CAPITOLO 3

2.3K 127 13
                                    

Una volta uscita nel corridoio, Cheryl sentì il bisogno di appoggiarsi contro il muro e di respirare profondamente. Entrare nella camera di Hektor quella mattina e trovarlo con la testa e il braccio fasciati, la barba incolta e il volto terribilmente pallido, l'aveva sconvolta tantissimo.

Si era sentita esattamente come quando sua figlia era caduta da una giostra al parco. La vista della sua piccola ZoZo che scivolava a terra e restava immobile, le aveva fatto fermare il cuore. E aveva provato la stessa identica sensazione, vedendo Hektor in un letto d'ospedale.

La differenza era che Zoe si era rialzata pochi minuti dopo senza riportare neanche un graffio e aveva iniziato a giocare con gli altri bambini come se niente fosse. Hektor invece era grave o almeno era quello che gli avevano detto in ospedale.

Era arrivata molto presto, dopo una notte quasi insonne in aereo. Lui avrebbe dovuto essere addormentato, invece l'aveva trovato sprofondato in un torpore innaturale. Non sembrava neanche lui.

Vederlo lì, ritrovarsi nella stessa stanza con Hektor dopo tutti quegli anni, le era sembrato così irreale. Come se tutto quel tempo passato tra di loro non fosse mai esistito. La cosa in assoluto più grave era che, per quanto lei non lo volesse, provava ancora qualcosa per lui.

Si trattava di amore? No... Non era più innamorata di Hektor... Non poteva essere innamorata dell'uomo che le aveva regalato solo delle illusioni. Ma non poteva sopportare a saperlo ferito. Dannazione! Avrebbe potuto morire...

Si era fermata sulla porta e aveva fissato con ansia il suo petto per controllare se stesse respirando. Probabilmente l'espressione del suo volto l'aveva tradita, poiché l'infermiera aveva cercato di spiegarle con termini facili quello che gli stavano facendo.

"Controlli il monitor. Lì vedrà tutti i suoi valori... Il battito del suo cuore... È stabile, ma dobbiamo ancora tenerlo sotto osservazione."

Lei guardò il monitor e osservò un tracciato in movimento, l'unico segnale che Hektor era vivo e respirava. Sentì un brivido di paura lungo la schiena, ma cercò di rimanere più calma possibile.

"Se vuole, può svegliarlo," aggiunse di nuovo l'infermiera.

Cheryl aveva scosso la testa. Non voleva disturbarlo. Doveva restare più tranquillo possibile.

"No... Aspetterò finché sarà lui ad aprire gli occhi..." replicò lei piano.

"Se non si sveglierà fra un'ora, ritornerò. Dobbiamo controllarlo regolarmente, per verificare come risponde e se ricorda tutto correttamente," disse l'infermiera controllando ancora una volta i valori sul monitor.

"Ma andrà tutto bene, vero? Potrà riprendere la sua vita tranquillamente... Lavorare e tutto il resto?" domandò Cheryl.

"Lo vedremo nelle prossime ore..." aggiunse lei e la lasciò da sola con Hektor.

E poi Hektor si era svegliato e l'aveva vista lì... Era ovvio che la sua presenza non era gradita. Ma anche se lui era stato così sgarbato, Cheryl non voleva abbandonarlo in quella stanza, tutto solo.

Quello che non riusciva a capire era perché risultavano ancora sposati. Se la detestava così tanto, perché non aveva fatto niente per mettere fine al loro matrimonio? Cheryl era molto sorpresa visto che era chiaro che Hektor non aveva in mente di seguire sposato con lei.

Nonostante tutto quello che provasse per lui, quando uscì nel corridoio, ebbe la sensazione che le gambe non la sorreggessero. Si mosse come un robot e andò a ritirare il suo bagaglio che una delle infermiere le aveva permesso di depositare nella saletta.

TUA PER SEMPREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora