Assoluzione

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Quello era il giorno in cui tutto sarebbe cambiato. In cui tutto sarebbe iniziato come in una favola.

Non era una frase fatta, non era il capitolo di un libro, non era il surrogato di quel qualcosa a cui ambivo da quando l'avevo conosciuta.

Iniziava davvero.

Per tutta la vita, ero sempre stato solo io.

Per tutta la vita, avevo cercato di barricarmi e esiliarmi in quella fortezza chiamata indifferenza pur di non perdere il controllo.

Indifferenza verso il mondo, verso i sentimenti che la compongono, verso quell'amore mai provato, ma che avevo visto mille volte riflesso nello sguardo di chi ama. Di chi sa cosa si prova e lo custodisce gelosamente come una reliquia con tutte le sue forze.

Era così.

Lo tengono stretto gli innamorati, così stretto, che si possono vedere le dita delle mani quasi bianche dallo sforzo.

È una paura che attanaglia tutti, lo so per certo. Adesso anche io ero uno di quei guarnieri che si battevano per quel amore e per la loro donna.

Sì, Lei era la mia donna, e io il suo uomo.

Oggi divento un uomo, oggi divento quello che lei merita, divento quello che l'amore ha forgiato per tutti questi mesi: il suo promesso sposo.

Con lei non avrei più avuto bisogno di difendermi, di mentire, di mascherare quello che ero per paura di perdere quel controllo.

Di perdere quella poca stabilità che mi ero creato in tutti quegli anni di esilio forzato.

Lei mi aveva liberato.

Era stata la mia salvezza.

La grazia divina.

Il mio Angelo.

E adesso che le mie mani erano totalmente immerse nei suoi capelli e, la mia bocca assaporava la sua, avrei voluto che il tempo si fermasse. Fermare quegli istanti di felicità per essere impressi per sempre dentro al nostro cuore. Dio, sarei rimasto lì a baciarla tutta la notte, tutta la vita.

« Dario! Le hai fatto la gastroscopia! », gridò a squarciagola Saverio, posizionando le mani a mo 'di megafono. Ricordando e ricordandoci di non essere soli.

Ci staccammo sputando una risata, ma rimanendo comunque abbracciati. Era bellissima.

« Amore, forse è meglio fermarci qui... », bisbigliò lei guardandomi negli occhi. Lei e la sua voce suadente... un sogno.

« Amore? Non eri arrabbiata con me? », domandai con un pizzico di ironia rimanendo sul suo campo visivo.

« Diciamo che "qualcuno" si è meritato l'assoluzione... », il sorriso che ne seguì fu uno dei più belli, uno di quelli che non dimentichi facilmente.

« Bene suor Beatrice, perché stanotte ho tanti peccati da confessare... », risposi poggiando la mia fronte sulla sua. Volevo ancora assaporare qualche attimo con lei fregandomene di tutti i parenti e dei miei futuri suoceri che ci guardavano da lontano con gli occhi a forma di cuore.

« Allora, futuri sposi, ci degnerete di uno sguardo o possiamo ritornarcene a casa? », chiese Mirko,palesandosi davanti a noi con il piccolo Alessio tra le braccia e Claudia alla sua sinistra.

« Ciao ragazzi! Ci siete anche voi! », esclamò Anita avvicinandosi al piccolo che aveva da poco compiuto un mese. Diciamo che Mirko non aveva perso tempo ingravidando Claudia durante la luna di miele. « Ma quanto sei bello? », continuò Anita prendendo in braccio il primogenito della coppia. Era un piccolo Cicciobello in carne e ossa corredato di guanciotte rosse e occhi azzurri come la madre.

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