Non c'era una volta;
veramente non c'era un bel cazzo di niente, non c'era alcun suono, e nemmeno stelle e pianeti. Solo il costante senso di vuoto circondato da un buco nero continuo e due piccole lucine insignificanti intrappolate al suo interno, esse ignare di tutto e senza una via di fuga, come da anni in un loop perpetuo. Non c'era nè luce nè buio, loro non provavano nulla, ferme in un punto fisso a girare come una ballerina intrappolata nel suo carillon. Qualche notte però una piccola scarica le colpiva, facendole illuminare, un secondo di felicità, un sospiro, di nuovo un sorriso per poi subito dopo sparire nuovamente nel vuoto. Perchè erano così sole? Penserete.
Forse perché incapaci di trasmettere qualcosa, incapaci di star bene, incapaci di comunicare tra loro. Solo se un giorno si fossero avvicinate si sarebbero potute salvare, la magia non sarebbe durata per sempre, prima o poi la scarica si sarebbe spenta e con lei loro. Non ci sarà ne un inizio ne un lieto fine, non s'incontreranno mai pur essendo accanto, non se ne accorgeranno perchè entrambi accecate dalla paura e dalla stanchezza, messe senza motivo nello stesso posto, entrambi che si sentivano allo stesso modo, prive di tutto. Lei testa di cazzo ma esausta avrebbe dato comunque il suo secondo di luce pur di vederlo brillare nel cielo, però stupida non avrebbe mai aperto bocca, preferiva starsene immobile e magari cercare di parlarci in un sogno piuttosto che farlo direttamente, lui pure ma non lo sapeva, non la conosceva e mai la conoscerà, non gli rimaneva più niente, non sentiva più niente era troppo tardi. Oggi quelle due lucine sono morte e mai potranno più salvarsi, ma guardando il cielo di notte esprimendo un desiderio, ancora si potrà rendere vivo il loro ricordo e vedere quella lucina che le univa, forse la chiave di tutto, non si saprà mai. Il ricordo di qualcosa mai nato e che mai nascerà e con lui il rimpianto di non aver rischiato di nuovo.
