MANIERISMO
Con il termine manierismo si indica un periodo storico artistico molto lungo, tanto che questa espressione serve a volte per significare in modo generico l'arte di tutto il Cinquecento. La definizione maniera venne impiegata per la prima volta dal biografo Giorgio Vasari nelle sue Vite (1550) con il significato di stile. Vasari, che aveva scritto il primo manuale di storia dell'arte moderna, pensava che l'arte moderna fosse iniziata con Giotto e da allora fosse gradualmente migliorata raggiungendo la perfezione con i grandi maestri del Rinascimento: Leonardo, Raffaello e soprattutto Michelangelo. Poiché con costoro l'arte era giunta al massimo livello, secondo Vasari per gli artisti successivi non c'era speranza di migliorare ancora: a essi non restava altra alternativa che quella di imitare i grandi geni passati, in quanto nelle loro opere era dato già trovare ogni perfezione. È così che si arriva al manierismo, ovvero a uno stile che imita lo stile di altri.
POST MANIERISMO/ CONTRORIFORMA. Come il Cinquecento è stato il secolo della Riforma luterana, il Seicento, al contrario, è stato il secondo della Controriforma Cattolica o, più precisamente, della sua piena applicazione. Alla profonda crisi di valori e al grande disorientamento morale che avevano caratterizzato gran parte del Cinqueento, infatti, il Seicento contrappone le forti e rinnovate certezze spirituali di una chiesa che, nel tentativo di contrastare efficacemente il protestantesimo, finisce di fatto per irrigidirsi sui propri dogmi troncando definitivamente ogni possibilità di di ricomporre lo scisma in modo pacifico e condiviso. Mentre sul piano della dottrina il principale strumento della Controriforma cattolica è stato qullo della fondazione dei nuovi Ordini religiosi di Gesuiti e dei Filippini, per la diffusione di massa delle idee controriformiste è l'arte ad assumere il ruolo di maggiore importanza.Architetti, pittori e scultori, infatti, diventavano, mediante le loro opere l'indispensabile tramite mediante il quale arrivare a toccare con efficacia e immediatezza l'animo dei fedeli. Con la propria arte la chiesa del Seicento si propone il traguardo di persuadere eretici e dubbiosi riconducendoli a quella che riteneva essere la giusta dottrina cattolica. Affinché ciò avvenisse occorreva che questa nuova arte avesse la capacità di penetrare a fondo nelle coscienze. Per questo l'arte della controriforma doveva aver prima di tutto la capacità di suscitare emozioni e sentimenti.
CARAVAGGIO
Michelangelo Merisi, detto "Caravaggio" (Milano, 1571 – Porto Ercole, 1610) è considerato uno dei più importanti pittori della storia dell'arte italiana. La forte carica drammatica ed emotiva e la teatralità delle sue opere sono stati di ispirazione per molti artisti dell' Europa . Nonostante venga ricordato con il nome di "Caravaggio" (piccolo paese in provincia di Bergamo), l'artista nacque a Milano. Caravaggio era il paese di nascita dei genitori. Caravaggio fin dalla più tenera età dovette fare i conti con la morte: la peste infatti uccise suo padre, il nonno e lo zio quando aveva solo sei anni. La sua carriera artistica cominciò a tredici anni, quando andò a bottega dal pittore manierista Simone Peterzano, a Milano. Per molti anni non si ebbero più notizie sulla vita del giovane Caravaggio, fino al 1594, anno in cui l'artista si trasferì a Roma. Secondo alcuni, l'artista lasciò Milano perché sospettato di omicidio. A Roma Caravaggio amava frequentare le osterie dei quartieri malfamati che ritrasse nei suoi dipinti, catturando l'essenza di un'umanità reietta e poverissima. Fu proprio una di queste opere, I Bari (1595) che gli fece guadagnare la stima di uno dei personaggi più importanti della città eterna: il cardinale del Monte, che decise di accoglierlo sotto la sua ala protettiva procurandogli importanti incarichi presso le istituzioni religiose. Nonostante gli incarichi prestigiosi e il successo, Caravaggio continuò a frequentare le bettole, trascorrendo le notti tra prostitute, giocatori di azzardo, risse e vino di dubbia qualità. Indossava abiti costosissimi ma lisi e consunti e, nonostante il divieto di portare armi, aveva sempre con sé uno stocco, una spada leggera adatta ai duelli. Uno dei primi lavori che gli venne commissionato fu la Vocazione di San Matteo, per la chiesa di San Luigi dei Francesi, a Roma. Caravaggio realizzò l'opera nel 1599 e stupì tutti per la scelta dei soggetti del dipinto. Nell'opera, Matteo (tutt'altro che santo!) viene rappresentato mentre è seduto al tavolo di una bettola, mentre Cristo lo indica per invitarlo alla redenzione. Mancano del tutto i toni estatici che all'epoca venivano usati per rappresentare i soggetti sacri, a favore di un maggiore realismo compositivo. Questa esasperata attenzione al realismo dei soggetti non sempre soddisfò i committenti che spesso considerarono blasfeme le opere di Caravaggio. L'opera La morte della Vergine (1605-1606) venne infatti rifiutata per l'eccessiva crudezza delle scena ma soprattutto perché Caravaggio scelse una prostituta annegata nel Tevere per dare volto e corpo alla Vergine. Le opere di Caravaggio colpiscono lo spettatore per la maestria con cui l'artista riesce a dosare l'equilibrio tra luci e ombre con una tecnica assolutamente innovativa per l'epoca. Per ottenere quest'effetto, l'artista collocava con attenzione le lampade e le candele nello studio dove posavano i modelli, come farebbe oggi un bravo direttore della fotografia. La vita di Caravaggio cambiò drammaticamente nel 1606, quando uccise in una rissa Ranuccio Tommasoni. Pare che l'alterco fosse sorto per un banale fallo subito durante una partita di pallacorda. L'artista, secondo le leggi in vigore nello Stato Pontificio all'epoca, fu condannato alla decapitazione. Per fuggire al boia Caravaggio in tutta fretta lasciò Roma cercando rifugio nel Regno di Napoli ma ciò non servì a rassicurarlo. La paura di morire diventò uno dei temi ricorrenti nelle opere realizzate in quegli anni di latitanza. Molte di queste opere hanno per soggetto scene di , come nell'opera Decollazione di San Giovanni Battista (1608). L'artista trovò rifugio a Napoli e poi a Malta dove nel 1608 riuscì a entrare nell'ordine dei cavalieri di San Giovanni. Ci rimase per poco, però: in una rissa (un'altra!) ferì un membro dell'ordine di grado più elevato e per questo venne imprigionato. Fuggì anche dall'isola ma, braccato dai sicari del cavaliere ferito che lo cercavano per vendicare l'oltraggio, riparò in Sicilia, dove realizzò alcune importanti opere tra cui (1608), capolavoro di grandi dimensioni (408×300 cm). Nel timore di essere inseguito lasciò l'isola per tornare a Napoli in cerca di protezione. Non bastò. Gli uomini del suo nemico lo raggiunsero a palazzo Cellamare e lo ferirono al volto, lasciandolo in fin di vita. In preda al dolore dipinse Davide con la testa di Golia (1609-1610). Una curiosità: il volto di Golia è un autoritratto di Caravaggio, ma anche il volto di Davide è ispirato al viso dell'artista, quando era ancora giovane e privo di macchia. Ferito e debole, Caravaggio decise di intraprendere un faticoso viaggio a Roma, per invocare la grazia e la clemenza del pontefice. Nel corso del viaggio però le sue condizioni di salute peggiorano irrimediabilmente. L'artista non raggiunse mai Roma, ma morì a Porto Ercole nel 1610, a 38 anni, senza sapere che il pontefice qualche settimana prima aveva inviato a Napoli un messo con il condono papale per assolvere l'artista dai suoi crimini.
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