1 - L'esperimento

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Tre anni prima

Ariete
"Plutone spalleggia i vostri nemici.
Soprattutto se sono stronzi
e si chiamano Christian Case".

Secondo mia madre il mondo si divide in due tipologie di persone: i vincitori e i perdenti.

Per avere un'opinione così estrema, è chiaro a quale categoria senta di appartenere lei. Adeline Davis-Cooper è una vincitrice. In aula, nei processi che segue e nella vita in generale, la sua aspirazione è eccellere. E come mi ha sempre ripetuto fin da quando ero piccola, può eccellere solo chi sa cosa vuole dalla vita.

"Claire, vuoi giocare a calcio o vuoi continuare con la danza?".

"Claire, vuoi suonare il pianoforte o il violino?".

"Claire, vuoi imparare il francese o il tedesco?".

Non lo sapevo. La mia vita era costellata di decisioni che non sapevo come prendere, perché l'unica discriminante che mi era stata insegnata era quella della performance: io sapevo solo di dover essere impeccabile, sempre e comunque. Era quello il mio scopo, la perfezione.

Eppure, si dice che l'anima sappia sempre ciò che la ragione ignora. È come quando lanci una moneta o fai girare una bottiglia. La vedi roteare, e roteare ancora. Quelle due possibilità si alternano in continuazione: prima una e poi l'altra, di nuovo una e subito dopo l'altra.

A un certo punto, però, quella rotazione rallenta e sei sul punto di guardare il risultato.

Adesso dimmi: quella che stai provando è trepidazione, o semplice paura?

*

«Non è una buona idea iniziare l'anno con Plutone contro».

Laya sbatté l'anta dell'armadietto così forte, che per poco non persi la presa sul mio caffelatte. La guardai con aria truce, agitando il contenitore d'asporto davanti al suo viso.

«Se lo rovescio nell'atrio, la signorina Patterson mi fa pulire il pavimento con la lingua» le ricordai.

Era la nostra tradizione: ogni mattina prima di entrare in classe, ci fermavamo nella caffetteria di fronte alla Lincoln High School a prendere un latte macchiato - per me rigorosamente senza cannella - e a leggere l'oroscopo pubblicato sulla gazzetta di Danvers.

Secondo l'abuelita Lopez, la nonna di Laya, erano solo un mucchio di baggianate. No, non perché si rifiutasse di credere nel potere generato dall'allineamento dei pianeti, ma perché sosteneva che le loro previsioni non fossero accurate quanto le sue.

La possibilità che i corpi celesti fossero in grado d'influenzare la mia vita mi convinceva quanto l'idea che fosse mio padre, quello a portare i pantaloni a casa nostra. Ma in ogni caso, avevo imparato che gli amici andavano supportati anche quando erano evidentemente fuori di testa, ragion per cui la mia stanza pullulava di cristalli, carte astrali e incenso per dodici mesi l'anno.

«Dicevo» riprese Laya, scuotendo i vaporosi capelli neri, «che non è una buona idea iniziare l'anno con Plutone contro».

«Non è una buona idea ricominciare la scuola il sette di settembre, più che altro» mi lamentai, mentre provavo a ricordare la combinazione del mio lucchetto. Era la stessa da almeno sei anni, ma in qualche modo l'estate riusciva sempre a farmela dimenticare.

Mi spostai lievemente seccata, mentre Effie prendeva il mio posto e inseriva con agilità i numeri corretti.

«Ventuno e quattordici, Claire. Abbiamo la stessa combinazione dalle medie» mi riprese, sistemandosi una ciocca bionda sfuggita dalla rigida crocchia che portava quel giorno.

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