CAPITOLO 5

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Dopo un paio d'ore passate ad aspettare che la nausea mattutina si calmasse, Gloriana si sedette al tavolo da disegno. Non avrebbe concluso niente se avesse continuato a fissare il vuoto. Doveva riuscire a scuotersi e a mettersi al lavoro.

Da quando aveva letto la lettera di suo padre, aveva in mente un unico pensiero: che cosa doveva fare del Palazzo Sanders? Non era mai stata all'interno dell'edificio, ma dall'esterno, la bella casa di quattro piani aveva sempre attirato il suo sguardo.

Sorrise con nostalgia. Da bambina, ogni volta che vi era passata davanti, aveva immaginato come sarebbe stato meraviglioso starsene nella torretta in cima al tetto e fingere di essere una principessa che sorvegliava dall'alto il suo regno.

E adesso quella casa che, ai suoi occhi, era sempre apparsa imponente come un castello, le apparteneva. Che cosa ne avrebbe fatto? Era enorme e lei non aveva bisogno di tutto quello spazio. Certo, alla nascita del bambino sarebbero stati in due, ma lo spazio sarebbe stato sempre troppo.

Mentre rifletteva, le tornò alla mente l'avvertimento del padre. Cosa aveva voluto dire scrivendo che avrebbe incontrato l'opposizione di Imogen Rogers? Decidendo che non avrebbe concluso niente, Gloriana si alzò dal tavolo e andò al computer che si trovava sulla sua scrivania.

Ormai tutto era accessibile online, perciò avrebbe sicuramente trovato qualcosa sulla storia della casa e il legame con la madre di Darion. Alcune delle dimore della Battery erano passate da una generazione alla successiva, senza essere mai abitate da gente estranea alle famiglie che le avevano costruite.

Un senso di angoscia si insediò alla bocca dello stomaco di Gloriana. I suoi sospetti trovarono conferma quando cliccò su un articolo, vecchio di vent'anni, che parlava degli edifici della Battery.

Stando all'articolo che aveva trovato, la casa era appartenuta al colonnello Harland Sanders da quando era stata costruita, cioè alla fine del '700. Continuando a leggere, scoprì che la casa era passata ai suoi discendenti e che, all'epoca in cui l'articolo era stato scritto, apparteneva alla signora Imogen Sanders-Rogers, la quale prevedeva che sarebbe rimasta in famiglia quando alla fine l'avrebbe lasciata in eredità a suo figlio, Darion.

Un brivido corse lungo la schiena di Gloriana. Non c'era da stupirsi che Imogen Rogers l'avesse trattata così male quando si era presentata alla cena con Darion. Era ovvio che non aveva digerito il fatto che Reagan Powell, uno dei 'nouveaux riches', come li chiamava lei, avesse comprato la sua casa.

Gloriana era stata condannata soltanto perché ne era la figlia di Reagan Powell. Se la casa aveva significato così tanto per lei, che cosa aveva indotto Imogen a venderla?

Lei trattenne di colpo il fiato. Darion ne era al corrente di tutto questo? Sapeva che suo padre aveva comprato la casa di cui lui, un giorno, avrebbe dovuto diventare il proprietario? Ed era possibile che fosse quello il motivo per cui si era interessato a lei?

Aggrottando la fronte, si morse il labbro. Non pensava che le cose stessero così. In più di un'occasione, lui le aveva detto di essere molto soddisfatto dell'appartamento che aveva comprato dopo il divorzio. Era vicino alle 'Rogers Industries'.

Immersa com'era nei suoi pensieri, Gloriana trasalì quando il telefono squillò. «

"Ciao, Eroll," disse, riconoscendo il numero dell'ufficio del fratello sul display.

"Glory, potresti farmi un favore e badare a Flynn una sera a settimana nei mesi a venire?"

Dal tono concitato del fratello, lei riuscì ad immaginare lo stress a cui era sottoposto dopo aver saputo che Joel Turner avrebbe avuto il controllo del 'Powell Group'.

TUTTO L'AMORE CHE HO (1 LIBRO  - LA SAGA DEI POWELL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora