CAPITOLO 20

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Ormai erano un paio di settimane che non uscivo più con le mie amiche e nessuna mi veniva a trovare. Scrivevo un messaggio alla Gioia ogni tanto e le dicevo che andava tutto bene, ma non andava bene per niente. Ero piena di lividi e tagli su tutto il corpo, Ivan mi controllava il telefono quindi provare a dire alla Gioia cosa avessi veramente sarebbe stato impossibile, non sarei riuscita nemmeno a chiamarla dato che lui stava lì mentre le scrivevo. Un pomeriggio però decisi che dovevo dirle la verità, quindi quando Ivan andò a lavarsi io presi il telefono e chiamai la Gioia, le dissi solo che doveva venire a casa di Ivan e misi giù la chiamata. Feci giusto in tempo perché un minuto dopo Ivan uscì dalla doccia.
I:" come va?"
C:" tutto bene"
I:" perfetto, andiamo in camera"
C:" va bene" Avrei voluto oppormi ma non potevo, se gli dicevo che non volevo fare qualcosa mi arrivava un pugno e 2 schiaffi e se insistevo mi arrivavano anche dei calci sullo stomaco. Mentre eravamo in camera e mi stava toccando facendomi male a causa dei lividi, qualcuno suonò al campanello, Ivan si alzò, si mise i pantaloni ed andò ad aprire. Sentì le urla di Gioia che mi cercava in giro per casa.
G:" CHIARA DOVE SEI? Brutto stronzo dimmi dov'è Chiara, è in camera vero?" Spalancò la porta e appena mi vide con tutti quei lividi e tutti quei tagli si mise le mani alla bocca e corse da me per coprirmi, mentre prendeva i miei vestiti vidi che stava mandando un messaggio a qualcuno, non so bene a chi. Poco dopo arrivò Ivan in camera con una corda, prese Gioia, la legò e la mise nell'angolo della camera.
I:" Gioia avresti fatto meglio a non venire"
Cominciò a picchiarmi a sangue. Dopo minuti che sembravano interminabili entrò in casa una guardia medica, dei poliziotti e Elisa. Da lì io non vidi più nulla. Mi risvegliai in ospedale con accanto Gioia che mi teneva la mano, non riuscivo a parlare, non avevo le forze, ma per farle capire che ero sveglia mossi un dito, lei se ne accorse subito.
G:" oddio Chiara ti sei svegliata, sei stata svenuta per tre giorni. Comunque non parlare, sei qui per tutte le ferite, Ivan è ai domiciliari e tu starai bene" La guardai negli occhi, aveva lo sguardo da innamorata, mi voleva baciare questo era ovvio, con le poche forze che avevo le dissi "baciami" e lei mi baciò delicatamente. Solo con lei potevo essere felice per davvero, se solo l'avessi capito prima non mi sarei ritrovata all'ospedale mezza morente. Pochi minuti dopo arrivò anche Elisa.
E:" oddio Chiara ti sei svegliata, hai visto che dovevi parlarne subito?" Feci per parlare ma Gioia mi zittì subito.
G:" si avrebbe fatto meglio a parlarne subito però per sua sfortuna non l'ha fatto, Ivan non le faceva praticamente più avere contatti con il mondo esterno e adesso deve riposare e prendere forze, io sarò qui tranquilla, non ti lascerò mai più sola. Te lo giuro"
E:" awww che carina, mi fai venire il diabete"
G:" ma vaffanculo ahahahah"
Cazzo quanto è bella....

Questa Volta Non La Lascerò AndareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora