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La mattina della vigilia di Natale è caratterizzata da una tradizione. I fratelli Rose che si alzano e preparano la colazione.
Apro gli occhi e spero di essere in tempo. Mi fiondo fuori dalla camera, scendo le scale attenta a non fare rumore.
Spingo la porta basculante e, contro ogni mio peggiore pronostico, mi trovo faccia a faccia con Joe. Il cipiglio assonnato che ha sul volto si cancella appena mi squadra. E la temperatura della cucina, molto più bassa di quello che mi aspettavo, mi fa indurire i capezzoli.
Sono in maglietta. Ieri notte ero troppo stanca e un po' brilla e non mi sono neppure cambiata. Ho tolto gli stivali, i jeans e la camicia in flanella e mi sono gettata sotto le coperte. Quindi sono mezza nuda e anche sciatta. Niente a che vedere con la camicia da notte in seta che usavo ieri. Dovrei fare dietro front, ma non so come togliermi dall'impiccio.
«Fa un freddo cane» mi circondo il busto con le braccia per schermarmi soprattutto dagli occhi grigi dell'uomo che mi sta guardando. Lo sguardo metallico, sembra fondersi, mentre scansiona ogni centimetro della mia pelle nuda e io ho un quasi fidanzato perfetto di sopra che dorme ignaro, ma la sua sfacciattaggine mi fa salire un calore inaspettato dal basso ventre e mi ritrovo a fissargli le labbra carnose, nascoste dalla folta barba.
«S-si è rotta la caldaia» il suo pomo d'Adamo scende e sale, come se fosse a corto di saliva. È la mia salvezza perché il movimento cattura la mia attenzione e posso spostare lo sguardo.
«Puoi aggiustarla?» dovrei andare a mettere qualcosa. Uno scafandro per esempio. Invece rimango stoica, con le braccia a cingermi per ridarmi un po' di calore. Occhi negli occhi. Non gli permetterò di mettermi in difficoltà come quando ero una ragazzina. Non lo sono più.
«Stavo andando, cercavo solo un po' di caffè.» si inumidisce le labbra e smetto di respirare. La sua voce è roca e sexy e io sono una pazza. Se entrasse qualcuno? Sento il basculante muoversi alle mie spalle e prego non sia Joshua il mio quasi fidanzato perfetto, perché corro il rischio che fidanzato non lo diventi mai. Invece io voglio il mio anello e sono certa ci sia una scatolina di velluto tra le sue cose. 
La fortuna è dalla mia parte, quasi, perché appaiono le mie sorelle. Non sono mai stata tanto felice di vederle.
«La caffettiera è alle tue spalle» Mary mi salva, senza saperlo e Joe è costretto a voltarsi. Così io posso tornare al piano di sopra e vestirmi con diversi strati. Tanti. Tantissimi strati. A cipolla.
«Vedi come ci si tiene un uomo»  Mary Rose mi osserva, una volta tornata di sotto. Lei ha una vestaglia in panno a rombi che le arriva oltre i piedi, la trascina come la copertina di Linus, mentre Anna ha un ridicolo pigiama con delle mucche.
«Come se ne acchiappa più di uno, vorrai dire.» Anna, la stronza, non perde occasione per la sua frecciatina. «Chissà cosa sarebbe accaduto se non fossimo arrivate?» mi scocca un occhiolino che dovrebbe essere complice. Vorrei fare notare che quella fuori luogo non sono io e che alla mia età ho diritto di dormire come mi pare, ma lascio cadere l'argomento. Non voglio litigare con loro, non per la vigila, non per stare qui solo qualche giorno. Dopo tutto tornerà alla normalità e io potrò andare in giro per casa mia, senza nessun commento inopportuno e senza t-shirt dozzinali.
«Sarebbe andato per la sua strada» come anni fa «e io avrei cucinato pancake.» le sorrido. Ora che ho un paio di lunghi pantaloni a palazzo e un maglioncino legati in vita mi sento di aver recuperato il senso di me. La mia sicurezza. Le mie sorelle possono fare tutte le illazioni che vogliono.

Joshua ha un occhio nero e io ho promesso a mio padre, non proprio, diciamo che non voglio deluderlo, di aiutarlo con l'azienda oggi. Anche se è la vigilia di Natale le bestie non ammettono giornate di riposo. Neanche Choice in verità, perciò dopo essere stata con Mark al telefono per più di un'ora, esco, e circondata da una tribù di nipoti mi avvio verso le scuderie.
So che dovrei aiutare mio padre, ma mi trovo, non so bene come, a giocare con i ragazzi nel vecchio fienile. Mi ero dimenticata come fosse divertente rotolarsi nel fieno e buttarsi dalla parte più alta sopra le balle e ancora meglio sul fieno sfuso.
«Non hai il coraggio» sfido Dean a saltare e poi lo anticipo buttandomi dopo aver preso la rincorsa. I polmoni mi si aprono e l'aria fredda fa quasi male alle narici. Scoppio a ridere come non mi capitava da tempo immemore, facendo l'angelo nel fieno. Dopo poco me lo trovo addosso. «Visto, zia?»
Veniamo raggiunti anche dagli altri che invece hanno preferito le scale e la battaglia di fieno è inevitabile. E le mie risate sono così assordanti che coprono persino quelle dei miei nipoti.
«Ragazzi!» tuona mio padre «quante volte...» il suo commento rimane a mezz'aria quando mi nota nella baraonda. Oramai sono in ballo e, una pallina di fieno lo raggiunge colpendolo al petto. Con la sua enorme mole si abbassa e prende a raffica manciate di neve, cominciandola a scagliarle contro chiunque gli passi a tiro. E la battaglia diventa subito un tutti contro tutti.
Papà urla preso d'assalto da Abigail e Robert. Finge di non riuscire a muoversi, bloccato dalle due pulci bionde, mentre i fratelli lo riempiono di neve.
Rido. Sono buffi, divertenti. Liberi. Rido finché non mi fa male la pancia e due colpi di tosse spazzano via la mia ilarità. Papà è piegato e continua a tossire. Un rumore profondo. Roco. Che nulla ha a che vedere con l'immagine di mio padre forte e volenteroso a lavoro.
Lo raggiungo. Gli prendo le mani. Vorrei aiutarlo ad alzarsi. Mi guardo intorno in cerca di aiuto. 

«Non è niente.»

I bambini non sono sorpresi, non sono spaventati. Io lo sono. Sono atterrita e non so cosa fare. Alzo lo sguardo. Vorrei dire ai miei nipoti più grandi di andare a chiamare la nonna, ma non esce nessun suono.
«Amber!» gli occhi grigi di Joe e entrano nella mia visuale.
«Rose» dico di rimando. So quanto i miei genitori tengano a quel secondo nome, soprattutto mio padre.
«Ci penso io» è un ordine. Mi scosto e lui si carica in spalla mio papà e lo porta fino alla casa padronale, sulla collina.
I ragazzi tornano a casa e io rimango da sola. Non so bene cosa sia successo. Anzi lo so. Alla mia età lo so cosa sta accadendo e sapere che non mi hanno mai detto nulla brucia come un taglio disinfettato con il dopobarba. E fa un male cane.

La Magia Della NeveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora