Era bella, Dio se lo era.
Avevo passato giorni interi a contemplarla.
L'avevo vista truccata, struccata, in pigiama, in preda ad una crisi di pianto, ubriaca e persino sotto effetto di droghe, ma rimaneva comunque una delle ragazze più belle che avessi mai visto.
La sua era una di quelle bellezze naturali: non aveva bisogno di atteggiarsi o di truccarsi per stare al centro dell'attenzione, la sua personalità forte la faceva spiccare tra tutti.
Così, dopo quasi una settimana passata a pensare a come agire, finalmente mi ero fatto avanti: mi avvicinai a lei richiamandola da parte e, nel momento in cui i suoi grandi occhi di ghiaccio si incrociarono con i miei piccoli e scuri, compresi quanto in realtà mi piacesse.
Schiarii la voce prima di chiederle di uscire, ricevendo uno splendido sorriso come risposta.Una volta tornato a casa, mi resi conto di non averle dato nessun luogo d'incontro né un orario in cui vederci, così decisi di chiamarla.
«Sì?» rispose dopo qualche squillo, quasi come se non aspettasse altro che la mia chiamata.«Mi sono dimenticato di chiederti dove andiamo stasera» mormorai ridacchiando, sentendola ridere a sua volta.
«Potremmo...» si fermò un attimo a pensare, poi riprese a parlare. «Potremmo andare al luna park!» pronunciò euforica come una bambina la notte di Natale.
«Passo a prenderti alle 20:00, va bene?» chiesi sorridendo, ricevendo un “è perfetto” come risposta.
Chiusi la chiamata ed esultai, prima di dirigermi in bagno per prepararmi.
Entrai in doccia dopo essermi spogliato, così che l'acqua fredda potesse farmi realizzare ciò che sarebbe successo da lì a poco.
Ero elettrizzato, sicuro del fatto che avrei passato la serata più importante della mia vita, quella che avrebbe cambiato il corso del mio destino.
Ma che a cambiarlo sarebbe stata proprio una ragazza testarda e impulsiva dagli occhi ghiacciati, questo era un particolare che non avevo mai preso in considerazione.Uscii dalla doccia avvolgendomi con un asciugamano giallognolo in vita, prima di lavare i denti e dare un colpo di phon ai capelli mossi.
Spruzzai un po' di profumo sul collo e poi sui polsi, strofinando questi ultimi tra di loro.
Misi i boxer neri e le calze, dopodiché uscii da quella stanza talmente calda da farmi sudare, dirigendomi in camera mia.Era vuota.
Ma non mi riferivo ai mobili, quelli c'erano.
Parlavo di emozioni.
Quella stanza, così come tutta la mia casa, era sempre spoglia. Mancava il calore che si sentiva quando all'interno bazzicava più di una persona, mancavano gli echi delle risate, il profumo di cucinato e da qualche settimana mancava anche la voce profonda e fastidiosa del giornalista che conduceva il telegiornale.
Tirai un sospiro perché, per la prima volta in quasi vent'anni di vita, mi resi conto di aver bisogno di qualcuno da amare.
E quel qualcuno era lei.Estrassi una maglietta nera con lo scollo a V e un paio di jeans del medesimo colore dalla cabina armadio rossa, poi allacciai le miei comode Vans ai piedi e sistemai un anello sull'anulare destro.
Scesi in cucina dove afferrai le chiavi e il cellulare e mi diressi in macchina subito dopo essermi accertato di aver chiuso la porta di casa.Scrissi un messaggio veloce a Faith nel quale la avvisavo di essere partito, dopodiché accesi la radio e misi in moto, lasciando che le note di Big City Blues mi accompagnassero fino alla villetta azzurrina verso cui ero diretto.
Mentre guardavo scomparire l'asfalto scuro sotto i miei occhi, mi soffermai a pensare a come si sarebbe svolta la serata.Probabilmente Faith non faceva tutti quei pensieri, non si chiedeva “come andrà a finire?”, non sperava che io ricambiassi i sentimenti.
Non ci sperava perché era certa fosse così.
Non ero mai stato un ragazzo a cui piaceva credere che un giorno si sarebbe innamorato e avrebbe vissuto la favola del “felici e contenti”, ma quando l'avevo vista piangere accasciata in quel vecchio camper sentii che qualcosa era cambiato.
Non mostravo i miei sentimenti, era uno dei miei peggiori difetti, ma con lei era diverso.
Lei, invece, sembrava stare sempre sulla stessa linea d'onda: mi sorrideva come aveva fatto il primo giorno in cui il suo sguardo aveva incrociato il mio, mi parlava allo stesso modo di sempre, mi trattava come sempre.
Non era cambiato nulla.
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Everything you don't know.
RomanceLa vita di Faith, un'adolescente riservata dagli occhi chiari come il ghiaccio che prova a superare i suoi traumi causati da un'infanzia turbolenta e da genitori completamente assenti, viene sconvolta da uno sconosciuto dal buon profumo ad un ballo...