.
《Vorrei sostituire il ricordo di quello scempio con quello di questa visione!》
Il suo gesto mi spiazza, come ha potuto pensare a tutto questo?
La mia piccola lezione di vita credo che lo abbia portato a riflettere e ciò significa che prova qualcosa per me.
La mia mente inizia a fantasticare troppo, non ha senso.
《E vorrei che tu mi associassi a questa serenità, perché come vedi..》pronuncia le parole lentamente, diminuendo la distanza tra di noi 《il lago di notte può spaventare, ma allo stesso tempo è in grado di incantarti.》
Il suo profumo si posa sulla mia pelle con calma; io sono inerme, ipnotizzata dal suo fare ammaliatore.
《Di giorno è limpido e non può nasconderti nulla》continua 《e non ti farà mai del male.》
Le sue ultime parole mi è parso fossero più un riferimento a lui e al suo mondo più che al lago.
La distanza tra noi è oramai nulla.
Le sue labbra si posano sulle mie con una delicatezza disarmante, la mano si posa sul mio viso attirandomi con urgenza.
Il bacio si schiude in qualcosa che in altre circostanze potrebbe sembrare peccaminoso, ma in quel posto e in quell'istante, è come poesia, come una melodia creata per essere intonata solo da noi.
Resto senza fiato quando le nostre labbra si separano e sento un senso di vuoto assalirmi.
《Fingiamo di esserci appena conosciuti, ricominciamo da questo momento, ti va?》domanda con un velo di speranza negli occhi.
Non so cosa dire, sono estremamente confusa da me stessa.
Il mio cuore vacilla, è instabile, come forse si ci può aspettare.
È troppo debole per rimanere inerme dinnanzi a queste parole e questi gesti così misurati e tirati in ballo con maestria.
La mente però, che sempre mi ha portata a camminare sulla retta via, sembra aver intrapreso un viaggio senza ritorno, abbandonandomi del tutto e facendomi cedere ancora una volta a quelle labbra tanto morbide e a quel sapore di burro d'arachidi che tutto sommato, dalla sua bocca non è così male.*****Spazio autrice*****
Purtroppo la storia di Sophie termina qui! Per continuare a leggerla, seguitemi su Hinovel!
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Sophie - la figlia del gangster
RomansaSi dice che la vendetta è un piatto che va servito freddo, ma questo lo dice chi si siede ad aspettare che il karma faccia il suo corso. Sophie, la figlia di David e Georgia, ora è cresciuta e nelle sue vene scorre da tempo un orgoglio ferito. A dis...