I love you, my angel

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"Mio angelo,
come stai?
Forse é una domanda stupida di cui conosco già la risposta. Eppure ho bisogno di saperlo, é la domanda che più amo rivolgerti. I tuoi occhi hanno sempre parlato per te, non hai mai potuto mentire a me. Io sono il tuo lettore, tu il libro che ho riletto migliaia di volte e del quale mai mi stancheró.
Ti conosco così bene, mio angelo.
Ci siamo conosciuti otto anni fa, ricordi?
Tu eri al quarto anno di liceo, io al quinto. Calzavi sempre delle Converse nere con scritte a pennarello indelebile. Le stringhe erano sempre slacciate. Chissà da quanto tempo già le indossavi.
Eri il ragazzo più bello e raggiante dell'intera scuola. Era impossibile per te passare inosservato per quei bianchi corridoi. Avevi amici ovunque, anche le bidelle ti amavano.
Ricordo il giorno che ti vidi giocare a carte con la più anziana delle inservienti. Com'è che si faceva chiamare? Mama?
Fatto sta che quel giorno vincesti la chiavetta per la macchinetta dei caffè per un mese.
Facemmo amicizia quasi per sbaglio, a causa delle nostre conoscenze in comune.
Chissà cosa sarebbe accaduto se Hongjoong hyung non ci avesse presentati. Probabilmente sarei la persona piú triste e vuota di tutte.
Perché tu, angelo mio, sei il mio Sole e la mia Luna. La mia fiamma che scaccia via il buio. Mio angelo, tu sei il mio amore.

Ricordi il giorno in cui mi confessai a te?
Tu avevi appena chiuso il bar in cui lavoravi come cameriere. Avevi gli occhi stanchi, grigi, proprio come il cielo di quel dí tanto speciale.
Pioveva, io non avevo nemmeno un ombrello con me. Mi avvicinai a te, trovando il coraggio che mi serviva.
Sembrava la scena di un film.
Forse abbiamo davvero vissuto un film. È stato tutto così magico e perfetto da sembrare inverosimile. Eppure sono sempre stato felice.
Mi hai sempre fatto spuntare un sorriso sulle labbra, anche nelle giornate più nere.
Quel giorno, sotto la pioggia, ti baciai per la prima volta.
Fu l'esperienza più unica ed elettrizzante della mia vita. Le montagne russe erano nulla in confronto.
Le tue labbra hanno sempre saputo di fragola. Hai sempre utilizzato lo stesso lucidalabbra, mai lo hai cambiato.
Forse non l'hai mai fatto perché è sempre piaciuto più a me che a te.
Così come ho sempre amato il sorriso sul tuo volto ogni mattina.

Angelo mio, hai mai pensato che un giorno ci saremmo sposati?
Beh, io no. Non avevo mai immaginato che avrei incontrato qualcuno di talmente speciale da chiedergli di sposarlo esattamente dopo cinque anni di conoscenza.
Tre anni fa mi inginocchiai davanti a te, con un anello e il cuore in mano.
Avevo anche preparato un discorso, ma non fui in grado di ricordarlo davanti a te. Anche sull'altare ogni mia parola programmata divenne fumo. In tua presenza ogni mio piano andava a quel paese, tu hai sempre stravolto i miei progetti. Ed é sempre stato quello il bello dello vivere con te. Ogni giorno una sorpresa, ogni giorno piú unico dell'altro.
Un'altalena di emozioni e sorprese.
Mi manca così tanto vedere il tuo sorriso.
Ogni giorno che vieni a trovarmi sei sempre più grigio in volto.
É colpa mia, vero?
Mi manca anche la tua risata baritona e cullante. Una risata bambinesca che mai potrei dimenticare. A scuola ti si poteva individuare tra tanti solo con la tua risata.
Probabilmente leggerai questa lettera troppo tardi per poterlo fare un'ultima volta davanti ai miei occhi, ma ti prego, sorridi ancora come facevi anni fa.
Sorridi per me. Non essere triste.
Anche quando non mi vedrai più, io ci sarò e ti accarezzeró i capelli come ho sempre fatto ogni sera.
Non sprecare la tua vita con i rimpianti, mio angelo. Continua a ridere, ad essere raggiante come tu sai fare.
Ti amo, mio angelo. Ti amo più di chiunque altro, Jeong Yunho.

-Song Mingi"

Il ragazzo chiuse la lettera, e gli occhi con essa. Le lacrime già sgorgavano lungo ed oltre il suo viso struccato. La carta si era bagnata del suo pianto. Così tanti ricordi gli erano riaffiorati alla mente. Così tante memorie felici, dove lui sorrideva sempre. Era ancora in ospedale, proprio affianco al letto dove una volta era sdraiata la sua anima gemella. La sua metà, che Zeus gli ha tolto millenni prima. Il Simposio di Platone. Mingi non amava leggere, ma Yunho sí. Il ragazzo sorrise nelle lacrime, ripensando a quanti libri aveva spinto il suo amato a leggere.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui, ma a quanto gli sembrava non era stato abbastanza. Non erano bastati tutti i soldi per le cure, non era bastato il tempo per mostrargli un ultimo sorriso.
Un'infermiera toccò con delicatezza la spalla del ragazzo dai capelli biondi ma scompigliati, facendolo voltare.
«Mi scusi tanto, ma le devo chiedere di uscire dalla stanza.»
Il tono della giovane donna era cordiale ma caldo. Lei sapeva cosa fare e come farlo, era per quello che era stata assunta.
Yunho annuì soltanto, alzandosi dalla sedia nera. Prese un grande respiro, cercando di sbrogliare il nodo sempre più fitto che aveva in gola. Guardò la lettera che aveva in mano, e poi il letto vuoto e bianco davanti a lui.
«Ti amo anche io, Mingi.»

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𝐌𝐲 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫 𝐟𝐨𝐫 𝐲𝐨𝐮 •𝐘𝐮𝐧𝐆𝐢•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora