Capitolo 39

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Kendall 's Pov

Rientro sotto lo sguardo attento di mia sorella, prendo le pillole nella tasca del giubbino e vado in cucina a prenderle.

"April, che hai? Sembra che tu abbia visto un fantasma." Sento Michelle parlare. Respiro profondamente e torno in salotto, dove gli sguardi di tutti si focalizzano su di me.

"Cosa?" Domando cercando di essere più disinvolta possibile.

"Tutto ok?" Domanda Rue e io annuisco.

"Certo." Guardo April, che sta per scoppiare. Infatti scatta al piano di sopra, facendo girare tutti quanti contemporaneamente.

"Kendall, dobbiamo andare." Tuona Madison alzandosi. Resto a fissare le scale senza parlare e lei mi richiama. "Kendall." Si avvicina.

"Ti prego, solo 5 minuti." Deglutisco, mandando giù il carico di lacrime prima che possano scappare.

"Cinque. Non uno di più." Corro su, sentendo il mormorio provenire dal piano di sotto. Busso alla porta della stanza di April ma non risponde.

"April." La chiamo entrando. Lei è sul letto sotto le coperte. Mi avvicino e mi copro anch'io con le coperte.

"Nessuno ti ha dato il permesso di entrare nel mio fortino." Arriccia il naso asciugandosi le lacrime.

"Ah questo è il tuo fortino?" La mia voce si spezza sempre ad ogni parola.

"Si. Quando ero piccola e litigavo con qualcuno, mio padre veniva in camera e senza dirgli nulla capiva. Prendeva un lenzuolo e ci copriva, diceva che questo era il nostro posto sicuro, dove si può dire tutto perchè tutto resta qui." Sorride tra le lacrime.

"E che succedeva quando vi nascondevate?"

"Gli raccontavo quello che mi aveva fatto piangere o arrabbiare e lui mi aiutava a sorridere."

"E adesso come fai a sorridere?"

"Parlo con te." Sorride e mi abbraccia.

"Non lasciarmi Kendall, sono forte. Posso farcela." Piange nell'incavo del mio collo e scoppio anch'io in silenzio.

"Adesso dici-" Ma mi blocca allontanandomi. Mi prende il viso tra le mani e mi bacia. Sento il sapore delle sue e delle mie lacrime che si mescolano sulle nostre labbra. Ci stacchiamo e continuiamo a piangere, rimanendo abbracciate.

"Devo andare." Sussurro accarezzandola piano, cercando di farla calmare. Il suo petto si alza e si abbassa veloce, troppo.

"Vengo con te. Non cambio idea. Se non vengo con te, vengo con il motorino e sto fuori casa tua tutta la notte." Mi stringe ancora più forte.

"E come pensi di andare a scuola?" 

"Chiamo Lauren, fammi dormire con te." Mi supplica con gli occhi. Resto in silenzio e prima che una delle due possa dire qualcosa, la porta si spalanca.

"Kendall, dobbiamo andare." Ordina di nuovo Madison. Io e April usciamo dal suo nascondiglio alzandoci in piedi e noto lo sguardo gelido di mia sorella su di noi.

"Vengo a dormire a casa vostra." Si asciuga con un gesto veloce le lacrime per poi prendermi la mano, intrecciando le nostre dita.

"Non credo, Kendall domani deve iniziare le chemio e tu devi andare a scuola."

"Dorme meglio con me. E per la scuola non c'è problema." Contrae la mascella.

"Tu non le dici nulla?" Si volta verso di me Madison.

"Voglio stare con lei." Sorrido chiudendo velocemente gli occhi, facendo cadere le ultime lacrime. Mia sorella sbuffa e scende giù. April si volta verso di me e mi abbraccia. 

L'amore oltre la malattiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora