Unico Capitolo

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"Oh mio dio! Quello è Tsubaki, è così figo"
"Ti amo Tsubaki"
"Esci con mee"
"Ma cosa gli chiedi, bagascia"
"Ma cosa vuoi te"
Mi avvicino al gruppo di ragazze.
"Ragazze, calma. Non serve litigare"
"OMG, ci ha parlatooo"
Mi allontano da loro.
No no stupide galline, continuate a lodarmi.
Io sono Tsubaki Durushi e sono il ragazzo più bello, gentile e popolare di questa scuola superiore. Sono al secondo anno e perfino quelle galline delle terze mi amano. Non posso farci niente se sono nato così e soprattutto AdOrO provarci con tutte queste illuse. Adoro quando ci cascano ai miei finti flirt. Hah, stupide. Come ogni anno siamo stati smischiati e quindi avrò nuovi compagni, chissà come saranno. Devo dire la verità che non mi dispiace adulare anche i ragazzi, vederli in difficoltà nel fingere di non essere gay perché sono uomini maschi bla bla bla è così divertente. Che stupidi. E poi che male ci sarebbe? Coglioni.
Arrivo finalmente alla mia classe, la 2B, e mi siedo in fondo vicino al muro.
In realtà io lo faccio principalmente per divertimento, mi piace essere quello con le redini. Qualcuno mi potrebbe chiamare stronzo, ma sono solo un ragazzo annoiato che è nato attraente. Noto che la classe è finalmente completa e vedo tutti fissarmi. Hah, si continuate. Guardo tutti quando mi accorgo che c'è una ragazza che continua a guardare il cellulare. Forse non mi ha notato bene. Vedo che un gruppo di ragazze si avvicina a me e colgo l'occasione. Cerco di essere, mente parlo, il ragazzo più bello, cordiale, gentile e simpatico. Noto che quella ragazza continua ancora a ignorarmi. Ma che problemi ha? Non si è forse accorta che ci sono io in questa stanza? Mi schiarisco la gola e all'improvviso entra un sensei.
Suona la campanella e adesso abbiamo merenda. Quella ragazza sembra non notare la mia presenza, Che NeRvI. NoHHH, anzi... peggio per lei, già. Passo il resto della giornata ad adulare tutti e giuro di aver visto un sensei arrossire. Arriva finalmente l'ora di andare a casa. Mi sto per cambiare le scarpe quando noto una lettera sul mio armadietto. La leggo: è di una mia fan. Hah. Mi dirigo nel luogo da lei scritto, ovvero nel giardino dietro la scuola, e vedo una ragazza tutta timida vicino ai cespugli. Attivo la mia aura da persona fantastica e iniziamo a parlare. Dopo giri di parole, finalmente lei riesce a dirmi che le piaccio. Io faccio un ghigno, mi avvicino a lei, la faccio indietreggiare fino al muro scolastico e dopo le faccio un kabedon. Le alzo il mento con una mano e la vedo tutta rossissima. Hah. Esatto. Mi avvicino a lei e le bisbiglio all'orecchio.
"S-s-senpai, c-c-cosa ha detto..? N-non ho ben sentito.."
"Ho detto, neko-chan, che non mi interessi"
Mi allontano da lei, le faccio l'occhiolino e la saluto con la mano andando via.
" 3 - 2 - 1..."
"AHHHHHHHHHHH, TSUBAKI È COSÌ MISTERIOSO E FIGOO"
Tutte identiche, c'è le ho appena detto di no e lei non capisce. Stupide. Ritorno a casa e mi butto sul letto, perché il mio fascino funziona con tutti tranne che con quella ragazza? Sembra che qualcuno mi farà faticare. È come per un secchione quando prende il suo primo voto bassino, ma farò in modo che non succeda.
Spegno la sveglia e mi alzo, mi rendo il più fascinoso possibile e mi incammino verso scuola. Entro in classe e vedo che sono tra i primi, mi guardo in giro e vedo quella ragazza. Da quanto capito si chiama Yoshida, bene. Mi dirigo verso di lei, ma non prima di aver salutato un gruppo di primini. Mi trovo davanti al suo banco e lei manco mi caga di striscio. Vedo che ha le cuffiette e sta guardando il cellulare. Sbatto non troppo forte la mano sul suo banco e finalmente riesco ad avere la sua attenzione. La vedo fissarmi disinteressata, si toglie una cuffietta e mi chiede con scioltezza che mi serve. Rimango un attimo sbigottito ma non demordo, mi siedo sulla sedia davanti a lei e la guardo.
"Sai Yoshida, dovremmo presentarci meglio"
"Perché?"
"Accontenta questo mio capriccio"
"Okay.."
"Io sono-"
"So già come ti chiami e tu sai come mi chiamo io, che altro vuoi sapere?"
Is it a challenge?
"È che ieri ti ho vista tutta sola e quindi volevo fare la tua amicizia, e forse altro"
"Ah, no ma grazie. Sto bene così"
EH?!
"Guardate quella spudorata, sta avendo il privilegio di di parlare con Tsubaki. Brutta sgualdrina"
"Hai ragione, quella lì è sprecata"
"Cavolo che nervi, trattare così il principe Tsubaki"
HAH! Senti Yoshida? La pressione sociale.
Punto lo sguardo su di lei e la vedo tranquillissima a fissare il cellulare. È davvero così disinteressata? Che nervi!
"Sai Yoshida, penso che dovremmo incontrarci qualche volta"
"Per?"
"Stare insieme... da soli"
"Senti Tsubaki"
La vedo alzarsi dalla sedia.
"Per favore non trattarmi come le galline di questa scuola che ti cadono ai piedi, grazie"
La vedo andarsene e rimango un attimo scioccato. Mi lecco il labbro superiore. Interessante questa Yoshida, davvero interessante.
È già finita scuola e aspetto che Yoshida esca da scuola per braccarla. Mi affianco a lei e continuiamo a camminare.
"Cosa vuoi adesso, Tsubaki?"
"Volevo solo scusarmi per il comportamento di prima"
"Va bene, accetto le scuse"
"E anche diventare amici"
"Ancora questa storia?"
"Sai, sei una ragazza interessante"
"... Ah"
La guardo e mi è sembrato per un attimo che arrossisse. La fisso intensamente e mi sento tutto bollente. Mi copro la bocca con le mani. Mi ricompongo subito e velocemente la saluto andando via.
Cosa mi è preso, sarà la primavera. Cerco di non pensarci più e corro via.
Le altre giornate passano tranquille, tranne il fatto che io ci provi con lei e il risultato è il niente. Al mattino la saluto sempre, cerco sempre di starle addosso, le ho fatto vedere la persona di cui tutti si innamorano ma niente, le ho fatto il baciamano, lei ho fatto vari kabedon. Il risultato è sempre la sua faccia disinteressata. Voglio rivedere quel viso arrossire ancora una volta... per coff coff... per il mio piano si, ahhahaha.
Anche se continuo a farle le avance, lei però non se ne va. Mi spunta un sorriso e mi siedo al mio banco.
"Hey Tsubaki, tutto okay?"
"Si, certo"
"Sai ho visto che in 'sto periodo sei vicina a Yoshida"
"Hah, sai come sono"
"Ahh, vuoi farla cadere ai tuoi piedi. Non ti sazi mai"
"Ahahah"
"Sai, io penso che Yoshida sia davvero carina, togliendo quel suo disinteresse per tutti. Sai si dice che quelle più taciturne siano quelle più brave a bacia-"
Lo interrompo alzandomi bruscamente dalla sedia, sbattendo le mani.
"Tsubaki?"
"Ah scusami, mi è sembrato di vedere un ragno"
Cavolo perché mi sono incaxxato così? Non c'è motivo e devo stare calmo.
"Ah, comunque ho intenzione di chiederle di uscire. Però è probabile che non accetti, quindi pensavo di incastrala con un appuntamento al buio al karaoke. Ho anche un'amica con cui possiamo concordarci. Te hai voglia di venire? Tsubaki...?"
Stingo i pugni fortissimo fino a farmi sanguinare leggermente le mani a causa delle unghie. Mi alzo di colpo, spalleggio questo pervertito. Preso dalla rabbia e poca logica, prendo Yoshida e la porto sul tetto. La sento tirare e chiedermi più volte spiegazioni.
"TSUBAKI. Adesso mi stai facendo male"
Ritorno leggermente in me e la lascio. Mi rendo conto di averla sporcata con il mio sangue. Siamo l'uno davanti all'altra, le guardo le mani: sono più piccole delle mie e una è un pochino insanguinata. Avvicino la sua mano verso il mio viso e la lecco per togliere il sangue. Sono in uno stato di coma, non riesco a ragionare.
"T-Tsubaki, smettila"
Mi rendo conto della sua voce tremante, la guardo negli occhi e vedo che è un po' rossa di imbarazzo. Mi sveglio e mi rendo conto della situazione. La lascio subito e mi imbarazzo anche io.
"S-scusa ma non avevo un fazzoletto. Si sarebbe seccato il sangue"
"S-si"
La sento schiarirsi la voce.
"Comunque che ci facciamo qui? Mi puoi spiegare?"
"Ahhh! Niente, colpa mia. Sono stupido, haha. Meglio rientrare in classe"
Mi volto quando vedo Yoshida davanti alla porta.
"Mi hai portata qui, senza ascoltarmi. Ti sei fatto male alle mani fino a perdere sangue. E visto che mi hai trascinata, questo riguarda anche me. Quindi voglio una spiegazione!"
E adesso che rispondo? L'ho fatto senza ragionare. È che dopo quelle cose che mi ha detto quel ragazzo, mi sono saliti i nervi a fior di pelle. Perché? Forse in realtà lei mi... piace? Anche se fosse lei non ci crederebbe mai e non mi vorrebbe mai. Forse non riuscirei neanche più a vederla. Hah, che mi è successo? Da quando sono così? Beh... da quando ho conosciuto Yoshida. Devo uscire da questa situazione come la persona che conoscono tutti.
"In realtà neko-chan"
Le faccio un kabedon.
"Volevo chiederti di uscire, ma so già che diresti di no. Quindi diciamo che è tutto una mia stupidata. HaHa. Torniamo in classe"
"Sei serio?"
"Eh?"
"Ti sembro stupida? Sarai tu quello stupido!"
Si è arrabbiata?
Sento un lieve dolore alle mani e Yoshida se ne accorge.
"Per adesso andiamo in infermeria, forza"
Mi prende per un braccio e mi trascina verso il luogo predestinato. Il mio braccio a volte si scontra con il suo petto, sta calmo sta calmo. Mentre camminiamo mi capita  più volte di guardarla in volto. Voglio farlo, ma non posso. Sento il mio cuore desiderarlo, ma la ragione mi blocca. Devo stare calmo. Lei probabilmente mi odia. Arriviamo e mi fa sedere su un lettino.
"Cavolo non c'è l'infermiera. Faccio io"
Non dico niente e mi faccio guidare da lei. Mi sciacqua le mani e inizia a tamponarmi con un batuffolo di cotone inzuppato nel disinfettante. Brucia un po' ma resisto. Alla fine mi fascia le mani. Ha fatto un bel lavoro, è proprio brava. Mentre mette via le cose inizio a fissarla di profilo, è propria bella.
"Dovresti tagliati un po' le unghie"
"Vero hah"
La vedo sedersi di fianco a me.
"Adesso che ti sei calmato, mi puoi spiegare con calma?"
"Devo proprio?"
"Si."
"Okay okay. Beh, in classe un nostro compagno mi stava dicendo che... ecco... che ti trovava carina e che voleva provarci con te obbligandoti. E niente, mi sono arrabbiato"
Distolgo lo sguardo e fisso il soffitto.
"P-perché ti sei arrabbiato?"
"Be... perché ti stava trattando come un oggetto, un giocattolo. Mi ha dato fastidio"
"Ma se ci conosciamo appena"
"È vero, non so il tuo colore preferito e se hai animali domestici. Ma una cosa la so"
"Cosa"
"Che voglio fare questo"
Le prendo il viso delicatamente con le mani, chiudo gli occhi e mi avvicino. Sono pronto anche a una sberla. Non sento niente. La bacio a stampo. Le sue labbra sono soffici e leggermente secche. Sono imbarazzato ma mi piace questa sensazione, non vorrei che finisse mai. Mi stacco da lei e la guardo.
È tutta rossa e non riesce a parlare.
"Hah, alla fine ce l'ho fatta"
Mi tira un pugno sulla spalla.
"Era tutto uno scherzo?"
La vedo in punto di piangere.
"NONO, scherzavo scherzavo calma"
Le accarezzo la testa dolcemente.
"Penso che sia ora che tu conosca il vero me"
Lei annuisce. È ancora tutta rossa, lo fa apposta?
"Sei adorabile, tutta rossa in viso"
"S-stai zitto, che me ne vado"
"No! Non andare. La smetto"
"Dovresti smetterla di essere un donnaiolo seriale"
"Hai ragione, ahahah"
Le accarezzo la guancia e la ribacio.
Yoshida, grazie per avermi cambiato e per non essertene mai andata.

Arigatou, Yoshida Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora