YU RHEA
La tristezza. Le emozioni sono fondamentali nella nostra vita. Tuttavia siamo spesso portati a considerare alcune emozioni più adeguate rispetto ad altre, alcune "positive", altre "negative"; alcune "giuste", altre "sbagliate". In realtà ci forniscono informazioni relative a situazioni che potrebbero essere pericolose o dannose per noi, sono strumenti utili che possono agire come segnali per capire ciò di cui abbiamo bisogno, che ci piace o che desideriamo. Possono suggerirci se avvicinarci o allontanarci da una certa circostanza oppure fornirci informazioni su come stiamo e sull'energia che abbiamo. La tristezza può, infatti, essere considerato un segnale che il sistema di attaccamento si è attivato consentendo di segnalare il bisogno che abbiamo della presenza di quella persona, in momenti di difficoltà e costituisce le fondamenta delle nostre relazioni affettive più importanti. Perché ormai quel ragazzo era diventato indispensabile, ossigeno, acqua e suolo per quella instabile e precaria donna.
"Namjoon" sussurrò a sé stessa.
Le lacrime rigavano dolorosamente il suo pallido viso. Uno squarcio lacerò il suo piccolo cuore. Non aveva assolutamente intenzione di offendere o far arrabbiare quel ragazzo ma odiava i suoi occhi. Quelle pozze completamente bianche, insignificanti ed inespressive. Disagio. Portavano sempre e solo scompenso, problemi. Cosa ci trovasse in questi banali e spaventosi occhi non l'aveva ancora capito. Si alzò dallo sgabello, l'equilibrio le mancò, facendole tremare le ginocchia facendola scaraventare completamente a terra. I singhiozzi aumentarono riempiendo quel silenzio ormai indisposto. Si rannicchiò su sé stessa, nascondendosi tra le sue braccia e le ginocchia, sfogando quelle sensazioni ed emozioni così contrastanti. Si lasciò travolgere da milioni di ferite, schiaffi, tagli e pugni immaginari ma così reali.
[...]
Passeggiava lungo il sentiero della pineta che affacciava sulla spiaggia, quella dove andava sempre a giocare da ragazzina. Era una serata moscia in casa: mamma Cho era andata a letto e Jin si era ipnotizzato davanti un gioco a quiz in TV. Uscì con la scusa della spazzatura e decise di farsi una camminata. Andare in spiaggia sembrava noioso, quasi banale optando così per la pineta. Era lì da qualche minuto quando uno scricchiolare di foglie raccolse la sua attenzione, una sagoma scura tra i tronchi dei pini scrutava quel corpo minuto. Si avvicinò titubante a quel suono e rimase ferma a cercare di mettere a fuoco quel contorno, ma era davvero buio lì in mezzo. Il bagliore dei lampioni sulla strada arrivava fioco e spezzato dai tronchi degli alberi. Poi se lo ritrovò improvvisamente di fronte: un ragazzo giovane, nerboruto, vestito all'antica, anche se sul momento non ci fece molto caso. Parlarono del fresco della sera, dell'odore del mare, delle carezze che il vento regalava, dell'emozioni e dell'amore. Quel ragazzo dall'aspetto bellissimo ed etereo se ne uscì all'improvviso con una confessione.
"Vedi questo pino dietro di me?" chiese lasciando trasparire una malinconia quasi straziante "Proprio qui diedi fine alla mia vita" continuò lasciando esterrefatta Rhea "Mi impiccai... Per amore" concluse lasciando una scia di brividi percorrere il corpo della ragazza.
"Dice sul serio? Dio, ma è terribile" esclamò quasi incredula ma comunque in soggezione "Come ha fatto a salvarsi?" domandò poi.
Guardò il pino incriminato per un paio di secondi, la chioma è globosa ed i rami principali sono portati in verticilli regolari curvati verso l'alto, il tronco robusto e ben piazzato, ove su un ramo portante sì estende un filamento ormai consumato dal tempo, sembra quasi una corda. Riabbassò gli occhi sul ragazzo, incuriosita su quel dettaglio ma lui non c'era più.
[...]
Sveglia ma completamente paralizzata. Una sensazione estranea, di una minacciosa presenza esterna che incombe in Rhea, il mondo è tornato completamente nero, le ciglia sfarfallano e cercano di affievolire quella sensazione di terrore che sovrasta tutte le sue funzioni motorie. La frequenza cardiaca accelerata, il sudore che scivola viscido sul suo corpo, l'aria assuefatta ed irrespirabile. L'ambiente intorno a lei è irriconoscibile, nessun profumo, nessun rumore, nemmeno un piccolo sussurrò che possa solo confermare il suo stare. Non riesce a muoversi, apre le labbra cercando di urlare a pieni polmoni, ma l'unica sensazione che prova è il bruciore alle corde vocali e la voce che si spezza nella faringe. Fu un tocco leggero che le sfiorò i capelli a riattivarla.
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Teach Me ~ K.Namjoon
Hayran Kurgu~Completa~ PRESENZA DI SMUT❤️🔞 ARGOMENTI SENSIBILI🚫 ANGUST. Non servono gli occhi per vedere, Non serve il naso per odorare, Non servono le orecchie per sentire, Non serve la bocca per gustare e Non servono le mani per toccare. L'amore non ha biso...