Untitled Part 3

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Quella mattina mi svegliai diversa dal solito, mi sentivo stranamente serena e in pace con me stessa e con le persone che mi circondavano, la giornata passata con Evan  ieri, aveva sbloccato qualcosa dentro di me  che non pensavo di avere e tanto meno di conoscere. Aprii le finestre e la luce del mattino mi illuminò gli occhi. Presi dall'armadio un top giallo zafferano, una felpa marrone  e dei pantaloni a zampa di elefante del medesimo colore . Andai in bagno mi lavai il viso, mi misi la matita sotto gli occhi, un po' di mascara ed  infine mi raccolsi i capelli in due trecce, lasciando qualche ciocca rossa sul viso. Scesi giù in cucina dove seduta al tavolo c'era mamma che sorseggiava una spremuta piuttosto invitante, mi rivolse un sorriso ed io ricambiai. Mi sedetti al tavolo e presi anche io la spremuta con degli spicchi di mela zuccherata.

-Sei  rimasta tutto il giorno in libreria ieri?- In quella domanda c'era un tono che io conoscevo fin troppo bene, mi limitai ad annuire mentre sorseggiavo la bevanda.

-Hai mangiato lì?- Bingo, sapevo che mia madre voleva arrivare a quel discorso, ma quella mattina mi sentivo particolarmente diretta quindi bevvi un ultimo sorso ed esclamai

- No, io e Evan siamo andati a mangiare in campagna- Inutile dire che mia madre per poco non si strozzò con la spremuta, io sorrisi a malapena.

-Evan?-

-Sì il ragazzo con i capelli rossi venuto da Londra-

-Oh sì ricordo, e in campagna dove?-

-Abbiamo preso i panini al panificio in centro, poi siamo saliti sul bus e l'ho portato nelle Highlands-  L'espressione di mia mamma era sempre più scioccata e la mia sempre più divertita

-Ottima scelta per fare un pranzo e fino a che ora siete rimasti lì?-

-Più o meno fino alle sei di sera-

-E vi... siete divertiti?-

-Sì, siamo stati molto bene-

Mia madre deglutì la spremuta e poi esclamò

-Perchè non lo inviti stasera a cena? così avremo il modo di conoscerlo- La proposta non mi esaltava particolarmente ma per una volta volevo concedere il beneficio del dubbio a mia madre quindi dissi

-Oggi glielo chiedo e appena mi dice ti chiamo così ti organizzi- Notai che gli occhi di mia mamma avevano iniziato a brillare e soddisfatta esclamò

-Magnifico! Ora vai a scuola e poi fammi sapere-  Annuii energicamente le diedi un leggero bacio sulla guancia che sembrò apprezzare, afferrai lo zaino e lo skate e uscii  dalla porta.


Arrivai a scuola e mi posizionai al mio amatissimo banco e Melania Soyer, la ragazza davanti a me si girò e mi fece i complimenti per come ero vestita, sorrisi lievemente e stupita mi misi a copiare gli appunti. Mi interrogarono a Storia e ad Italiano ed entrambe andarono bene. Uscii da scuola ma proprio quando stavo per impugnare lo skate mi sentii strattonare il braccio da dietro, mi girai e dietro di me c'era Melania che mi sorrideva, la guardai in obliquo, non avevo la minima idea del perchè quel giorno ci tenesse a fare conversazione con me.

-Ofelia, ciao scusa il disturbo, volevo dirti che sabato organizzerò una festicciola a casa mia e volevo invitarti, se ti va di venire sarei molto felice-

Melania Soyer che in tre anni non mi aveva mai rivolto la parola adesso mi invita al suo compleanno? Qualcosa non mi tornava ma non volevo risultare antipatica così dissi

-Vedrò se riesco a passare-

-Fantastico! Vado grazie ancora ciao!- E si allontanò correndo.

Mi sentivo per la prima volta considerata e forse Melania poteva rivelarsi una brava ragazza, con questo pensiero mi avviai sullo skate verso la libreria.

La stagione dell'inchiostroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora