Ancora non l'hai capito?

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Questa storia va letta come se fosse raccontata da Mahmood. Immedesimatevi in lui.
(Mi scuso se ci sono degli errori di digitazione, perdonatemi)

Tutto procedeva per il meglio, eravamo io e Ultimo in finale. Io in finale? Non potevo assolutamente vincere, non avevo possibilità, ero poco conosciuto in confronto ad lui.
-La canzone vincitrice di questo Sanremo è...
La mia ansia saliva.
-Sei tu Mahmood!
Un ragazzino urlò questa frase; a occhio e croce aveva 16/17 anni, non di più.
Tutti in sala si misero a ridere e dalla mia bocca uscì un misero
-Magari
-Bene, quindi, la canzone vincitrice di questo Sanremo è...."Soldi" di Mahmood!
Ero fermo, incredulo. Tutti mi abbracciarono, coriandoli dorati e colorati caddero dall'alto...per me. Mi consegnarono il premio. Lì la mia vita cambiò, ma non per aver vinto, per aver, inconsciamente, conosciuto quello che poi sarebbe stato il compagno della mia vita.
Quella sera ritornai in hotel. Entrai nella hale e mi ritrovai una decina di fan che chiedevano autografi.
-Facciamo una foto?
Mi chiese una ragazza
-Ma certo
Dissi mettendomi in posa
Salutai i ragazzi che uscirono dall'hotel.
Mi sedetti sui divani dell'hotel per circa 10 minuti.
-Lasciatemi stare!
Qualcuno urlò fuori dall'hotel. Quella voce l'avevo già sentita.
Uscii dalla porta principale, lo scenario non era dei migliori. Un gruppo di 20enni aveva circondato un ragazzino che aveva in mano il mio disco.
Decisi di intervenire.
-Cosa state facendo?
Dissi scendendo gli scalini dell'hotel.
Si girarono e iniziarono a ridere
-Eccolo!
Guardarono il ragazzino e uno di loro disse
-È venuto a salvarti, hai visto?
Poi si rigirò. Si avvicinarono a me, erano 6. Io rimasi immobile.
Uni di loro mi spinse e disse
-Chi credi di essere? Non meritavi di vincere un programma del ca**o.
Io sorrisi e risposi
-Oh, se è veramente un programma del ca**o come dici tu, perché l'hai guardato?
Silenzio. Nessuno aprì bocca.
-Non finisce qui.
Disse uno dei ragazzi prima di andarsene. Guardai il gruppetto che se andava. Girai lo sguardo e mi avvicinai al ragazzino che intanto era a terra. Gli porsi la mano. La afferro e si mise in piedi.
-Tutto okey?
Chiesi
-Si, grazie
Rispose quasi sottovoce.
-Bene, vieni, ti offro qualcosa.
Presi il ragazzino dal braccio e lo portai in hotel. Lo feci sedere sui divanetti e ordinai due coca-cola.
Ci guardavamo. Aveva in mano il mio disco.
-Dai, te lo firmo.
Presi il disco, una penna e firmai il disco.
Mi guardava quasi soddisfatto.
-Grazie, grazie per tutto.
Usci dalla sua bocca.
-Difendo i miei fan, ah e grazie per l'incoraggiamento sul palco oggi
Dissi sorridendo. Sorrise anche lui.
-Bene, scusa, ora devo andare
Disse il ragazzino.
-Aspetta, non mi ha detto come ti chiami
Chiesi
-Riccardo (Blanco)
Rispose il ragazzo uscendo dall'hotel.
-Okey, bel nome eh
Dissi parlando da solo.

Due anni dopo

-Vieni Alessandro (Mahmood), entra pure.
Entrai in casa. Michelangelo è un pianista e manager di un ragazzo, che a detta sua, era un mio grande fan.
-Vieni, siediti pure. Chiamo Riccardo. Ricordati che lui non sa nulla.
Mi disse andando in un'altra stanza
Non mi sedetti, rimasi in piedi davanti al divano. Dalla stanza, in cui prima era entrato Michelangelo, uscì un ragazzo moro, occhi marroni, molti tatuaggi ma soprattutto con un fisico stupendo. Era a petto nudo, probabilmente si stava allenando, lo capì dall'asciugamano che aveva attorcigliato al collo.
Appena mi vide si immobilizzò per poi venire verso di me sorridendo.
-Non ci credo!
Disse
-Penso tu mi conosca
Non feci in tempi a finire la frase che continuò
-Certo che ti conosco!
Mi porse la mano dicendo
-Riccardo, ti ricordi di me?
Lo guardai bene, non mi ricordavo di averlo mai incontrato...
Gli strinsi la mano dicendo
-Non penso di ricordarmi...
Sorrise
-Sono quel ragazzo che hai salvato due anni fa, fuori dall'hotel, la sera in cui hai vinto al festival di Sanremo e a cui hai offerto una coca-cola che non ho nemmeno bevuto.
È veramente quel ragazzo? Mi ricordavo ma era totalmente diverso...
-Ah, ma certo, mi ricordo di te.
Dissi sorridendo. Continuai
-Non ti preoccupare, ho bevuto io anche la tua coca-cola.
Ridemmo tutti e tre.
-Molto bene, volevo chiederti Alessandro se volevi collaborare con noi per un pezzo.
Mi chiese il pianista
Guardavo l'espressione del ragazzo, aspettava solo un mio "si" e io lo accontentai. Perché no? Potevo collaborare con qualcuno per creare un gran progetto, si mi piaceva.
-Certo, accetto molto volentieri.

A volte non so esprimermi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora