Ch. 1

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Cara Alice,

È da qualche settimana che ho voglia di scrivere a te, di te, per te.
Ma non posso scrivere di te ora, qui, nella mia stanza da sola. Perché ricorderei troppe cose e se ricordassi, poi piangerei. E tu lo sai bene che se iniziassi a piangere poi non smetterei più.
Quindi ho deciso che tu sei ancora qui, si, con me. E ora ti racconterò di me, perché meriti di sapere, in quanto tu sia sempre stata l'altra metà della mia giornata, del mio cuoricino spezzato, del mio sorriso.
La cosa più brutta è che non c'è un paragone, perché solo ora mi rendo conto che non mi puoi mancare perché se chiudo gli occhi ti vedo ancora mentre cucini i tuoi popcorn troppo salati o mentre ridi come non ti vedo fare da troppo tempo.
Da quando non sei qui, o meglio, da quando non ti vedo più realmente qui, tutto appare come un'ombra.
Un'ombra vorace pronta a far crollare tutto ciò che mi rimane nell'equivocabile oblio. Le ombre sono grigie, io sono grigia e oggi anche il cielo è grigio. Lui si riprenderà, io non lo so. Il grigio è il colore che si trova irreparabilmente tra il bianco che sei tu ora e il nero, come eri prima; eri il nero più reale in mezzo a tutto quel bianco.
E io sto in mezzo, smarrita nei lunghi e tortuosi vicoli che potrei prendere nel mio cammino, sono talmente tanti che quasi mi sento soffocare mentre mi ripeto che non sarebbe corretto cambiare strada, sarebbe un po' come se ti voltassi le spalle.
Non potrei mai, e lo sai.
Lo sapevate bene, tu e quella testa matta che ti ritrovi.
La cosa più bella che mi sia successa è stata quella di essere amata da te, che tra tutti quegli idioti, hai scelto me. Si, tu hai fatto questo, ti sei affidata a me. E io a mia volta ho scelto te. Te, che dopo un lungo inverno hai scelto l'amore che pensavi di meritare, ma non avevi preso in considerazione che due matti non fanno uno sano, nel nostro caso però, siamo state brave a tenerci la mano. Siamo matte, ma ti svelo un segreto Alice, tutti i migliori sono matti.
Sei l'Alice sperduta nel paese delle meraviglie negli occhi della gente, sei entrata in questo paese delle meraviglie attraverso il vortice nero che era la ragazza insicura nel quale le persone ti hanno trasformata, obbligandoti a sognare. Hai incontrato le più strane creature, le chiamano persone, dicono che sono innocue ma tu Alice non sei d'accordo, dici sempre che le persone la maggior parte delle volte lasciano delle cicatrici. Cicatrici che si rimarginano a fatica, sanguinando ancora a certi ricordi. Ma non sono certo visibili, sono ferite di guerra, perché dovrebbero essere ben in vista? Sono il segno indelebile del fatto che sei sopravvissuta e ora sei un umana migliore per questo.
E io amo anche tutte le tue cicatrici indelebili che ti hanno distrutta e ricostruita allo stesso tempo: hai imparato a camminare da sola, grazie ad esse. Anzi no, a volare da sola. Tu mi dicevi sempre che ti sentivi sola, questo è perché tu voli molto in alto. E chi vola in alto è destinato ad avvicinarsi di rado a quelli che stanno più in basso.
Sei saltata perché avevi bisogno dello slancio per volare, così come mi dicevi da bambina, gli uccelli devono cadere per alzarsi in volo.
Sei sempre stata a un livello maggiore degli altri, nelle piccole cose soprattutto. Non volevi nemmeno che si strappassero le margherite, dicevi che sarebbe stato insensato uccidere un essere così delicato solo per sapere se qualcuno ci ama. Rimanevi ore a guardare l'immensità del cielo e non mi stancavo mai di sentirmi chiedere quante fossero le stelle. Non lo so quante sono le stelle, però c'è una in particolare che amo. 'Quella li piccolina, la vedi? Quella porterà il tuo nome, perché mi ricorda di te' mi dicesti, e da allora quella luce imperfetta che brilla nel cielo, porta il mio nome. Perché ti ricordava di me;
La verità è che mi sento smarrita, perché ho capito che se ti appoggi alle persone, poi loro si spostano e tu cadi. Non so nemmeno più sicura di avere la forza necessaria per combattere per i miei sogni, ne vale la pena?
Ad essere sincera non lo so, un giorno ne varrà la pena, forse. Di tutte quelle volte in cui tutto è sempre andato storto, di quelle volte in cui accadeva l'opposto di cui ci aspettavamo. Tutte quelle delusioni, quelle mancate attenzioni, di tutte quelle porte in faccia, perché ho capito che se aspetti con ansia, le cose non arrivano mai. Come i treni che, non arrivano mai in orario, arrivano quando smetti di aspettarli. E così arriveranno i momenti giusti, quelli del ne è valsa la pena, e quei treni eternamente in ritardo.
Però non so se io voglio dei momenti giusti senza di te.
Questo tratto di viaggio che ho percorso senza di te, è stata lungo e tortuoso. All'inizio era quasi come non muoversi, rimanere fermi a guardare il tempo scorrere con le lacrime agli occhi.
Tutt'oggi mi dicono che non sta bene avere continuamente gli occhi velati di lacrime, e a quel punto sorrido. Ma non per davvero, per davvero sorriso solamente a te, perché sei l'unica in grado di apprezzare i miei sorrisi veri. L'unica in grado di darci la giusta importanza.
Non capisco ancora, Alice, come tu abbia fatto a smarrirti nel paese delle meraviglie e a non tornare indietro a prendermi. Mi hai lasciata qui e io non ti biasimo perché tu me l'hai sempre detto che impazzivi perché non era qui che volevi stare. Per questo te ne sei andata, non era qui che volevi stare. Ma nemmeno io voglia stare qui se non ci sei tu con me.
Per favore, torna qui a prendermi perché se no impazzisco anche io.
Voglio venire a prendere il the con te, possiamo festeggiare i nostri non-compleanni come abbiamo sempre fatto anche da bambine.
Quindi torna, perché ti voglio nel mio domani.
Non c'è un vero e proprio modo poetico per dire che mi sento uno schifo più incasinato di prima, quindi, ritorna e basta.
Ti amerò per sempre, più un giorno.

Tua,
Charlotte.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 17, 2015 ⏰

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