Take me to church
I'll worship like a dog at the shrine of your lies
I'll tell you my sins so you can sharpen your knife
Offer me my deathless death
Good God, let me give you my life.Mi sveglio quando sento cantare la mia canzone preferita. La adoro. Ma odio chiunque mi abbia svegliata. Faccio finta di niente anche se sento il letto scricchiolare, segno che qualcuno si è seduto.
"Svegliati, sono già le undici e mezza" sussurra.
A giudicare dalla voce sembra mio padre...ma non voglio comunque abbandonare il mio caldo letto.
"Allora li mangio tutti io i pancake" esclama dirigendosi verso la porta.
"Okay, okay. Ci sono" mi alzo di scatto correndo verso la cucina.
Dopo aver mangiato decidiamo di fare un giro per la città.
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"Allora, ce l'hai il ragazzo?" Chiede papà avvolgendomi le spalle con un braccio.
"Papà!" Urlo io attirando l'attenzione di alcune persone.
"Volevo solo sapere" risponde ridendo.
"Comunque, no, non ce l'ho" dico appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Bene, sono felice" dice facendo un ridicolo movimento dei fianchi.
"Perché?" Chiedo.
"Perché vuol dire che sei ancora vergine, giusto?" Mi guarda in modo strano.
"Ma dai! A questa non voglio rispondere!" Urlo ancora piu forte di prima per poi dire 'scusate' rivolgendomi a tutte le persone che mi guadano male.
"Ma io sono tuo padre, devo sapere" perchè deve sempre fare così?
"No, no papà. No." Dico mettendomi le mani sulla faccia.
"No non vuoi rispondere o no non lo sei più?" Chiede spalancando gli occhi.
"La seconda..." sussurro.
"Oh Dio santo! Mia figlia non è piu vergine! È cresciuta! Non ci credo!" Fantastico. Ora è lui ad urlare. Adesso tutti i presenti sanno che non sono più vergine. Meraviglioso.
"Ma da quanto?" Chiede abbassando la voce.
"Parliamo di qualcos'altro." Dissi seria.
"Ma io voglio sapere" risponde come un bambino testardo.
"Porca puttana papà! È una cosa seria. Parliamone in un bar." Grido a denti stretti.
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Arrivati a uno Starbucks mi stringe la mano incoraggiandomi a parlare così inizio.
"Allora... Avevo quindici anni, ero andata ad una festa senza il consenso di mamma. Avevo bevuto moltissimo e volevo altra Vodka. Avrei fatto qualsiasi cosa per bere ancora- mi fermo per prendere un grande respiro e poi continuo -e quindi, incontrai questo ragazzo. Di cui non ricordo nemmeno il nome, ma aveva una bottiglia di Vodka e diceva di averne altre. Mi disse che ero bella e che era disposto a darmi tutta la Vodka che volevo se avessi fatto sesso con lui. Ed io da perfetta cogliona cedetti." Racconto.
"Emm...wow...cioè non è wow wow ma è wow...wow..." balbetta.
Rido amaramente. Come ho potuto essere così stupida? Così demente da prendere una delle cose più preziose, almeno per me lo era.
"Mi dispiace" dice dopo qualche minuto.
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"Andiamo al McDonald's, ti va?" Propongo quando è l'una.
Annuisce e poi ci incamminiamo verso il Mc.
[Al McDonald's]
Andiamo alla cassa per ordinare io prendo della semplice insalta, perchè, ebbene si, sono vegetariana.
"Scusi, buongiorno, io vorrei un hamburger con cipolla e formaggio" ordina mio padre.
"E lei invece?" Chiede il cassiere.
A quel punto alzo lo sguardo dal menù e mi accorgo di conoscere già quel ragazzo.
"Michelangelo?" Chiedo.
"È Michael, non Michelangelo! Andavamo a scuola assieme, come fai a dimenticarti del ragazzo dai capelli viola?!" Urla.
"Calmino Michael, io mi ricordo solo di quel professore stronzo, si chiamava...Clifford?" Chiedo.
"È mio padre." Dice indispettito.
"Ah... Beh, stronzo è stronzo, non ci posso fare nulla. Comunque per me dell'insalata" ordino.
"Subito signorina" risponde lui quando vede il suo capo andargli incontro.
Ci sediamo ad un tavolo dopo che Michael ci aveva dato il cibo. Parliamo del più e del meno finché non arriva al tasto dolente: il lavoro.
"Lavori?" Chiede curioso.
"Si" Affermo con titubanza.
"E che lavoro fai?" Continua.
Che lavoro faccio? Emm...
Che lavoro avevo detto a mia mamma? Memoria di merda...
Ah si! Faccio le pulizie."Faccio le pulizie nelle case..." dico sorridendo appena
"Ah, brava. Quindi sai scopare?" Chiede.
"Cosa?" Chiedo pensando di aver capito male.
"No, dico, quindi sai usare la scopa?" Riformula la domanda fissandomi.
"Si, cioè...si" balbetto un po'.
"Quindi usi anche l'aspirapolvere, così risucchi tutto" dice inclinando leggermente la testa.
"Papà, che cosa sai?" Come diavolo faceva a sapere sempre tutto?
"Abbastanza da sapere per certo che tu non faccia le pulizie" disse duro.
"E c-che lavoro f-faccio? Chiedo sussurando.
"Oh, lo sappiamo entrambi" risponde con un sorriso amaro.
"Papà, io...i-io non saprei come fare: la mamma non ha tanti soldi, tu te ne sei andato e non hai nemmeno pensato di darci un po' dei tuoi soldi che dovrebbero essere anche nostri" dico disperata.
"Lo so, mi dispiace. Ma non dovevi andare a fare quel lavoro." Risponde duro.
"Hai presente quanto sia difficile trovare un lavoro? No, non lo sai. Tuo padre ti ha passato la sua azienda, sei partito e te ne sei fregato altamente di me e della mamma. E come fai a saperlo?" Alzo la voce.
"La tua amica, da ubriaca non è affidabile" dice sogghignando.
"Eleanor, bastarda." Sibilo.
"Ma ti stavo dicendo che tu ora lascerai quel lavoro." Dice sbattendo la mano sul tavolo.
Ma come poteva permettersi? Lui sa niente di me. Niente.
"No, non lascerò quel lavoro: mi serve" dico decisa.
"Come puoi dire di no? Sei diventata una troia!" Urla.
Mi ha dato della troia. Mi alzo velocemente, saluto Michael e corro a prendere l'autobus. El, sto arrivando. Preparati.
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Come una rosa senza spine
FanfictionBrooklyn Hale. Una semplice ragazza dal carattere forte ma allo stesso tempo molto dolce. Lucas Hemmings. Un ragazzo gentile e tenero, in poche parole, il principe azzurro. Cosa succederebbe se si incontrassero? Questa è la prima storia che pubblico...