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Casa Jefferson è una cozzaglia di colori, stili e mode. Eppure ho sempre amato il suo calore. Sulla scala che porta al piano di sopra, dove ci sono tutte le camere e i bagni, campeggiano foto di noi. Insieme. I miei genitori hanno sempre messo la famiglia al primo posto. Capisco perchè mamma sia un po' perplessa dal mio stile di vita. Ally Rose ha seguito l'esempio, io invece di bambini non ne voglio, nè ora nè mai e Anna Rose è ancora troppo giovane. Deve pensare a studiare, anche se mi sembra che non abbia fatto grossi progressi in questi anni.
Con l'indice scorro appena sotto di loro, ripercorrendo con la mente tutti i momenti immortalati per sempre, mentre scendo le scale per la cena. Sono nervosa per il disastro al paginone centrale di Choice. Come è possibile aver costruito un articolo del genere su una fake? Com'è possibile che nessuno abbia pensato di verificare? Dovrò rivalutare la posizione di alcuni collaboratori. Dietro di me Joshua il perfetto è vestito in maniera impeccabile. Sembriamo pronti per un Red Carpet, in effetti, noto, quando ci disponiamo a tavola. Anna Rose indossa una felpa oversize con un disegno di dubbio gusto, una specie di scimmia. Mary Rose è vestita come la casalinga disperata che sembra e i bambini, freschi di bagno, sono già in pigiama. La tavola è apparecchiata in modo semplice, del resto oggi è l'anti Vigilia. Dodici posti. Per fortuna. Avevo pensato che ci fosse qualche problema a casa di mia sorella maggiore, visto che il marito non era in loro compagnia. Probabilmente Lorentz avrà dovuto lavorare e ci ha raggiunti solo stasera. Noi siamo arrivati da qualche ora, poi.
Faccio accomodare Joshua e aiuto mia madre a portare in tavola le pietanze, nonostante le sue continue frecciatine sulla presunta scomodità delle mie scarpe con il tacco.

«Sono comode, mamma, è questa la differenza tra una scarpa dozzinale e una creata per venerare il piede di una donna. E poi, se proprio devo servire a tavola, che possa farlo nel modo migliore che conosco.»
L'unico. Essere al top. Impeccabile. Stilosa. Son pur sempre il caporedattore più giovane di Choice, anche se ancora per poco.
So che non capisce. Come io non capisco il suo mondo. Sembriamo lontane anni luce. Le risatine delle mie sorelle fanno da sfondo. Il nervosismo mi attanaglia la gola, ma sorrido e faccio finta che non mi tanga. Me la prendo con l'arrosto, che ha deciso di non farsi mangiare, mentre le altre donne di casa portano in tavola le salse, le patate e altre vivande. Non amo che siano le donne a servire a tavola. Lo trovo sessista e quasi sono sollevata quando sento una voce maschile alle mie spalle.

«Scusate il ritardo.»
Quasi, perché, quando la riconosco, vorrei buttarmi fuori dalla finestra, anche se il mio tubino di raso nero Armani mi farebbe morire congelata nel giro di pochi minuti. Faccio un movimento inconsulto con il coltello e il sugo dell'arrosto imbratta il mio vestito. Per quanto il nero aiuti, l'odore è inconfondibile. Il dio della moda mi farà pagare caro questo scempio, proprio ora che avrei bisogno di averlo dalla mia parte.
Mi volto di scatto nella sua direzione e i capelli sfuggono dalla acconciatura sofisticata.

Joe entra dalla porta sul retro, come se fosse casa sua.
Sembra che fatichi a passare per la soglia, quanto è diventato imponente. Si toglie il cappello a falde larghe e i suoi capelli dorati ricadono lunghi e lisci sulle spalle massicce. Indossa il montone, come mio padre e ha i suoi stessi guanti. Ai piedi pesanti stivali. Si scrolla dalla giacca la neve. Si muove come fosse a suo agio nella cucina di casa mia. Come se non fossero praticamente passati dieci anni.
Sembra allegro, finché non mi inquadra e si blocca, neanche fosse al cospetto di un mamba nero in posizione di attacco. Forse un po' di paura la induco, visto il coltello da cucina che brandisco. 

«Amber...»


Non lo è. Seduto a tavola c'è Joshua, il mio fidanzato quasi perfetto. No, volevo dire il mio quasi fidanzato perfetto.
A Manatthan ho la mia vita. Quella quasi perfetta. Joe è solo un ricordo d'infanzia e questo arrosto dispettoso mi impedisce di conquistare la soglia della sala da pranzo. Mi tocca restare con un coltellaccio tra le mani e la necessità di uscire subito «Cosa ci fai tu qui?»
Mi sono girata di scatto e tengo il coltello tra me e lui come fossi in pericolo.
Forza, Amber Rose, abbassa la lama.
Il cuore batte all'impazzata e mi sento sopraffatta dalle troppe emozioni.

La Magia Della NeveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora