Capitolo 32

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Veronica

«Lui è di sopra. Non vuole parlare neanche con me, non so cosa le sia preso» Mi spiega mentre lo aiuto a ripulire il danno che James ha fatto.
Vetri di bottiglie da tutte le parti.

«Senti, prima di andare via vorrei parlare con lui, posso?» Non so dove io abbia trovato il coraggio di chiedere una cosa simile.

Ethan mi fa cenno con la testa e mi dirigo, con un passo pesante e il cuore a mille, verso la sua camera.

«Non rompermi il cazzo Ethan, non ho voglia di sentire le tue ramanzine»
Mi blocco sulla soglia della porta. Lui alza lo sguardo su di me. È poggiato fuori il balcone con una sigaretta in mano.

Perché anche in situazioni come queste deve essere a petto nudo?

«Ah, sei tu»
«Sorpreso di vedermi?» Mi avvicino e mi poggio affianco a lui.

«Che ci fai qua a quest'ora? Non dovresti essere a casa?»

Tira fuori dalla bocca una folata di fumo.

Osservo le luci della città che si vedono dal balcone.

«Sono qui per parlare. Dato che mentre hai le tue crisi fai il mio nome» Edward si gira verso di me.

«Pf, il tuo nome? Chi cazzo ti ha detto sta cosa?»

«Ah...Ethan, giusto» Si risponde da solo.

«Si può sapere perché ti comporti in questo modo? Ti costa tanto ammettere che anche tu provi quello che provo io?» Lo guardo ma lui fissa solo quelle luci.

«Tu? Tu provi qualcosa per me? E cosa provi esattamente? Solo perché ti ho baciata non vuol dire che allora ci amiamo»
Mi si spezza il cuore a sentirlo.

Deglutisco. Le ho davvero appena ammesso che provo qualcosa per lui?

«Allora? Cosa provi per me Smith?»

«Io nulla»

«Nulla, e allora dove cazzo vuoi arrivare?»
Sputa acido lanciando di sotto il balcone la sigaretta.

«Ero venuta solo per dirti che se hai qualche problema, non mettermi in mezzo»

«Già. Ma il problema è proprio che tu sei il mio problema, non sei solo in mezzo»

Lo guardo sperando continui a parlare.

«Da quando sei entrata nella mia vita, non riesco più a toglierti dalla testa e cazzo, mi fai così male. Mi fai provare delle cose che non ho mai provato con nessuno e odio questa sensazione perché non ci sono abituato»

«Ma potresti abituartici no?»

Resta in silenzio qualche istante.

«Ti odio Smith»

«E io odio te» Sussurro.

I nostri sguardi si intrecciano e quella scarica di brividi arriva in tutto il mio corpo.

«Allora che vuoi fare? vogliamo continuare ad odiarci per sempre o magari...»

Mi zittisco subito.

Ma che diavolo mi è preso questa sera? E io non ero quella che aveva il cuore spezzato? non dovrei neanche essere qui adesso.

«Che c'è? Qualcuno ha paura a dire cosa prova?» Ridacchia. Che bipolare del cazzo.

«Guarda che qui se c'è qualcuno che non riesce a capire cosa deve fare della sua vita allora sei proprio tu» Ridacchio.

Parlo io di bipolarità, che due secondi fa volevo tirarle un cazzotto mentre ora ci sto ridendo.

«Edward» Lui mi guarda.

Afferro il suo viso delicatamente e poggio le mie labbra sulle sue. Non ce la facevo più.
Non aspettavo altro che sentire di nuovo quel suo sapore di menta. Lui continua a baciarmi aggiungendo la lingua e senza pensarci troppo avvolgo le mie gambe intorno la sua vita. Lui mi tiene soda tra le sue mani e mi porta a stendere sul letto.

«Non sai quanto ho aspettato questo momento cazzo» Il suo sospiro è sempre più affannoso.
Le sfilo velocemente la maglia e quando mi ritrovo sotto di lui, osservo il petto scolpito con delle vene che si intravedono sulle braccia.
Fa per togliermi la maglia ma mi irrigidisco.

E se il mio corpo le facesse schifo?

«Signorina qui si fanno le cose complete, non devi di certo vergognarti di me»

La sua voce è così intensa che non me lo faccio ripetere due volte.

Mi sfila la maglia lasciandomi in reggiseno.

Inizia a baciarmi per tutto il corpo e delle scariche di brividi prendono il controllo del mio corpo.
———-

La luce forte mi da fastidio così decido di coprirmi il viso con la coperta.

Aspetta, quale coperta?

Sbarro gli occhi e mi tiro su a sedere.

O mio dio. Dove è il mio reggiseno?!

Avvisto il mio reggiseno che si trova su una sedia e inizio solo in quel momento a collegare il tutto. La sedia, la camera. Sono in camera di Edward James Jones e lui è nel mio stesso letto!

Controllo subito la mia parte intima sotto le coperte e per fortuna ci sono ancora le mutande e i pantaloncini che avevo messo ieri.

«Nah torna a dormire» Delle mani fredde mi afferrano i fianchi facendomi cadere all'indietro.

Edward mi porta al suo petto e mi abbraccia.

D'accordo, penso sia solo un sogno.

«Merda ma che ore sono?! Mia madre mi ucciderà» Cerco di allungare il braccio per affettare il telefono sul comodino ma fallisco.

«Di a tua madre di non rompere il cazzo»

«Ehi!»

«Si può sapere che ti è preso? Ti preferivo ieri sera» La sua voce roca mi provoca un brivido.

«Ieri sera?! O dio allora non stavo sognando, ma che diavolo mi è preso?»

«Nah nulla, mi sei solo saltata addosso e poi..»

O dio non voglio sapere altro.

«Tranquilla non abbiamo fatto nulla di male, anzi, con te voglio prendermela bene, abbiamo tempo...»

«Scusa?»

«Shh dormi» Mi ributta giù.

————

Quando apro la porta Ethan è davanti a me e mi guarda sospettoso. Beh avrei avuto anch'io questa reazione dato che ero qui ieri sera, in questa camera e sono qui, la mattina, nella stessa camera del fratello.

«Ehm, torno a casa, allora ci vediamo a scuola» Le uniche parole che riesco a dire prima di scappare via da quella casa.

Diciamo che se prima era Edward quello incasinato, beh ora lo sono io.

Ieri ho baciato suo fratello e per di più mi ha detto che vuole una cosa seria con me ed io ho persino accettato.

Mentre ora ho passato la notte con Edward.

Ma che diavolo ho combinato?!

Dᴜᴇ ᴘᴇʀғᴇᴛᴛɪ sᴄᴏɴᴏsᴄɪᴜᴛɪ ☾Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora