EUPHORIA
Che strano rincontrarsi a questo colloquio. E io che neanche volevo presentarmi, sono stata indecisa fino all' ultimo, sono venuta solo per non dispiacere Luisa, ne ho gia' fatti veramente tanti e poi sono sempre rimasta delusa. Ora sono qui e tra 10.000 aspettative mi mancava solo rincontrarti, cosi' sono ancora piu' imbarazzata. Meno male che non ti ho notato subito e che non ti ho visto da lontano, mi sarebbe mancato il coraggio di salutarti, mi conosco, troppo tempo che non ci vediamo ma il tuo timbro di voce e il tuo modo di parlare l' ho riconosciuto prima ancora di guardarti bene in viso, gia' sapevo che eri tu. Chissa' come fa la mia mente a conservare in memoria voci e suggestioni e a riattivarle in un secondo anche dopo anni che non ci pensi piu'. Insomma mi sono girata, con il mio libro di scuola stretto tra le braccia, coraggio e conforto per affrontare le cose nuove della giornata, ed eri talmente vicino a me che un sorriso di saluto è nato spontaneamente. E sei anche bello come ti ricordavo, ancora piu' imbarazzante, mi viene in mente tutto quello che è stato qualche anno fa nella mia memoria di ragazzina, uno sguardo veloce e istintivo verso un qualsiasi specchio intorno a me e cerco di concentrare la mia attenzione su quello che sta dicendo il supervisore, non devo dimenticare dove sono e non devo dare retta alle voci nella mia testa. La realta' è la cosa piu' importante adesso. C' è una sedia esattamente dove mi trovo quindi non posso fare diversamente, devo sedermi qui, accanto a te, quasi vorrei scusarmi. Domani dobbiamo ripresentarci per approfondire il colloquio, va bene, speriamo non finisca per rivelarsi una perdita di tempo. Ieri, oggi, domani ho un sacco di cose da studiare e a perdere tempo sono gia' bravissima da sola, senza influenze esterne. Aspetta e quindi domani ti rivedo, magari finiremo in lati della stanza opposti, non è un appuntamento e qui ci saranno 100 persone e poi, e poi, e poi. Domani è un altro giorno, ora penso a cosa dirti," ci vediamo domani": sembra che sono una sfigata e verro' solo per vedere te mentre con tutta questa gente potresti benissimo non notarmi." Ciao e un sorriso", me ne pentiro' subito dopo. " Mi ha fatto piacere rivederti" nooooooo. "Che ne pensi"'? troppo confidenziale, non ci vediamo da anni, gia' e' tanto che mi hai riconosciuta. E vabbe' , ti sorrido, ci alziamo e ci avviamo insieme verso l' uscita, insieme , noi due soli e altre cento persone intorno, mi faccio pena da sola, penso a Luisa e a quando glielo raccontero' e rideremo per mezz'ora pensando a quanto sono imbranata. Ci salutiamo per le scale e una volta fuori mi rendo conto che ho scordato di guardarmi intorno per vedere se per caso c'è qualcuno che conosco, magari domani. Mi rimetto il giubbotto a jeans pronta a confondermi in un viavai di gente dove nessuno mi conosce o mi osserva. GIORNO2 Non è che stamattina voglia indossare la mia maglietta fortunata o quella del mio colore preferito pero' una volta in piu' allo specchio prima di uscire mi guardo e anche in tutte le vetrine mentre cammino. Arrivo ed entro, cerco di mostrarmi meno spaesata di quanto mi sento, la stanza è la stessa di ieri e c'è gia' una bella folla, registro la mia presenza e mi guardo velocemente intorno senza vedere realmente nulla, troppo concentrata sulla solita sensazione di trovarmi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Incrocio i tuoi occhi senza averli cercati ed è di nuovo sorpresa, ci sediamo vicini anche oggi, tiro fuori un quaderno per prendere degli appunti come se fossi all' universita' ma scrivo solo il mio nome un paio di volte e aggiungo dei pensieri quasi senza pensarci, anche questa un' abitudine. Lo metto al centro tra noi come volessi condividerlo e tu aggiungi il tuo nome e accenni un disegno,solo che io me ne accorgero' piu' tardi. La direzione ci informa che accederemo al passo successivo, un corso di formazione di tre giorni e poi un periodo di prova. Esattamente tra un incontro e l'altro dovro' fare un ripasso straordinario e un esame all'universita' ma l'unica cosa a cui riesco a pensare è che ti vedro' tutti i giorni, nasce in un angolo del mio cervello l' idea che un nuovo romanzo sta per essere scritto nella mia testa e che ci vorra' tutto il mio impegno per tornare alla realta'. Intorno a noi le voci,i rumori e i movimenti sono come un vortice che cresce di intensita' e non puo'essere ignorato, le ragazze accanto a me sembrano simpatiche, sono attratta dalle loro risate contagiose e d'un tratto sembra piu' facile fare amicizia. GIORNO3.4.5 Non ci avrei scommesso ma siamo una squadra, uniti dallo stesso destino, lavorativo almeno. A volte mi chiedo cosa pensi di me, ti sto sempre appiccicata e ho occupato il posto accanto a te in questo banco, forse sono stata un po' invadente ma non intenzionalmente, desidero con tutta me stessa essere una persona discreta o silenziosa, ma non è per niente facile. Cerco di non rivolgerti la parola troppo spesso, concentrarmi su quello che dice il supervisore e sembrare intelligente se faccio un' osservazione ma saperti accanto a me mi fa sentire come se guardassi il mondo attraverso un paio di occhiali a forma di cuore con le lenti colorate, come quelli che usavo quando ero bambina finchè non mi facevano male gli occhi, semplicemente perché tutto sembrava fantastico attraverso quelle lenti. E pazienza se alla fine mi faranno male gli occhi, correro' il rischio. E quando qualcuno mi chiede cosa mi aspetto da questa esperienza lavorativa praticamente mi brillano gli occhi. Le mie amiche hanno capito PERO' cosa sto combinando veramente e ascoltano i tragicomici resoconti dei miei tentativi di rivolgerti la parola senza sottintesi, non mi danno consigli e questo un po' mi preoccupa perché puo' avere solo due significati, che sembri improbabile o senza speranza, insomma "da me". E FINALMENTE SI COMINCIA, SOSPIRONE Mi sembra giusto cominciare questa nuova esperienza facendo un elenco di cose positive e negative, giusto per avere le idee chiare. Cose Positive: Avere dei compagni di postazione, tipo te, fa molto compagni di banco. Lavorare in centro, dalla finestra vedo i platani della v. Liberta' che adoro, un' ispirazione senza fine. Il lavoro non sembra difficile, seguendo le istruzioni. I supervisori sono chiari, disponibili e non si danno arie. Cose negative: lo stipendio non è super ma ha possibilita' di migliorare, la puntualita' è necessaria, il contratto è una nebulosa, i turni si riorganizzano ogni settimana quindi non so quanto ti rivedro' in futuro e diventare una stalker non è la mia massima aspirazione, conclusione: chissa'. Questi 15 giorni scivolano via senza troppi traumi, il gruppo rimane unito per la prova quindi sei costretto a sopportarmi, te la cavi alla grande anche con il mio stress pre esame n. 10, ci provo a comportarmi come una ragazza equilibrata, sana, ragionevole ecc. e ci riesco anche in genere, tranne che. Tranne che quando ti sto accanto, la mia mente va piu' veloce, i pensieri finiscono uno sull' altro e poi una calma piacevole e composta si fa spazio, mi lascia un po' tranquilla ma qualche nube gia' si addensa, come fosse ferma sulla mia nuca annodata insieme ai capelli raccolti in una coda ordinata ma non troppo, metereopatica piu' che mai. In questo momento non so se sono piu' vento, quello che sta facendo svolazzare i fogli di appunti tra noi, o i fogli stessi. Questi fogli forse finiranno per posarsi sulla tua spalla per farti uno scherzo e fare apparire un sorriso distratto sul tuo viso, o sulla tua mano sinistra solo per vedere se proverai ad afferrarli, o sul tuo zaino cosi' puoi portarli via con te, intenso desiderio che dura un attimo, o alla distanza esatta che ci divide in questa scrivania per segnare un punto di contatto fra noi, oppure finiranno per terra insieme al mio umore, pronti pero' a sollevarsi fino al soffitto tra 10 secondi solo per farsi notare un po' da te e poi poggiarsi delicatamente davanti al tuo viso in modo che tu li possa leggere tranquillo. Non mi è chiaro se sarei piu' una brezza leggera, un alito appena percettibile o se uno di quei ventacci autunnali, di quelli che lasciano dietro di se' tappeti di foglie bagnate, tombini intasati, ombrelli rotti e cappellini strappati e finiti chissa' dove. Sbuffi di vento maldestri e distratti, pronti pero' a rimediare e a farsi perdonare lasciando che confortanti raggi di sole spuntino tra una tempesta e l' altra. Concentrarsi in questo caos sembra complicato ma non è impossibile, sono una fuoriclasse, in queste situazioni so dare il meglio di me. OGGI. Quasi tutti i giorni la mia strada si incrocia con quella del Giardino Inglese prima o dopo il turno, una panchina in particolare è diventata per me un luogo privilegiato da cui sentirmi in citta' o fuori,in sintonia con i miei pensieri, da qui costruisco i miei punti di vista, mentre leggo o studio, mangio o rido come una sciocca alle battute delle mie amiche e rispondo ai loro messaggini sul cellulare. I platani, i loro tronchi dalla corteccia macchiata e le foglie dalla forma particolare fanno da sfondo e scandiscono il passare del mio tempo, tra i miei libri piu' foglie che pagine ormai, spero almeno mi portino fortuna, posso sempre usarle per una versione aggiornata di "m' ama o non m'ama". Oggi passi da qui anche tu, condividiamo due battute e una sigaretta, sembra quasi una pausa turno, 5 minuti brevi ma necessari,sufficienti per un sorriso stampato in viso per 2 ore e almeno mezzora di studio svanita ad inseguire il fumo della sigaretta, via veloce verso il giorno dell' esame n. 11. Questa mattina Il tasso di umidita' elevato ad una potenza infinita mi investe quando esco frettolosamente da casa, non basta il foulard a trattenere la concentrazione che scivola via, evapora e si confonde con il grigiore mattutino lasciandomi gia' confusa alle 8 del mattino, sulla porta del dipartimento di filosofia e con una borsa pesantissima sul punto di cedere per il peso della cultura. Cerco conforto e consolazione e magari un po' di energia in una tazza di te' amarognolo e troppo caldo e in un po' di cioccolata ma non ne sento neanche il sapore. Il mio nome e' in fondo alla lista come sempre e mi preparo ad una lunga e ansiosa attesa tra i soliti scongiuri e un fiume inarrestabile di chiacchiere. Un' improvvisa necessita' di sgranchire le gambe irrigidite e di vedere la luce del sole mi prende intorno alle 11, scendo le scale, incrocio ragazzi che studiano in silenzio e altri che attendono la prossima lezione, raggiungo l' atrio e comincio a leggere le comunicazioni appese, e poi mi giro senza motivo apparente. La mia attenzione è catturata da una felpa azzurra, un che di familiare, e sei tu e ti accorgi di me e per 20 secondi per me ci sei solo tu in questo atrio chiassoso e in movimento. Ma come mai sei qui mi chiedo, non riesco neanche solo a pensare che stavi cercando me pero' è cosi'. Me lo dici guardandomi negli occhi e una voglia di abbracciarti che stento a trattenere mi cresce dentro, saliamo insieme verso il dipartimento e ormai tocca quasi a me, recupero i miei libri appoggiati in un angolo, non mi resta che entrare. E poi tutto succede velocemente che anche i miei ricordi cominciano ad essere sfocati, mi siedo sulla stessa sedia dove almeno altri 15 ragazzi si saranno seduti questa mattina, solo un libro tra me e il professore e il tempo passa sul mio esame e su questa mattina e quando ho finito e mi alzo con un 30 scritto sul mio libretto appiccicoso a contatto con le mie mani sudate non so piu' che ora e'. Ti vedo, vengo verso di te e non posso fare a meno di abbracciarti, senza pensarci un attimo, una sensazione strana mi pervade, mi viene in mente la parola euphoria. Sono soddisfatta, esausta e troppo felice di poterlo condividere con te. Sei qui con me, senza storie o scuse, senza dover fingere o nascondere i miei sentimenti. Mi do una rinfrescata veloce e andiamo via, non so dove trovero' la serenita' per lavorare, cerchero' in fondo allo zaino se in mezzo a qualche libro, sotto la mia maglia fortunata o dentro il portapenne ne è avanzata un po'. L' energia in circolazione mi fa parlare e pensare fin troppo velocemente, mi fa aumentare i battiti, mi toglie il respiro e mi fa venire sete o forse è' piu' un calo di zuccheri. Ci dividiamo una coca cola, il barista ci ha dato 2 cannucce come fossimo due ragazzini, è imbarazzante ma allo stesso tempo mi da un'impressione di spensieratezza, mi fa dimenticare per un attimo quello che stiamo cercando. Io te lo leggo negli occhi, senza dubbi, anche tu lo stai cercando, l' attimo giusto per darmi un bacio. E quando succede è come se lo avessi sempre saputo, sempre aspettato, la riconoscerei tra mille l' euphoria che mi fa girare la testa, la stessa vertigine di quando ho incrociato i tuoi occhi in quella sala affollata. FINE
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EUPHORIA
RomanceLasciare che i propri sentimenti occupino lo spazio che meritano, modellare gli eventi e viverli con naturalezza e' possibile..